Battaglie nella siderurgia
Gruppi e settori, siderurgia, Francia, Cina, India
Nello scorso decennio
è andati avanti una forte concentrazione del settore siderurgico internazionale,
solo i gruppi di grandi dimensioni sarebbero in grado, secondo Die Welt,
di resistere alle turbolenze del mercato internazionale e ai potenti oligopoli
o monopoli delle materie prime e dell’energia.
I gruppi medio-grandi come ThyssenKrupp o Corus hanno
problemi a difendersi. Oggi si aggiunge la forte concorrenza dell’Asia.
Data l’alta intensità di capitale richiesta nel settore, in
una produzione integrata, siderurgia-acciaio-laminatoio, si calcola che solo
una produzione di acciaio grezzo di 15-20 mn. tonn./anno fornisca rendimento
ottimale.
Anche in Cina è in corso una concentrazione del settore:
ci sono 800 acciaierie, ma solo 3 gruppi producono oltre 25 mn. di tonn. di
acciaio grezzo.
Già dal prossimo anno la Cina sarà in grado di essere
autosufficiente nella produzione siderurgica e di iniziarne l’export, se ne
temono i prezzi di dumping, e si prevede l’accelerazione della concentrazione
del settore.
Dei 24 gruppi metallurgici e siderurgici quotati alla
Borsa tedesca negli anni 1970, ne rimangono due: ThyssenKrupp e Salzgitter.
(Scomparsi nomi ricchi di tradizione come Dortmund-Hoerder Hüttenunion, Klöckner,
Hoesch, Hüttenwerke Siegerland, Edelstahlwerk Witten, Hüttenwerk Oberhausen e
la acciaieria Rheinischen Stahlwerke di Essen).
Mittal Steel
- Mittal Steel, primo gruppo siderurgico mondiale,
britannico-indiano, ha lanciato la scorsa settimana un’offerta ostile contro
Arcelor, €18,6MD, con un prezzo per azione superiore del 27% a quello di Borsa
(agli azionisti per ogni 5 azioni Arcelor la possibilità di avere 4 azioni
Mittal + €32,25 in contanti). Se si realizzasse la fusione dei due giganti si
avrebbe un gruppo capace di produrre circa 120 milioni di tonn./anno di acciaio
grezzo, pari al 10%-12% della produzione mondiale. - Mittal è controllato dalla famiglia di Lakshmi Mittal,
la sede principale è in Olanda, ma la direzione è a Londra. - Nel 2004 Mittal Steel è divenuto il n. 1 mondiale dopo
la fusione delle sue due società Ispat (Mittal) e LNM Holding con il gigante
americano International Steel. - Mittal Steel ha 175 000 addetti in 14 paesi.
- Appoggiano Mittal: Goldman Sachs, HSBC, Credit Suisse First Boston, Citigroup e
lo studio legale Cleary Gottlieb
Lakshmi Mittal
- ha acquistato negli scorsi 25 anni acciaierie in
cattive condizioni, le ha risanate creando il maggior gruppo siderurgico del
mondo. - Indiano del Rajastan, 55 anni, patrimonio calcolato
$25MD. Il padre possedeva un&r
squo;acciaieria del padre; la prima acquisizione è
stata nel 1976 in Indonesia, 1992, le acciaierie statali Imexa in Messico, nel 1995 Hamburg Stahlwerke, fonte della
tecnologia DRI (Direct Reduced Iron) da cui dipendono quasi tutti gli impianti
Mittal. etc. per le acquisizioni segue documento in lingua. - La sua strategia si è basata sull’integrazione di
piccoli impianti. Lakshmi Mittal
è membro del
Foreign Investment Council in Kasakistan, International Investment Council in
Sudafrica, nell’esecutivo
dell’International Iron & Steel Institute. Uno dei direttori
della banca indiana ICICI, nel C.d.A. della Kellogg School of Management, USA. - Sembra che Blair nel 2001 abbia chiesto e ottenuto dal
premier rumeno Nastase che venisse
favorito il gruppo Mittal nella
privatizzazione del conglomerato della siderurgia, ebbe
un’aggiudicazione per €500mn. - Per la campagna elettorale del 2005 Mittal versò £2mn.
al Partito di Blair.
ThyssenKrupp
ThyssenKrupp, un gruppo misto, il 10° mondiale nella
siderurgia con 16,8milioni di tonn. di acciaio; si avvantaggerebbe
dell’alleanza con Mittal.
ThyssenKrupp partecipa indirettamente al finanziamento
dell’operazione di Mittal, in cambio per circa €4MD dovrebbe ottenere il gruppo
siderurgico canadese Dofasco, di recente acquisito da Arcelor, con un
un’offerta superiore del 4,4% (71/68 $canadesi per azione, €/4,4MD ) a quella
di ThyssenKrupp, (che era stato chiamato in campo da Dofasco contro Arcelor e
che ha preferito investire in Brasile).
Dofasco
- ha una produzione di 4,3mn. tonn, 11 000 addetti,
il maggiore gruppo siderurgico del Canada, fatturato 4,2MD $ canadesi. - Con Dofasco ThysseKrupp accrescerebbe notevolmente la
sua presenza in Nord America. - Con €8,1MD. ThyssenKrupp produce 1/5 del suo fatturato
totale in Nord America; negli USA ha 26 000 addetti, i principali clienti
sono i gruppi automobilistici. - Su 92 000 addetti alla siderurgia in Germania,
1/10 lavora in uno stabilimento Arcelor o Mittal Steel. - Arcelor possiede partecipazioni in Eko Stahl,
Stahlwerke Bremen e Stahlwerk Thüringen, per un totale di 7 800 addetti. - Mittal gestisce l’acciaieria di Amburgo e due
acciaierie a Duisburg per un totale di 3 000 posti di lavoro.
Arcelor
- Arcelor, secondo gruppo siderurgico mondiale, sta per
concludere l’acquisizione del 95% del gruppo cinese Lai Wu, che gli consentirà
di ampliare la sua presenza nel mercato asiatico
in forte crescita; finora si
era concentrato sull’Europa. - Arcelor sta cercando l’appoggio di investitori europei
contro la scalata ostile dell’indiano-britannico Mittal Steel: si tratterebbe
di Deutsche Bank, Postbank, WestLB, UBS e Credit Suisse, oltre ad un
investitore industriale. Le tre banche di investimento BNP Paribas, Deutsche
Bank e Merril Lynch faranno da consulenti di Arcelor. - Arcelor sta cercando anche un partner, per
partecipazioni incrociate, joint venture
o fusione, con cui respingere la scalata di Mittal; si parla a riguardo di
Nucor, AK Steel e US Steel, il coreano Posco, il cinese Baosteel . - Per un’alleanza industriale occorre un progetto
industriale; esclusa un’alleanza con Nippon Steel a causa della sua forte
capitalizzazione. - Arcelor, ex campione mondiale della siderurgia, deriva dalla fusione nel 2002 del
lussemburghese Arbed, del francese Usinor e dello spagnolo Aceralia. - I grandi clienti del Sud-Europa si sono concentrati su
Arcelor, che ha trasferito una parte delle sue commesse ai produttori tedeschi. - Nella sola Francia Arcelor occupa 27 000 addetti.
- con il 5%, il governo del Lussemburgo è il maggior azionista singolo di Arcelor.
- la scalata ostile di Mittal a Arcelor è il terzo
maggior tentativo in Europa, dopo Vodafone/Mannesmann (2000) e Sanofi/Aventis
(2005). - la prima mossa di Arcelor è quella di tipo giuridico,
in suo difesa ha chiamato le tre banche di investimento sopraccitate, UBS e gli
studi legali Brandford-Griffith e Skadden Arps. - La giurisdizione sotto cui cade Arcelor è quella del
Lussemburgo, dove ha le sede legale, e che non ha finora regole per le scalate ostili.
Reazioni alla scalata ostile di Mittal
- Il governo francese ha reagito duramente contro
l’offerta ostile di Mittal, il ministro delle Finanze Thierry Breton si è detto
preoccupato; - il sindacato francese, CFDT, paventa massicci tagli
occupazionali; in una riunione dei sindacati metallurgici europei di Belgio, Lussemburgo,
Francia, Spagna e Germania è stata concordata una comune strategia di difesa
contro la fusione Mittal-Arcelor. - riserve da parte del gruppo Renault per timore di
prezzi di monopolio. - contrari alla fusione i governi di Francia, Lussemburgo,
e Spagna; riserve per quello belga; in Francia, Lussemburgo e Belgio Arcelor è
uno dei maggiori datori di lavoro; - Il ministro del commercio indiano si dice preoccupato per le reazioni francesi;
quello britannico critica il protezionismo francese.
Siderurgia, UE,
Spagna
Auch Spanien lehnt Stahl-Übernahme ab
Mittal wirbt
in Madrid für Arcelor-Kauf – Frankreich nimmt scharfe Kritik der Pläne zurück
Berlin – Nach
Frankreich und Luxemburg lehnt nun auch Spanien eine Übernahme des Luxemburger
Stahlkonzerns Arcelor durch den weltweiten Branchenprimus Mittal Steel ab. Die
spanische Regierung sei gegen die Offerte, sagte Wirtschafts- und
Finanzminister Pedro Solbes nach einem Treffen mit Mittal-Chef Lakshmi Mittal
in Madrid. Die letzte Entscheidung hätten jedoch die Aktionäre, betonte der
Minister. Spanien liege mit seiner Haltung auf einer Linie mit den
Regierungen von Frankreich und Luxemburg. Belgien hat dagegen eine
abwartende Haltung eingenommen.
Allerdings
nahm Frankreichs Wirtschaftsminister Thierry Breton die scharfe Kritik der
französischen Regierung an den Übernahmeplänen teilweise wieder zurück und
rief alle Beteiligten "zur Vernunft" auf. Zuvor hatte der indische
Handelsminister Kamal Nath mit Besorgnis auf die Äußerungen aus Paris reagiert.
"Wir sehen uns die Kommentare der französischen Regierung sehr genau
an", sagte er bei einem Besuch in London. Der britische Handelsminister
Alan kritisierte in einem Zeitungsartikel den Protektionismus einiger
europäischer Nachbarländer.
Mittal
Steel teilte mit, die geplante Übernahme stoße bei den Aktionären von Arcelor
auf eine positive Resonanz. Finanzdirektor Aditya Mittal sagte in Madrid, er habe den Großaktionären
von Arcelor die Übernahmepläne erläutert. Die Reaktion der Kapitaleigner sei
positiv gewesen. Arcelor-Finanzchef Michel Wurth dagegen sagte, bisher
höre Arcelor keine Stimme seitens der eigenen Aktionäre, das Übernahmeangebot
von Mittal anzunehmen.
Konzernchef
Lakshmi Mittal versicherte in Madrid, das Unternehmen wolle bei einer Übernahme
von Arcelor keine Stahlwerke schließen und keine Arbeiter entlassen. Dennoch haben sich
Metallgewerkschaften aus mehreren europäischen Ländern gegen die Übernahme ausgesprochen.
Bei einem Treffen von Gewerkschaftern aus Belgien, Luxemburg, Frankreich,
Spanien und Deutschland in Brüssel wurde vereinbart, eine gemeinsame
Abwehrstrategie zu planen.
Arcelor
bestätigte unterdessen, daß die drei Investmentbanken BNP Paribas, Deutsche
Bank und Merrill Lynch das Unternehmen bei der Erarbeitung einer
Abwehrstrategie unterstützen sollen. Die Banken sollten Arcelor "in dieser
Sache" beraten, so ein Sprecher.
Der
französische Wirtschaftsminister Thierry Breton rief alle Beteiligten "zur
Vernunft" auf. "Es geht um ein europäisches Unternehmen mit
Sitz in Holland, das ein Übernahmeangebot für ein anderes europäisches
Unternehmen mit Sitz in Luxemburg vorlegt", sagte Breton dem
Rundfunksender Europe-1. "Es gehört zum normalen Geschäftsleben, daß Unternehmen
diskutieren, sich annähern." Frankreich habe wegen der vielen
Arbeitsplätze sein Wort dazu zu sagen. Doch: "Die Aktionäre entscheiden,
nicht die Staaten."
Bretons
Aussagen standen in starkem Kontrast zu den bisherigen Erklärungen der
französischen Regierung, die sich noch am Mittwoch mit Luxemburg über die
Verteidigung Arcelors abgestimmt hatte. Auf die Frage, ob Paris Arcelor helfen werde,
einen Bündnispartner gegen Mittal zu finden, sagte Breton: "Das ist nicht
meine Aufgabe." Arcelor bemüht sich bei Nippon Steel (Japan) und Posco
(Südkorea) um Beistand gegen Mittal. Arcelor-Chef Guy Dollé trifft in
Paris seinen Kollegen vom Kooperationspartner Nippon Steel. dpa/rtr/ute/wü
Artikel
erschienen am Fr, 3. Februar 2006 © WELT.de 1995 – 2006
Stahlkonzern
könnte durch Fusion mit Nippon Steel der feindlichen Übernahme entgehen
von Gesche Wüpper
Paris –
Während sich der politische Widerstand gegen die geplante feindliche Übernahme
durch Mittal Steel verstärkt, arbeitet Arcelor intensiv an seiner
Abwehrstrategie. Eine wichtige Rolle könnte dabei nach Ansicht von Beobachtern
Nippon Steel aus Japan spielen. Arcelor kooperiert mit dem drittgrößten
Stahlhersteller der Welt bereits seit 2001. Gestern trafen sich die
Konzern-Chefs Guy Dollé und Akio Mimura im Rahmen regelmäßig stattfindender
Gespräche in Paris.
"Arcelor
könnte einen Weißen Ritter um Hilfe bitten oder auf weniger dramatische
Weise eine internationale Allianz eingehen", meint Analyst
Jean-Jacques Limage von der Privatbank Fideuram Wargny. Allerdings werde es
für den Luxemburger Konzern schwierig, einen Retter zu finden, der mit einem
Gegenangebot die Offerte Mittals abwehren könnte, da alle anderen Konkurrenten
kleiner seien. Deshalb erscheine ein Zusammenschluß wahrscheinlicher.
Am ehesten dafür in Frage kommt ihrer Ansicht nach Nippon
Steel, Posco aus Südkorea, Baosteel aus China sowie die US-Konzerne Steel und
Nucor.
Mit Nippon
Steel teile man im Gegensatz zu Mittal Steel dieselbe Unternehmensphilosophie,
hatte das Arcelor-Management diese Woche betont. Bisher hätten japanische
Stahlproduzenten bei ihrer Wachstumsstrategie auf Asien gesetzt, sagte
Analyst Toshiyuki Johno von Nikko Citigroup. "Aber sie müssen an die
nächste Dekade denken, in der es für Konzerne allein schwieriger werden
wird, da sich die Autoproduzenten globalisieren und sich die Industrie
konsolidiert."
Arcelor selber
wollte einen möglichen Zusammenschluß mit Nippon Steel bisher nicht kommentieren.
Nur so viel sagte Konzern-Chef Guy Dollé bisher: "Eine Allianz
erscheint mir in Europa aufgrund wettbewerbsrechtlicher Fragen schwierig,
aber auf internationaler Ebene eher möglich." Es könne Allianzen oder
andere Formen der Beteiligung mit anderen Konzernen geben, sagte auch
Finanzdirektor Gonzalo Urquijo.
Nach
Informationen der WELT will Arcelor jedoch zuerst versuchen, das
Mittal-Angebot auf dem Rechtsweg zu blockieren. Zur Verteidigung hat Konzernchef
Dollé sowohl Investmentbanker von BNP Paribas, Merrill Lynch, Deutscher Bank
sowie UBS als auch die Anwaltskanzleien Brandford-Griffith und Skadden Arps
mobilisiert. Die Mannschaft seines Gegners Lakshmi Mittal besteht aus
Goldman Sachs, HSBC, Credit Suisse First Boston und Citigroup sowie der Kanzlei
Cleary Gottlieb.
Noch rätseln
Experten, welches Börsenrecht überhaupt gelten soll, denn Arcelor ist sowohl in
Luxemburg, Madrid, Brüssel als auch in Paris notiert. Eigentlich gilt für
den Stahlgiganten mit Firmensitz Luxemburg das luxemburgische Recht, doch darin
gibt es bisher keine Regeln für feindliche Übernahmen. Laut Arcelor muß die
Regierung des Großherzogtums nun prüfen, welcher Rechtsrahmen gilt. Es wird
erwartet, daß die französische Börsenaufsicht AMF heute entscheidet, ob sie
als wichtigster Handelsplatz der Arcelor-Aktie zuständig ist.
Eine
weitere Abwehrmaßnahme könnte für Arcelor die Übernahme anderer Stahlproduzenten
sein. Doch Mittal könnte
sich verpflichten, sie sofort wieder zu verkaufen, so wie mit Dofasco aus
Kanada, mit denen sich Arcelor kürzlich auf eine Fusion geeinigt hatte. Unmöglich
ist dagegen ein Übernahmeangebot Arcelors für Mittal Steel. Denn die Aktien
des britisch-niederländischen Konzerns befinden sich fast komplett in den
Händen der Familie Mittal. Dagegen könnte Arcelor versuchen, seinen
Börsenwert in die Höhe zu treiben, etwa durch das Verteilen großzügiger
Dividenden, ein Aktienrückkaufprogramm oder den Verkauf wichtiger Aktiva.
Die
Unterstützung der Gewerkschaften im Abwehrkampf konnte sich Arcelor bereits
sichern. Ein entscheidender Vorteil, denn der Widerstand der
Arbeitnehmervertreter könnte erbittert ausfallen und Mittal so behindern. Deshalb müsse Mittal zumindest deren
Neutralität gewinnen, meint Analyst Olivier Riottot von Natexis Banques
Populaires.
Artikel
erschienen am Fr, 3. Februar 2006 © WELT.de 1995 – 2006
Die Welt 06-02- 02
Arcelor will sich durch Zukäufe stählen
Stahlriese
steht vor Abschluß in China – Vorstand will Übernahme durch Mittal im Bündnis
mit Investoren abwehren
von Frank Seidlitz
Frankfurt/Main
– Der Luxemburger Stahlriese Arcelor will trotz des feindlichen Übernahmeversuches
seines Konkurrenten Mittal Steel kräftig zukaufen. Dies kündigte Finanzchef
Michel Wurth in Frankfurt an. "Wir stehen kurz vor dem Abschluß eines
größeren Deals in China", sagte der designierte Nachfolger von
Arcelor-Chef Guy Dollé. Firmennamen wollte er allerdings nicht nennen.
Nach
Informationen der WELT handelt es sich um den chinesischen Konkurrenten Lai
Wu. "Die Übernahme ist zu 95 Prozent ausgehandelt", heißt es in
Finanzkreisen. Wurth betonte, daß es sich bei dem Zukauf um einen
strategisch wichtigen Schritt handele und nicht um eine Giftpille. Durch
einen solchen Zukauf könnte Arcelor seine regionale Präsenz im wachstumsstarken
asiatischen Raum erweitern. Bisher ist Arcelor stark auf Europa fokussiert.
Offen ist, ob sich dieser Zukauf auf die Börsenbewertung auswirkt – und damit
Mittal zu einem höheren Angebot zwingt. Wurth betonte, daß die Gespräche mit
dem potentiellen Übernahmekandidaten seit geraumer Zeit liefen. Den Einsatz
sogenannter Giftpillen, die Mittal den Einstieg erschweren könnten, stellte
Wurth generell in Frage: "Warum sollten wir solche Maßnahmen einsetzen? Mit
unserer Erfolgsstory können wir die Aktionäre viel besser erreichen."
Der
britisch-indische Marktführer hatte am vergangenen Freitag überraschend ein
feindliches Übernahmenangebot für den Luxemburger Konkurrenten angekündigt und bietet den
Arcelor-Aktionären rund 18,6 Mrd. Euro in bar und Aktien. Auch der
Thyssen-Krupp-Konzern beteiligt sich indirekt an der Finanzierung der Übernahme,
indem er die künftige Arcelor-Tochter Dofasco für rund vier Mrd. Euro
übernimmt. Diese Summe hat Mittal fest eingeplant. Allerdings sind bis
heute keinerlei Unterlagen bei der Luxemburger Börsenaufsicht eingereicht
worden. Auch Arcelor verfügt bisher über keine genauen Infos. "Wir kennen
das Angebot nicht. Wir kennen noch nicht mal welche, die den Inhalt der Offerte
kennen", sagte Wurth.
Arcelor-Vorstände
versuchen derzeit, wichtige Investoren auf dem europäischen Kontinent von den
Nachteilen der Mittal-Offerte und den Vorteilen einer Eigenständigkeit Arcelors zu überzeugen. "In
Deutschland habe ich gute Gespräche geführt", sagte Wurth: ohne jedoch
konkret zu sagen, wie viele und welche Investoren er traf. Nach Informationen
der WELT handelt es sich dabei neben Deutscher Bank, Postbank, WestLB, UBS
und Credit Suisse auch um einen industriellen Investor. "Ein klares
Votum für oder gegen die Mittal-Offerte gab es nicht", sagte ein
Teilnehmer. Allerdings hätten die Investoren wohlwollend auf die Präsentation
Wurths reagiert.
Der Finanzchef
wiederholte die Kritik an dem Angebot des Weltmarktführers für den Luxemburger
Konkurrenten. Weder das Vorgehen von Mittal-Chef Lakshmi Mittal noch die
Konditionen seien akzeptabel. "Arcelor will seine Zukunft nicht mit Mittal
teilen", sagte der Stahlmanager, der auch für das Deutschland-Geschäft
zuständig ist. Beide Unternehmen seien grundverschieden: Während Arcelor eine
viel tiefere Wertschöpfung in seinen Werken erreiche, könne Mittal diese
Qualität bei den Produkten und den Standorten bei weitem nicht vorweisen.
"Das ist wie Kölnisch Wasser und Parfum. Und Arcelor ist Parfum",
sagte Wurth. Eine freundliche Einigung mit Mittal, so der Arcelor-Manager, sei
unter den aktuellen Bedingungen nicht möglich. Allerdings ließ Wurth offen, ob
die Absage auch für den Fall einer freundlichen Fusion unter Arcelors
Bedingungen gelte.
Artikel
erschienen am Do, 2. Februar 2006
© WELT.de 1995 – 2006
Germania, gruppi e settori, siderurgia
Stahl – Mittal versetzt deutsche Stahlproduzenten in Spannung
01. Februar
2006 Der Übernahmekampf der beiden führenden Konzerne am Weltstahlmarkt wird
auch in der deutschen Branche mit Spannung verfolgt. Es gibt wichtige
Berührungspunkte am Arbeitsmarkt der Branche.
Von den 92.000
Stahlarbeitern in Deutschland ist jeder zehnte in einer Produktionsstätte entweder
des Übernahmekandidaten Arcelor oder des Angreifers Mittal Steel beschäftigt.
Der Luxemburger Stahlkonzern besitzt neben Beteiligungen mit Eko Stahl,
Stahlwerke Bremen und Stahlwerk Thüringen drei Produktionsstätten mit 7.800
Beschäftigten. Der vom indischen Milliardär Lakshmi Mittal aufgebaute
Weltmarktführer betreibt die Hamburger Stahlwerke und zwei Werke in Duisburg
mit zusammen knapp 3.000 Arbeitsplätzen.Berlin verhält sich ruhig, Paris
reagiert
Während sich
in Paris und Luxemburg bereits Regierungsmitglieder gegen das rund 18,6 Milliarden
Euro schwere Übernahmeangebot von Mittal Steel geäußert haben, hält sich die Bundesregierung
bedeckt. Zu Informationen, denen zufolge ein Mitglied aus dem Arcelor-Verwaltungsrat
mit Wirtschaftsminister Michael Glos telefoniert haben soll, wollte ein Ministeriumssprecher
keine Stellungnahme abgeben. Der Wirtschaftsminister sei daran interessiert,
daß Deutschland ein starker Stahlstandort bleibe, hieß es lediglich.
Noch stärker
aber ist das Interesse der Branche an den sich mit einer Megafusion verändernden
Marktstrukturen. Der Konsolidierungsprozeß in der Weltstahlindustrie würde
durch das Entstehen eines neuen Marktführers mit fast 120 Millionen Tonnen
Rohstahlkapazität eine neue Dimension erreichen, sagte Dieter Ameling, der
Präsident der Wirtschaftsvereinigung Stahl. Wenn der Zusammenschluß zustande
kommt, hätte er beim Rohstahl einen Marktanteil von rund 10 Prozent.
Nach Mittal
müßten die großen Asiaten sich rühren
Eine solche
Übernahme würde den globalen Konsolidierungsprozeß noch beschleunigen, ist
Alexander Malkwitz überzeugt. Weitere Schritte seien dann vor allem bei den vom
Marktführer weit abgehängten großen Produzenten in Asien zu erwarten. Malkwitz,
Vizepräsident der Unternehmensberatung A.T. Kearney, rechnet dann auch mit
positiven Effekten für die deutschen Stahlproduzenten, insbesondere für
Thyssen-Krupp. Zum einen erhöhten sich die Chancen des deutschen Marktführers,
organisch zu wachsen. Denn sehr große Kunden neigten dazu, ihre Einkäufe auf
mehrere Lieferanten zu verteilen. Zum anderen verbesserten sich im Windschatten
des neuen Marktgiganten die Aussichten von Thyssen-Krupp, bei der Branchenkonsolidierung,
natürlich auf niedrigerem Niveau, weiterhin mitzuwirken.
Das zeichnet
sich gerade beim kanadischen Stahlkonzern Dofasco ab. Diesen Wunschpartner für
die Expansion in Amerika hatte Thyssen-Krupp wegen des hochgetriebenen Preises
erst vor wenigen Tagen Arcelor überlassen müssen. Nun hat Mittal Steel Dofasco
– für den Fall der Übernahme von Arcelor – Thyssen-Krupp angeboten. So gut sich
die Programme von Arcelor und Mittal Steel zusammenfügen, bei einzelnen
Produkten sind in einigen Märkte Kartellauflagen absehbar. Das bietet kleineren
Wettbewerbern neue Chancen.
Unternehmen
stehen dominanten Marktführer nicht ablehnend gegenüber
Von dem Effekt
zusätzlicher Kunden haben deutsche Stahlkonzerne 2002 bei dem Zusammenschluß
der luxemburgischen Arbed, der französischen Usinor und der spanischen Aceralia
zum damaligen Weltmarktführer Arcelor tatsächlich profitiert. Große Abnehmer in
Südeuropa, bei denen sich durch diese Fusion die Bezüge stark auf Arcelor
konzentrierten, haben einen Teil der Bezugsverträge auf deutsche Anbieter
verlagert.
Kein Sprecher
deutscher Stahlproduzenten ist in diesen Tagen bereit, offiziell zu dem feindlichen
Übernahmeangebot von Mittal Steel Stellung zu nehmen. Gleichwohl vernimmt man
in den Unternehmen unterschiedliche Erwartungen zum Ausgang. Dreh- und
Angelpunkt ist der den Arcelor-Anteilseignern für jeweils eine Aktie offerierte
Preis von 0,8 Mittal-Steel-Aktien plus 7,05 Euro Barzahlung. Es gibt Stimmen,
die davon überzeugt sind, daß Mittal mit einer Nachbesserung beim Aktientausch
zum Zuge kommen würde. Andere wiederum sind der Ansicht, die Barkomponente sei
entschieden zu niedrig. Gelegentlich wird erwartet, daß – ähnlich wie im Fall
Mannesmann/Vodafone – eine in die Enge getriebene Arcelor-Spitze in eine einvernehmliche
Fusion einlenken würde.
Grundsätzlich
stehen die Unternehmen einem dominanten Marktführer nicht ablehnend gegenüber.
Denn die Erfahrungen lehren, daß ein sehr starkes Unternehmen an der Branchenspitze
für bessere Rahmenbedingungen sorgen kann. Im Augenblick fühlen sich fast alle
Stahlproduzenten von den Rohstofflieferanten vorgeführt. Bei den diversen für
die Stahlproduktion erforderlichen Erzen, aber auch bei Kokskohle und Koks
werden die Einkaufspreise von einigen wenigen, sehr großen Anbietern derzeit
regelrecht diktiert.
Mindestens so
wichtig ist freilich die Mengendisziplin, mit denen starke Marktführer in Schwächeperioden
gegen den Verfall der Verkaufspreise angehen. So hat Arcelor im vergangenen
Jahr die eigene Flachstahlproduktion ziemlich genau in dem Umfang gedrosselt,
wie die Marktnachfrage geschrumpft ist. Weil sich auch Thyssen-Krupp durch
Minderproduktion gegen einen stärkeren Preisverfall stemmte, konnten andere
Flachstahlhersteller durch eine Produktionsausweitung die Preisdellen zumindest
kompensieren. Sehr störend für das Preisniveau haben sich in der Vergangenheit
auch häufig kleinere vagabundierende Mengen aus ferneren Lieferländern
ausgewirkt. In Marktregionen mit labiler Lage haben selbst kleinere, günstig
angebotene Mengen häufig einen heftigen Preisrutsch eingeleitet. Die hiesigen
Produzenten können jetzt darauf setzen, daß global aufgestellte Stahlkonzerne
stark darauf achten werden, daß zumindest keine eigenen Unternehmen die
Konzerngeschäfte an anderen Märkten stören.
Germania, Canada, UE, lussemburgo, gruppi e settori, acciaio
Kampf um Dofasco – Thyssen überbietet Arcelor überbietet Thyssen
16. Januar
2006 – Der Übernahmepoker um den kanadischen Stahlkonzern Dofasco geht weiter.
Der luxemburgische Konkurrent Arcelor stockte sein Angebot am Montag auf 71
kanadische Dollar je Aktie auf und überbot damit die Offerte von Thyssen-Krupp
um 4,4 Prozent. Das neue Angebot werde zudem so gestaltet, daß es dem des
deutschen Konkurrenten gleiche, teilte der weltweit zweitgrößte Stahlproduzent
Arcelor am Montag mit.
Das erhöhte
Angebot sei mit der Bedingung verknüpft, daß Dofasco eine Übernahme durch
Arcelor unterstütze und seine Präferenz für Thyssen-Krupp aufgebe.
Thyssen-Krupp erklärte, die Lage nach dem neuen Arcelor-Angebot prüfen und dann
weitere Entscheidungen treffen zu wollen. Das Unternehmen hatte sein Angebot
erst am Samstag auf 68 kanadische Dollar je Aktie angehoben (siehe auch die
Aktienanalyse: Teure Übernahme ein Risiko für die Thyssen-Aktie).
Thyssen-Krupp
will sich bei Autostahl in Nordamerika stärken
Nach
Informationen der Nachrichtenagentur dpa-AFX spekuliert der Markt bereits, daß
Thyssen-Krupp sein Angebot auf 78 Dollar aufstocken könnte. Der Betriebsrat von
Thyssen-Krupp würde ein neues Angebot aus dem eigenen Haus unterstützen, weil
Dofasco gut zum Konzern passe und dadurch sogar die eigenen Arbeitsplätze
sichere, so Betriebsratschef Thomas Schlenz in Düsseldorf. Am Ende müsse sich
das Geschäft aber noch rechnen. Die Aktien von Thyssen-Krupp und Arcelor
verloren bis zum Nachmittag mehr als zwei Prozent an Wert.
Als „Weißer
Ritter” im Bieterkampf
Dofasco hatte
zuletzt seinen Aktionären empfohlen, das feindliche Angebot von Arcelor abzulehnen.
Thyssen-Krupp war Ende November auf Bitte des Dofasco-Vorstandes zur Abwehr
einer feindlichen Übernahme durch Arcelor als so genannter „Weißer Ritter” in
den Bieterkampf eingestiegen. Thyssen-Krupp und Arcelor wollen beide durch den
Kauf von Dofasco ihren Zugang zum nordamerikanischen Markt verbessern.
Arcelor-Chef
Guy Dolle, erklärte zu der neuen Offerte: „Wir glauben, daß Arcelor ein exzellenter
Partner für Dofasco ist. Als Partner der Arcelor-Gruppe wird Dofasco ein
stärkerer und konkurrenzfähigerer Stahlproduzent auf dem nordamerikanischen
Stahlmarkt werden.” Dolle bekräftigte zudem, daß Arcelor die Unternehmenswerte
von Dofasco wie das Verhältnis zu den Beschäftigten respektiere und daran
festhalten werde.
Thyssen bietet
gut 4,4 Milliarden Euro
Der deutsche
Stahlkonzern Thyssen-Krupp hatte sein Übernahmeangebot für Dofasco am Wochenende
nochmals um rund 280 Millionen Euro aufgestockt. Ein Konzernsprecher sagte
Reuters, damit liege das Gebot nach derzeitigen Wechselkursen bei gut 4,4
Milliarden Euro statt zuvor bei 4,127 Milliarden Euro. Thyssen-Krupp hatte
zuerst 61,50 kanadische Dollar je Aktie geboten, dann aber mit einem
Konkurrenzangebot von Arcelor über 63 Dollar gleichgezogen.
Thyssen-Krupp-Chef
Ekkehard Schulz hatte Ende Dezember angekündigt, daß der Konzern sich nicht in
„wertvernichtende Bieterwettbewerbe” hineinziehen lassen werde. Ein Konzernsprecher
sagte am Samstag: „Theoretisch kann es noch lange weitergehen, aber es gibt zweifellos
eine Grenze, bei der die Übernahme nicht länger sinnvoll wäre.”
Mit
Thyssen-Krupp würde Dofasco zum sechstgrößten Stahlproduzenten der Welt.
Derzeit ist die Stahlsparte des Mischkonzerns mit einer Rohstahlproduktion von
16,8 Millionen Tonnen weltweit die Nummer zehn. Dofasco kommt auf 4,3 Millionen
Tonnen, der Konzern ist mit rund 11.000 Mitarbeitern der größte Stahlproduzent
Kanadas. Das Unternehmen erwirtschaftete 2004 einen Umsatz von 4,2 Milliarden
kanadischen Dollar und beliefert unter anderem Kunden in der Auto-, Bau- und
Geräteindustrie.
Germania, gruppi e settori, siderurgia, concentrazione
Arcelor sagt Mittal den Kampf an
Luxemburger
Konzern formiert Abwehr – Frankreichs Regierung kritisiert Übernahmeversuch
scharf
Paris/Düsseldorf
– Der Abwehrkampf um die größte Übernahme in der Stahlbranche hat begonnen:
Während die Arcelor-Spitze und die französische Regierung die Übernahmeofferte
von Weltmarktführer Mittal Steel ablehnen, warb dessen Konzernchef Lakshmi
Mittal in Paris für sein Vorhaben. An diesem Dienstag will der indische
Milliardär dem luxemburgischen Regierungschef Jean-Claude Juncker als
Vertreter des größten Arcelor-Einzelaktionärs (gut fünf Prozent)
seinen Plan erläutern.
Arcelor gab
sich kampfeslustig. "Die Schlacht hat begonnen und wir werden sie
gewinnen", sagte Arcelor-Chef Guy Dollé. Sein Unternehmen habe sich seit
Frühjahr 2005 auf den "Angriff" vorbereitet und verfüge über
"Möglichkeiten zum Widerstand". Die Schlacht werde "vier bis
sechs Monate" dauern, sagte er. Dollé sagte, eine Übernahme durch
Mittal hätte "dramatische Folgen" vor allem für die Beschäftigten. Er
sei "zu 300 Prozent dagegen".
Frankreichs
Finanzminister Thierry Breton übte scharfe Kritik. Lakshmi Mittal habe ihm bei einem Gespräch in
Paris kein konkretes "Industrieprojekt" vorgestellt und auch
nicht dargelegt, wie die unterschiedlichen Firmenkulturen unter einen Hut
gebracht werden könnten, sagte Breton. Er habe die "lebhaftesten
Bedenken" seiner Regierung zum Ausdruck gebracht.
Von den
Wettbewerbshütern der Europäischen Kommission wird Arcelor keine Hilfe bekommen. In den 70er Jahren habe man versucht,
Industriefirmen mit Protektionismus und Subventionen zu stärken, sagte ein
Sprecher von Industriekommissar Günter Verheugen – doch das sei längst
Vergangenheit.
Lakshmi Mittal
beteuerte unterdessen angesichts weit verbreiteter Sorge um Arbeitsplätze, sein
Unternehmen kaufe "Fabriken nicht, um sie zu schließen". Das
Zusammengehen zu einem neuen Branchenriesen sei vielmehr ein "gutes
Mittel", um europäische Arbeitsplätze auch in Zukunft zu schützen. Er
brachte eine gemeinsame Konzernführung und einen Sitz des neuen Unternehmens in
Luxemburg ins Gespräch. Arcelor beschäftigt allein in Frankreich etwa
27 000 Menschen.
Mittal, der
weltgrößte Stahlkonzern,
hatte am Freitag angekündigt, Arcelor für 18,6 Mrd. Euro übernehmen zu
wollen. Die Arcelor-Führung hatte am Sonntag einstimmig beschlossen, diese
Offerte zurückzuweisen. Arcelor als Nachfolger der französischen Usinor, der
luxemburgischen Arbed und der spanischen Arceralia ist weltweit die Nummer zwei
der Branche. Beide gemeinsam verfügen über Produktions-Kapazitäten von
mehr als hundert Mio. Tonnen Stahl und damit mehr als zehn bis zwölf Prozent
des gesamten Weltmarkts. AFP AFP
Artikel
erschienen am Di, 31. Januar 2006 © WELT.de 1995 – 2006
Die Welt 06-01-30
Widerstand gegen Stahlriesen Mittal formiert sich
Arcelor-Führung
erarbeitet Abwehrstrategie gegen feindliche Übernahme – Auch Politiker und
Autohersteller äußern Bedenken
von Gesche Wüpper
und Frank Seidlitz
Paris/Düsseldorf
– Gegen die größte Übernahme der Stahlbranche formiert sich erheblicher
Widerstand: Während der Kapitalmarkt überwiegend positiv auf die feindliche Übernahme-Offerte
von Mittal Steel für seinen Luxemburger Konkurrenten Arcelor reagierte, mehren
sich nun die Stimmen aus Politik, Gewerkschaft und der Automobil-Branche gegen
die Elefantenhochzeit. Die französische Gewerkschaft CFDT etwa
bezeichnete den Übernahmeversuch als "schlechte Nachricht für die
Mitarbeiter von Arcelor" und befürchtet einen massiven Stellenabbau.
Anders könnten die geplanten Synergien von rund einer Mrd. Euro nicht gehoben
werden. Auch der französische Finanzminister Thierry Breton zeigte sich
besorgt. "Arcelors Zukunft liegt im wirtschaftlichen und
arbeitsmarktpolitischen Interesse Europas." Ein Sprecher Bretons ließ
aber offen, ob sich Frankreich aktiv gegen den Zusammenschluß wenden werde. Auch
die Regierungen in Luxemburg und Belgien sind alarmiert und kamen zu
Krisensitzungen zusammen. In allen drei Ländern ist Arcelor einer der
größten Arbeitgeber.
Am Freitag hatte
der indisch-britische Mittal-Konzern überraschend ein feindliches Übernahmeangebot
für die Nummer zwei der Branche, Arcelor, vorgelegt. Der mehrheitlich von der
Familie kontrollierte Konzern will in der größten Übernahme der Branche rund
18,6 Mrd. Euro für den Luxemburger Konkurrenten zahlen. Der Mittal-Konzern,
der zwar in den Niederlanden seinen Hauptsitz hat, aber aus London von der
Familie geführt wird, bietet den Arcelor-Aktionären 28,21 Euro je Anteilsschein
an, bestehend aus einer Bar- und Aktienkomponenten. Demnach würden
Arcelor-Aktionäre für jeden Anteilsschein 0,8 Mittal-Aktien und 7,05 Euro in
bar erhalten. Analysten halten aber insbesondere die Bar-Komponente für zu
niedrig und erwarten generell noch eine Aufstockung der Offerte. Möglich erscheint
dabei eine Spanne zwischen 30 und 35 Euro. Das würde allerdings die
Verschuldung des neuen Konzerns auf mehr als zehn Mrd. Euro hochtreiben.
Bereits jetzt ist Mittal mit 5,4 Mrd. Euro verschuldet. Rating-Agenturen prüfen
daher bereits eine Herabstufung.
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Die
Arcelor-Führung hat währenddessen die Offerte des Weltmarktführers zurückgewiesen
und als "feindliche Übernahme" bezeichnet. "Das Übernahmeangebot ist ein feindlicher Versuch,
gemacht worden, ohne substantielle Diskussionen mit dem Management von
Arcelor", schrieb Konzernschef Guy Dolle in einer Mitteilung an die
Mitarbeiter, die der WELT vorliegt. Der Verwaltungsrat des zweitgrößten
Stahlherstellers empfahl den eigenen Aktionären, die Offerte von Mittal nicht
anzunehmen. "Zwischen beiden Konzernen gibt es starke kulturelle
Unterschiede, die nicht zusammenpassen", sagte ein
Verwaltungsratsmitglied. Nach Informationen dieser Zeitung wurden in der
Sitzung zudem erste Abwehrmaßnahmen diskutiert. Sie sollen nun rechtlich
geprüft werden. Zu den diskutierten Abwehr-Maßnahmen gehört auch die Suche
nach einem Fusionspartner ("Weißer Ritter"), mit dem Arcelor die
Offerte von Mittal verhindern könnte. Es sei nicht auszuschließen, daß
Arcelor Kontakte etwa mit dem US-Konkurrenten Nucor aufnehme, heißt es aus dem
Unternehmensumfeld von Arcelor.
Vorbehalte
kommen aber nicht nur aus der Politik, sondern auch aus der Industrie selbst.
Der Renault-Konzern etwa
befürchtet genauso wie einige deutsche Konkurrenten die dominierende
Marktmacht. "Mittal/Arcelor hätte gravierenden Einfluß auf die
Preisbildung", heißt es bei einem deutschen Automobilhersteller.
Die Branche ist einer der größten Kunden der Stahlhersteller.
Artikel
erschienen am Mo, 30. Januar 2006 © WELT.de 1995 – 2006
Mittal greift nach Arcelor – Thyssen profitiert
Nummer eins
der Stahlbranche bietet 18,6 Mrd. Euro für die Nummer zwei
von Frank Seidlitz
und Gesche Wüpper
Düsseldorf/Paris
– Die Stahlbranche steht vor einer weitreichenden Zäsur. Der Marktführer,
die britisch-indische Mittal Steel, will die Nummer zwei der Branche, Arcelor,
für 18,6 Mrd. Euro schlucken und damit seinen Vorsprung in der Branche fast
uneinholbar ausbauen. "Wir haben immer gesagt, daß sich die Stahlbranche
konsolidieren muß", sagte Mittal-Steel-Chef Lakshmi Mittal.
Nach
Informationen der WELT wird der Arcelor-Vorstand in Kürze die Mittal-Offerte
ablehnen. Damit wäre es der drittgrößte feindliche Übernahmenversuch in
Europa nach Vodafone/Mannesmann (2000) und Sanofi/Aventis (2005).
Obwohl der
Übernahmeversuch feindlich gestartet wurde, hofft Mittal Steel auf darauf, sich
mit dem Arcelor-Vorstand zu einigen. "Wir wollen freundliche
Verhandlungen", sagte Konzernchef Mittal. Ziel sei eine Fusion der
beiden Unternehmen mit einem erweiterten Vorstand aus beiden Konzernen.
Am
Milliarden-Geschäft will sich auch der deutsche ThyssenKrupp-Konzern, die Nummer
zehn der Branche, beteiligen. Erst am Montag (US-Zeit) hatten sich die Düsseldorfer aus dem
Übernahmepoker mit Arcelor um den kanadischen Stahlkonzern Dofasco zurückgezogen.
Die Luxemburger erhielten den Zuschlag. Nun vereinbarten Mittal und ThyssenKrupp
ein gemeinsames Vorgehen. Demnach wird der Düsseldorfer Konzern Dofasco für
3,95 Mrd. Euro übernehmen, wenn Mittal Arcelor kauft. Der Preis
entspricht dem letzten Angebot ThyssenKrupps für Dofasco und liegt mit 68
kanadischen Dollar um drei unter dem, was Arcelor bezahlt hat.
ThyssenKrupp
könnte durch die Übernahme von Dofasco seine Präsenz in Nordamerika deutlich
ausbauen. "Wir haben
damit die Möglichkeit, in wirtschaftlich sinnvollem Rahmen diesen strategisch
bedeutsamen Schritt für profitables Wachstum in der Nafta-Region zu unternehmen",
sagte Konzern-Chef Ekkehard Schulz auf der Hauptversammlung in Bochum. Allerdings
haben die Rating-Agenturen ThyssenKrupp und Mittal zuerst einmal auf die Beobachtungsliste
gesetzt.
Der
britisch-indische Stahlriese bietet den Arcelor-Aktionären 28,21 Euro je
Anteilsschein an, ein Aufschlag von 27 Prozent auf den Arcelor-Schlußkurs vom
Donnerstag. Arcelor-Aktionäre sollen für je fünf eigene Anteilscheine vier
Mittal-Aktien und 35,25 Euro in bar bekommen. Die Marktkapitalisierung nach
einer Übernahme liegt bei rund 32,1 Mrd. Euro, das jährliche Stahl-Produktionsvolumen
bei 100 Mio. Tonnen liegen. Mittal erwartet zudem Synergien von etwa 850 Mio.
Euro.
Der Stahlriese
Mittal gilt als Emporkömmling unter den meist traditionsreichen Stahlkonzernen.
Lakshmi Mittal hatte in den vergangenen 25 Jahren marode Stahlwerke in aller
Welt aufgekauft, saniert und so den größten Stahlkonzern der Welt geschaffen.
Artikel
erschienen am Sa, 28. Januar 2006 © WELT.de 1995 – 2006
Acciaio, gruppi,
biografie
Die letzte Schlacht des Eisenhütten-Kundlers
Das Porträt
von Gesche Wüpper
Paris – Macht
habe ihn nie interessiert, sagte er einmal: "Ich war nie ein
Karrieretyp." Dennoch stieg Guy Dollé 2002 auf zum Chef von Arcelor,
dem heute zweitgrößten Stahlkonzerns der Welt. Bevor ihm der Posten als
Nachfolger von Francis Mer angeboten worden wäre, hätte er sogar schon
darüber nachgedacht, in Rente zu gehen, sagte Dollé später in einem
Interview. Das Vorhaben hat er verschoben, auf Oktober 2007, wenn er 65
Jahre alt wird und damit die Altersgrenze erreicht. Falls der Stahlriese
Mittal seine Pläne nicht durchkreuzt und Dollé früher als erwartet abtreten
muß.
Doch sein
Rivale Lakshmi Mittal irrt, wenn er glaubt, mit dem Arcelor-Chef ein leichtes
Spiel haben zu können. Denn Dollé verfügt über mehrere Qualitäten, die in der
sich anbahnenden Abwehrschlacht von Vorteil sein könnten. So gilt der
begeisterte Sportler, der in seiner Freizeit joggt und Fußball spielt, als
ausdauernd. Das hat der Absolvent der Elitehochschule Polytéchnique sowohl
als Forscher am Institut für Eisenhüttenkunde IRSID zu Beginn seiner Karriere
als auch jetzt im monatelangen Ringen mit ThyssenKrupp um den kanadischen
Stahlhersteller Dofasco bewiesen. Kampflos aufgeben, das wird Dollé deshalb
auch jetzt mit Sicherheit nicht. "Eines seiner herausragendsten Charaktermerkmale
ist, nie vor einer Herausforderung zurück zu schrecken", sagt Philippe
Bideau von der Unternehmensberatung McKinsey. Dollé übernehme auch die
schwierigsten Aufgaben und gehe dabei bewußt Risiken ein. Jedoch niemals
allein, sondern immer zusammen mit einem eingeschworenen Team.
Führungsqualitäten habe er bereits in seiner Jugend als Leiter einer
Pfadfindergruppe und in einer Fußballmannschaft gezeigt, berichten
Weggefährten.
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Im
Abwehrkampf gegen Mittal Steel wird der Sohn eines Kunstglasers aus Metz auch
auf die Unterstützung der Gewerkschaften bauen können. Zu ihnen habe er immer ein Vertrauensverhältnis
gehabt, sagt Dollé selbst. Statt die Arbeitnehmervertreter außen vor zu lassen
und einsame Entscheidungen zu treffen, habe er mit ihnen Klartext geredet. Man
müsse die Dinge beim Namen nennen, damit sich die Leute vorbereiten könnten.
Die Gewerkschaften und sein eingeschworenes Führungsteam braucht Dollé bei seiner
vermutlich letzten Abwehrschlacht mehr denn je.
Artikel
erschienen am Mon, 30. Januar 2006 © WELT.de 1995 – 2006
Faz 06-01-24
Stahl –
Thyssen-Krupp will in Nordamerika wachsen
24. Januar
2006 – Der Industriekonzern Thyssen-Krupp will ungeachtet der gescheiterten
Dofasco-Übernahme seine Position in Nordamerika ausbauen. Neben dem Neubau
eines Stahlwerkes seien Kooperationen oder auch weiter Akquisitionen denkbar,
sagte Vorstandschef Ekkehard Schulz am Dienstag in Düsseldorf. Der Vorstand
ziehe derzeit der Bau eigener Kapazitäten vor.
In dem
neuen Werk in Nordamerika würde Stahl weiterverarbeitet, der in dem im Bau
befindlichen Stahlwerk in Brasilien produziert werden soll. Die Kosten dafür lägen deutlich unter
drei Milliarden Euro, sagte Schulz. Drei Milliarden Euro ist etwa der
Preis für Dofasco ohne seine Erzminen.
Vorteil
Arcelor
Thyssen-Krupp
hatte am Montag abend sein Übernahmeangebot für den kanadischen Stahlproduzent
Dofasco fallen gelassen. Dofasco steht nur vor der Übernahme durch den Rivalen
Arcelor, der zuletzt rund vier Milliarden Euro geboten hatte. Die Luxemburger hätten nun den Vorteil,
schneller ihre Position in Nordamerika ausbauen zu können, sagte Schulz.
Thyssen-Krupp
setzt mit 8,1 Milliarden Euro bereits jeden fünften Euro in Nordamerika um. Die
Gesellschaft beschäftigt in den Vereinigten Staaten 26 000 Menschen. Kunden von
Thyssen-Krupp sind vor allem Autokonzerne.
In der Stahlbranche zählt vor allem Größe
Konsolidierung
begann schon in den 60er Jahren
von Jürgen H.
Wintermann
Düsseldorf –
Immer größer, immer globaler, immer mächtiger. Nach dieser Devise haben die
großen Stahlkonzerne im vergangenen Jahrzehnt eine bis dahin nicht gekannte
Konsolidierungslawine losgetreten, an deren Ende möglicherweise nur eine
handvoll von Großkonzernen überleben und den Markt mit seinen 1,2 Mrd. Tonnen
Rohstahl dominieren werden – umringt von vielen kleinen Nischenplayern.
Konzerne wie Mittal, Boasteel (China) Posco (Korea) haben gute Chancen ganz
vorne dabei zu sein. Bei mittelgroßen Unternehmen hingegen, wie Corus oder
ThyssenKrupp, ist es fraglich, ob sie die Marktturbulenzen überstehen.
"Die Stahlindustrie treibt auf ein Oligopol zu", sagt der Vorstand
eines deutschen Stahlhändlers.
Kartellbehörden,
Wettbewerbshüter, Lieferanten und Kunden der Stahlkocher sehen die Attacke des
Weltmarktführers Mittal Steel auf Arcelor, die Nummer zwei der Branche, deshalb
mit unverhohlenem Argwohn. Sie befürchten weitere negative Auswirkungen der
Elefanten-Hochzeit für Stellen und Wettbewerb.
Die
Stahlindustrie sorgte bereits in den vergangenen Jahren für Aufmerksamkeit
durch spektakuläre Fusionen, Pleiten und Übernahmen – mal feindlich wie Anfang der
Neunziger die Einverleibung von Hoesch durch Krupp, mal einvernehmlich
wie 2001 die Fusion von Arbed, Usinor und Aceralia zur heutigen Arcelor.
Ziel der Übernahmen war es stets, bei Produktion, Vertrieb oder Einkauf
profitabler zu sein als alle Wettbewerber. Nur durch Größe, sagen
Stahlvorstände, hätte die Branche überhaupt noch eine Verhandlungsbasis mit
Blick auf die mächtigen Oligopole und Monopole beim Energie- und
Rohstoff-Einkauf. Doch nun kommt noch ein weiterer Punkt hinzu: die stärker
werdende Konkurrenz aus Asien.
Allein in China
wird heute noch in rund 800 Werken Stahl gekocht. Allein drei Konzerne
produzieren dort jeweils mehr als 25 Mio. Tonnen Rohstahl. Peking drängt
daher seit Jahren seine eigenen Stahlkocher zu Fusionen. Der nächste
Marktführer, da sind sich die Experten einig, könnte also schon bald aus dem
Reich der Mitte kommen. Schon im nächsten Jahr wird China erstmals seinen
eigenen Stahlbedarf selbst decken können und somit zum Netto-Exporteur werden.
Die Asiaten werden also bereits in den nächsten Jahren Massenstahl zu Dumping-Preisen
auf den Weltmarkt werfen. Das wird die Konsolidierung noch weiter forcieren
– allerdings ohne Deutschland. Denn hier ist sie bereits weitgehend abgeschlossen.
Von den 24
börsennotierten Hütten- und Stahlwerken, die es in den sechziger Jahren noch
gab, blieben am Ende nur zwei übrig: ThyssenKrupp und Salzgitter. Alle anderen wurden im Laufe der Jahre
aufgesogen, die meisten von Thyssen und Krupp. Traditionsreiche Namen wie
Dortmund-Hoerder Hüttenunion, Klöckner, Hoesch, Hüttenwerke Siegerland, Edelstahlwerk
Witten, das Hüttenwerk Oberhausen oder auch die Rheinischen Stahlwerke in Essen
sind Geschichte.
Bei dem
damals noch als August Thyssen-Hütte AG firmierenden Thyssen-Konzern artete die
Jagd auf Konkurrenten in den siebziger Jahren fast schon zur Sportart aus. "Beute machen", meist wenn die
Stahlkonjunktur einbrach und die Wettbewerber unter Verlusten ächzten, pflegte
Hans-Günther Sohl, der legendär Nachkriegs-Chef von Thyssen, seine Akquisitionsstrategie
zu umschreiben.
Sohl war
schon in den 70er Jahren klar geworden, daß ein integriertes Hütten-, Stahl-
und Walzwerk wegen der hohen Kapitalintensität erst bei einer
Rohstahlproduktion von 15 bis 20 Mio. Tonnen pro Jahr optimal zu betreiben ist und
– nicht zuletzt wegen des Energieverbundes der Anlagen – möglichst auch an
einem einzigen Standort. So wurde Duisburg zum größten Stahlstandort der Welt
ausgebaut und ist es bis heute.
Das Argument
der optimalen Anlagenkonfiguration, wie Metallurgen ein solch integriertes Hütten-
und Walzwerk bezeichnen, reicht im Zeitalter der Globalisierung allerdings
nicht mehr aus. Was zählt ist Größe.
Artikel
erschienen am Mi, 1. Februar 2006 © WELT.de 1995 – 2006
Porträt: Maharadscha aus Stahl
Märchenhochzeit,
Parteispenden, Fusionen: Lakshmi Mittal ist einer der mächtigsten Unternehmer
der Welt
von Thomas Kielinger
Der Inder mit
britischem Paß steht unter den reichsten "global players" schon an
dritter Stelle, hinter Bill Gates und Warren Buffett. Sein Alter: 55 Jahre.
Sein Business: Stahl. Sein geschätztes Vermögen: 25 Milliarden Dollar. Doch
jetzt legt Lakshmi Mittal erst richtig zu. Es reicht ihm nicht, mit Mittal
Steel Weltmarktführer für Rohstahl zu sein, was er 2004 wurde durch die
Verschmelzung seiner beiden Unternehmen Ispat und LNM Holding mit dem amerikanischen
Stahlriesen International Steel. Nein, nun will er auch Nummer Zwei schlucken,
das französisch-luxemburgische Stahlkonsortium Arcelor, und dafür hat er,
Konzerngründer und sein eigener Vorstandschef, am Freitag ein feindliches
Übernahmegebot gemacht, 18,6 Milliarden Euro wert.
"Feindlich",
weil die Vorstandsetage von Arcelor erst einmal abgelehnt hat. Man möchte sich
"so preiswert" nicht verkaufen, heißt es dort, wo der Schock noch
tief sitzt, über den Überfall aus London. Dabei sieht das Mittal-Angebotspaket
generös aus. Die Arcelor-Aktie würde mit 28,21 Euro bewertet, das liegt 27
Prozent über ihrem Schlußkurs vom Donnerstag. Und die Aktionäre von Arcelor
würden für je fünf eigene Anteilscheine vier Mittal-Aktien erwerben plus 35,25
Euro bar auf die Hand. Wenn es aus Luxemburg nun "nicht genug Bares"
munkelt, wirkt das wie ein Hinhalteargument. Denn die Fusion der beiden Schwergewichte
zu einem neuen Welt-Riesen würde mächtige Wachstumsschübe für die Shareholder
auslösen. Mit 100 Millionen Tonnen Stahlproduktion im Jahr besäße Mittal einen
Weltanteil von zehn Prozent, und das in einem boomenden Markt mit anhaltend
hoher Nachfrage aus Indien und China.
Gewinn indes
versprechen sich auch die Herren von Thyssen/Krupp. Denen war vor einer Woche
im Bieterkampf mit Arcelor um den Erwerb des kanadischen Stahlunternehmens Dofasco
die Puste ausgegangen. Jetzt hat Mittal ihnen zugesagt, Dofasco aus seinem
Arcelor-Erwerb, wenn es dazu kommt, auszugliedern und Thyssen/Krupp zu
überlassen, für den Preis von deren letztem Gebot im Bieterstreit um Dofasco:
68 kanadische Dollar pro Aktie. Wie doch das große Geld gutgelaunt um sich
wirft auf dem Weg nach oben. Bei den Göttern im Olymp würden spätestens jetzt
die Alarmglocken geschrillt haben, und Nemesis wäre losgeschickt worden,
Lakshmi Mittal für seine Hybris zu strafen. Wo lauert das Fatum? Wird der Inder
zu Ikarus, dem, zu nahe der Sonne, die Flügel schmolzen?
Noch sieht es
nicht danach aus, auch wenn schon Vater Mohan den Sohn einst warnte: "Hast
du erst ein Profil in der Öffentlichkeit, kann es mit dir nur noch bergab
gehen." Aber das war ein Ratschlag aus alter Schule, nicht mehr maßgebend
im globalen Dorf, wo Geschäft und Schlagzeilen in der Publicity einander
stützen können – auch die 175 000 Firmenangestellten aus 14 Ländern, in denen
Mittal Steel durch seine Akquisitionen vertreten ist (darunter die Hamburger
Stahlwerke), wollen das Gefühl haben, einem Brand mit hohem
"culture"-Wert zu dienen.
Die Phantasie
von Mittals Zeitgenossen beschäftigte schon sein Aufstieg aus der Anonymität im
indischen Radschastan, wo der Vater mit einem ersten Stahlunternehmen ein
mittleres Vermögen anzusammeln verstand, dank dessen der Sohn überhaupt erst
studieren konnte. Man ist dort stolz auf diesen Sohn, Stahl fließe in seinem
Blut, sagt man in Indien. In London geht es weniger poetisch zu: Geld ist der
Magnet, an Mittal hängt, zu Mittal drängt doch alles. Vor allem New Labour, die
zum Kapitalismus bekehrte ehemals sozialistische Partei, von der schon einer
ihrer Denkanstoßer, Peter Mandelson, heute Handelskommissar der EU, das unvergeßliche
Wort prägte, man habe jetzt bei New Labour "keine Berührungsängste mehr gegenüber
den filthy rich", den unverschämt Reichen. Was gerade Mandelson zum
Verhängnis wurde – bis zur zweimaligen Verbannung aus Blairs Kabinett. Einmal
wegen einer ungedeckten Freundschaftshypothek, dann wegen eines Paßskandals: Er
hatte Einfluß genommen auf das Innenministerium, den Naturalisierungsantrag
zweier anderer steinreicher Inder, der Brüder Sri und Gopi Hinduja, Öl- und
Bankbarone beide, zu beschleunigen.
Glücklicher
Tony Blair, an dessen Teflon-Beschichtung der Anwurf der Korruption um eine
Parteispende Lakshmi Mittals an New Labour, in Höhe von 125 Pfund Sterling,
einfach abprallte. Es war einen Monat nach der Unterhauswahl 2001, die Spende
war eingetroffen, da schickte Blair ein persönliches Schreiben an den
rumänischen Premier Adrian Nastase mit der Bitte, man möge dem Antrag der
Mittal-Gruppe LNM um Erwerb des zu privatisierenden rumänischen
Stahlkonglomerats Sidex ein freundliches Ohr leihen. Prompt ging zwei Tage später
der Zuschlag an Lakshmi Mittal, für geschätzte 500 Millionen Dollar. So wenig
geschädigt gingen Mittal & Blair aus dieser Affäre hervor, daß der Inder im
Wahlkampf 2005 seine Spende an die Labour Partei sogar auf zwei Millionen Pfund
aufstocken konnte. Leute wie er sind, wo die Götter ausgedient zu haben
scheinen, für den Zugriff der Irdischen unerreichbar geworden. Wie seine
Gewinne, von denen niemand so recht weiß, wie und wo sie versteuert werden.
Um so
leidenschaftlicher verfolgt die Yellow Press Mittal und seinesgleichen. So
zuletzt vor 18 Monaten, bei der Hochzeit von dessen 23jähriger Tochter Vanisha
mit einem indischen Investment-Banker aus London. Auf fünf Tage hatte Papa 1000
mit silberumrahmten Einladungen gelockte Gäste nach Paris eingeflogen: Hochzeit
im 16.-Jahrhundert-Château Vaux le Vicomte, das einst Nicolas Fouquet, der
Finanzminister von Ludwig XIV., für sich hatte erbauen lassen, dann das
eigentliche Fest im Palast von Versailles, begleitet von einem Programm, wie es
gekrönten Häuptern geschmeichelt hätte. So besang es auch ein Verwandter der
Braut: "Aus dem Schloß von alter Geschichte betreten wir die Welt der
Maharadschas und der Mysterien. Ein güldener Palast bringt euch dies glanzvolle
Fest, passend für einen König." Kylie Minogue und eine Can-Can-Gruppe in
Moulin-Rouge-Manier verliehen den Mysterien das zeitgenössische Kolorit.
Alles an
Lakshmi Mittal scheint im Jenseits der Phantasie angesiedelt. Auch seine dem
Palladio-Stil entlehnte Hauptresidenz in Londons Milliardärs-Meile, Kensington
Palace Gardens, die er 2003 für den Rekordpreis von 70 Millionen Pfund (120
Millionen Euro) vom Formel-Eins-Impresario Bernie Ecclestone erwarb. Der Marmor
der Fußböden und Säulen in Mittals ganz persönlichem Taj Mahal wurde in der Tat
von dem gleichen Steinbruch geschlagen, dessen sich auch die Erbauer von
Indiens berühmtestem Kunstwerk bedienten. Ach ja, und die Umrandungen des
Indoor-Schwimmbads sind mit Edelsteinen besetzt; das könnte den Gedanken an ein
Talmi Mahal nahe legen. Lakshmi Mittal, eine reale Legende, eine legendäre
Realität.
Artikel
erschienen am Mo, 30. Januar 2006 © WELT.de 1995 – 2006
Arcelor verliert Hoffnung auf weißen Ritter
Chef des
Luxemburger Stahlkonzerns glaubt nicht mehr an Gegenangebot zur Mittal-Offerte
von Frank Seidlitz
und Gesche Wüpper
Paris – Der
Stahlkonzern Arcelor hat seine Suche nach einem schlagkräftigen Partner aufgegeben,
der durch ein Gegenangebot der feindlichen Übernahmeofferte durch Mittal Steel
Paroli bieten könnte. "Ein weißer Ritter aus der Industrie existiert
nicht", sagte Arcelor-Chef Guy Dollé der französischen
Wirtschaftszeitung "Les Echos". "Und an einen weißen Ritter
aus der Finanzwelt glaube ich nicht." Dollé sucht jetzt nach
eigenen Angaben einen Partner für eine begrenzte industrielle Zusammenarbeit,
der möglicherweise einen Minderheitsanteil an Arcelor übernehmen könnte.
Arcelor ist nach Mittal Steel der zweitgrößte Stahlkonzern der Welt.
Ein Bündnis
auf Projektebene mit einem anderen Wettbewerber könne den schützenden Effekt eines "weißen
Ritters" haben, sagte Dollé. Nach Informationen der WELT könnte ein solches
Bündnis von einer Überkreuzbeteiligung bis hin zur Gründung von Joint Ventures
gehen. Auch eine freundliche Fusion mit einem Konkurrenten werde nicht
ausgeschlossen, heißt es aus unternehmensnahen Kreisen. Konkrete Namen wurden
jedoch nicht genannt.
Strategisch
sinnvoll wäre ein solches Bündnis nach Ansicht von Branchenexperten mit Nucor,
AK Steel und US Steel in Nordamerika oder in Asien. In China steht Arcelor gerade kurz vor dem
Abschluß eines wichtigen Zukaufs. Für eine industrielle Allianz, verbunden
mit einem Aktientausch nach dem Vorbild von Renault und Nissan, benötige man
ein konkretes industrielles Projekt, sagte Dollé. Eine solche Allianz
mit Nippon Steel allerdings komme von dem Hintergrund der höheren Marktkapitalisierung
des japanischen Kooperationspartners kaum in Frage. Nippon Steel war
wiederholt als möglicher Partner gehandelt worden. Dollé und Nippon-Steel-Chef
Akio Mimura hatten sich am gestrigen Donnerstag getroffen.
Eine andere
Abwehrmaßnahme schloß Dollé ebenfalls aus: die Ausschüttung einer
Super-Dividende, um die Aktionäre zum Festhalten an Arcelor zu bewegen. Arcelor
sei fest entschlossen, sich gegen das Übernahmeangebot von Mittal Steel zu
stellen, erklärte Dollé gestern in einem Kommuniqué: "Es entspricht weder
den Interessen unserer Aktionäre, noch dem unserer Mitarbeiter, noch dem der
Partner unserer Gruppe."
Gleichzeitig
erteilte der Arcelor-Chef Gerüchten eine Absage, er plane Gespräche mit
Mittal-Steel-Chef Lakshmi Mittal. Beobachter hatten spekuliert, Dollé und
Mittal würden sich auf dem gestern in Paris stattfindenden Branchentreffen des
Iron Steel Institute (IISI) treffen. Bisher habe Mittal Arcelor kein
industrielles Projekt präsentiert, sagte Dollé: "Sollte das Unternehmen
Mittal Steel ein solches Projekt präsentieren wollen, wird es der
Verwaltungsrat von Arcelor prüfen, wie es die Regeln der Corporate Governance
vorschreiben." Das Übernahmeangebot werde "in Luxemburg bereits
geprüft" und sollte in den kommenden Tagen auch der spanischen und der
belgischen Börsenaufsicht vorgelegt werden, hieß es im Umfeld Mittals. Bei
Arcelor war davon jedoch nichts bekannt. Bei Beratungen der
Börsenaufsicht-Behörden Frankreichs, Spaniens, Belgiens und Luxemburgs wurde
entschieden, daß im Zusammenhang mit dem Übernahmekampf das luxemburgische
Börsenrecht gelten solle.
Artikel erschienen
am Sa, 4. Februar 2006 © WELT.de 1995 – 2006
1989 Acquisition
of Iron & Steel Company of Trinidad & Tobago >
1990
1991
1992 Acquisition
of Sibalsa >
1993