Il papa mobilita la Ue. Sodano: non c´è la libertà di
distruggerci
Il Vaticano prende posizione
dopo gli assalti alle chiese
Incontro con Berlusconi per i Patti lateranensi
CITTÀ DEL VATICANO –Papa Ratzinger chiede
rispetto per le religioni e i loro simboli, ma condanna fermamente i fanatici
che stanno fomentando le violenze in molti paesi islamici ed esige reciprocità
nel rispetto della libertà religiosa.
«L´intolleranza e la violenza – ha detto rivolgendosi al nuovo ambasciatore del
Marocco, venuto per presentare le credenziali – non possono mai giustificare le
risposte alle offese, perchè non sono risposte compatibili con i principi sacri
della religione».Quindi, accennando ai gruppi fondamentalisti che aizzano i sentimenti delle
folle, il pontefice ha deplorato le azioni di «coloro che approfittano
deliberatamente dell´offesa creata ai sentimenti religiosi per fomentare atti
violenti. Tanto più che ciò viene fatto a fini estranei alla religioni».
All´indomani dell´ondata di violenze, che dal Pakistan alla Nigeria hanno
provocato morti tra i cristiani e visto chiese incendiate, il Vaticano
indurisce dunque la sua posizione. Permane la volontà di sviluppare il
dialogo con l´Islam, ma il Papa chiede di far barriera contro il fanatismo
integralista. Dopo l´uccisione di padre Santoro in Turchia, l´Osservatore
Romano ricorda il nuovo tributo di sangue pagato dalla Chiesa cattolica in
Nigeria: «Padre Michael Gajere è la nuova vittima del clima di violenza e di
intolleranza, che pare diffondersi nel mondo».
Benedetto XVI ritiene che i credenti non debbano essere «feriti nei loro
sentimenti» da provocazioni, ma con l´ambasciatore ha insistito sulla necessità
che in ogni società sia realmente assicurato il rispetto delle pratiche
religiose altrui e per ognuno «l´esercizio della religione liberamente scelta».
Poche ore dopo il Papa è tornato sull´argomento con i vescovi di vari paesi
africani, insistendo che il dialogo con i musulmani si sostanzi «permettendo a
tutti il libero esercizio della propria religione».
Il concetto il cardinal Sodano lo ha poi riassunto in maniera
fulminante, uscendo in serata da un cordiale incontro con il presidente
Ciampi e il premier Berlusconi all´ambasciata d´Italia presso la Santa Sede:
«Se diciamo ai nostri che non c´è libertà di offendere, dobbiamo anche dire
agli altri che non c´è libertà di distruggerci». All´incontro, programmato per
l´anniversario dei Patti lateranensi, la soddisfazione per i buoni rapporti
tra Italia e Santa Sede si è accompagnata ad una grande preoccupazione per
la marea di rabbia e di violenza presente nel mondo musulmano.
«Abbiamo parlato dell´emergenza nei Paesi islamici ed è emersa la
preoccupazione da parte del Vaticano», ha rivelato Berlusconi. «Giustamente il
presidente Ciampi – ha aggiunto il cardinale Sodano – ha detto che non basta la
tolleranza, che è un concetto negativo. Ci vuole, invece, rispetto e noi
dobbiamo continuare questa missione nel mondo, che è una missione di civiltà».
Un compito che spetta alla Santa Sede e all´Italia.
Al ricevimento in ambasciata era presenti fra gli altri i presidenti delle
Camere Pera e Casini, il ministro degli Esteri Fini, il sottosegretario Letta e
da parte ecclesiastica mons. Sostituto Sandri, il ministro degli Esteri papale
Lajolo, il cardinal Ruini e mons. Betori. Assenti i leader dell´Unione, e in
particolare Fassino e Rutelli, sempre presenti negli anni scorsi.
Durante il colloquio di oltre un´ora, si è parlato poco di elezioni e molto di
Islam, Terrasanta, Iran oltre ai sanguinosi incidenti in Libia e Nigeria. «La
Chiesa continua a lanciare al mondo il suo messaggio di amore», nonostante
l´ondata di violenze, ed anche «l´Italia deve dare al mondo questo esempio», ha
affermato Sodano confessando il suo dolore per i morti in Nigeria.
«Siamo obbligati dalla nostra storia e dalla Costituzione a dare agli altri ciò
che gli compete, anche se gli altri non ce lo danno. Sul piano politico – ha
tuttavia soggiunto – dobbiamo far giocare il concetto della reciprocità quando
trattiamo accordi». Il Segretario di Stato ha elogiato apertamente i rapporti
italo-vaticani, dicendosi lieto di un incontro che dimostra «concordia e
collaborazione, e soprattutto rispetto reciproco». Un giudizio bipartisan da
parte del Vaticano.
Soddisfattissimo naturalmente il premier: « Non ci sono mai stati rapporti
di collaborazione così piena nella storia delle relazioni tra Vaticano e
governo italiano». E «per ammissione loro», ha rilevato sorridendo. Aggiungendo
in coda: «Abbiamo fatto tanto per la famiglia e lo stato sociale».