IRAQ, USA
REPUBBLICA Lun. 27/3/2006
Le forze americane hanno liberato 17 stranieri rinchiusi
in un bunker sorvegliato da militari iracheni: 40 arrestati
Scontri tra miliziani e
soldati Usa: diciotto morti tra gli sciiti
Fallito un attacco a colpi di mortaio contro l´abitazione del radicale al Sadr
Nella capitale i miliziani di Moqtada al Sadr hanno tentato di impedire
l´ingresso dei militari Usa nel luogo di culto
BAGDAD – Una ventina di miliziani sciiti agli ordini del
religioso radicale Moqtada al Sadr sono rimasti uccisi ieri sera in una
battaglia con i militari statunitensi a Bagdad. Secondo la polizia irachena gli
scontri sono cominciati quando i miliziani dell´Armata del Mahdi, agli ordini
di Sadr, hanno tentato di impedire ai soldati americani di penetrare nella
moschea Mustafà, nel quartiere di Ur, nel settore nord-orientale della
capitale irachena. La notizia è stata confermata dai capi miliziani sciiti e
da fonti mediche, ma non dal comando dell´esercito Usa.
Secondo la polizia irachena, i militari statunitensi sono stati bersagliati
da colpi di arma da fuoco esplosi dalle guardie a presidio della moschea, nella
quale erano penetrati, ed hanno risposto al fuoco uccidendo le guardie e
numerosi dei seguaci di Sadr, dei quali la moschea è una roccaforte. Altri
testimoni hanno dichiarato che nel quartiere ha riecheggiato una sparatoria, e
si è poi udito l´urlo delle sirene delle ambulanze.
Più grave la versione fornita da uno dei collaboratori di Sadr, Hazim al
Araji. Secondo l´uomo gli uccisi non erano miliziani, ma fedeli disarmati:
«Le truppe americane sono penetrate nella moschea Mustafà durante le preghiere,
ed hanno ucciso oltre venti fedeli. Li hanno legati ed hanno sparato su di
loro. Le forze americane hanno assassinato 20 innocenti».
Già denominata Saddam City, la zona è stata recentemente ribattezzata in
ricordo di Mohammad Baqer al Sadr e Mohammad Sadeq al Sadr, due alti dignitari
sciiti fatti uccidere rispettivamente nel 1980 e nel 1999 da Saddam Hussein, i
quali erano rispettivamente lo zio e il padre di Moqtada al Sadr, il giovane
imam che si è conquistato un vasto seguito grazie ai suoi violenti sermoni
contro l´occupazione americana dell´Iraq.
Gli scontri di ieri sera potrebbero avere come origine un attacco avvenuto
poche ore prima proprio contro l´abitazione di Moqtada al Sadr a Najaf, 160
chilometri a sud della capitale. Due colpi mortaio sono caduti vicino alla casa
del religioso oltranzista senza provocare feriti. La reazione è stata
tuttavia immediata, e centinaia di miliziani si sono riuniti attorno
all´abitazione del loro leader, mentre la polizia isolava la zona, a ridosso
dello stadio e del cimitero di Najaf.
Sempre ieri, i militari americani hanno catturato almeno 40 uomini della
polizia irachena, che tenevano prigionieri 17 cittadini stranieri in un luogo
fortificato a Bagdad. Un giornalista dell´agenzia Reuters che si era
avvicinato al posto per verificare i fatti ne è stato allontanato da miliziani
sciiti.
Non è chiaro chi fossero gli stranieri sequestrati, ma è noto che il governo
iracheno (dominato da elementi sciiti) ha varato una campagna intesa a
debellare miliziani sunniti provenienti da altri stati arabi, cui
attribuisce i numerosi attentati di terroristi suicidi che hanno insanguinato
la capitale.
L´anno scorso i militari statunitensi scoprirono 173 prigionieri sunniti in
un carcere fortificato segreto gestito dal ministero dell´interno: avevano
sofferto per torture ed erano stati affamati.
Infine, alle porte della città di Baquba, sono stati trovati i cadaveri di
trenta persone. Molti dei quali decapitati.
LA CUPOLA D’ORO Il 22 febbraio scorso, un commando
non identificato piazza cariche esplosive nella moschea sciita Al Askariya di
Samarra, un gioiello architettonico del Nono secolo che ospitano le spoglie di
venerati imam: la moschea, famosa per la sua «cupola d’oro», viene
completamente distrutta
LA VENDETTA Nei giorni seguenti, oltre cento moschee sunnite vengono
attaccate da miliziani sciiti inferociti per la distruzione del loro luogo
sacro, il quarto del Paese. Decine di persone rimangono uccise. Assassinata
anche la trentenne Atwar Bahjat, reporter della televisione satellitare Al
Arabiya
AUTOBOMBE Il 25 febbraio la crisi si aggrava. Nonostante il coprifuoco,
attentati e autobombe per le strade e nei mercati provocano la morte di 50
persone. Dodici agricoltori sciiti vengono uccisi in un frutteto a Baquba
STRAGE AL MERCATO Il 12 marzo, nuova spaventosa strage in un mercato di
Sadr City, il quartiere sciita della capitale. Tre autobomba esplodono una dopo
l’altra tra la gente che fa la spesa: sono quaranta le vittime, decine i feriti
orrendamente mutilati