Capodanno di lotta per le addette alle pulizie di un importante albergo di Bologna, l’”Holiday Inn”. Le lavoratrici, tutte immigrate, da tempo si erano rivolte al si cobas per difendersi dalla situazione di infame sfruttamento a cui sono sottoposte. Una ulteriore tegola si abbattuta sulla loro testa con la fine dell’anno: la revoca dell’appalto per le pulizie dell’albergo alla cooperativa Aesse service. Si son trovate nella solita situazione di cambio appalto con una nuova coop decisa a imporre un contratto, diverso da quello pur pessimo che avevano precedentemente, che avrebbe peggiorato nettamente le loro condizioni di lavoro. Numerosi giudici si sono già pronunciati su questo contratto considerandolo illegittimo in quanto lesivo della possibilità di condurre una vita dignitosa per il lavoratore. Ciononostante la cooperativa subentrante nell’appalto delle pulizie dell’Holiday Inn vuole applicarlo e ha sottoposto le lavoratrici dell’albergo a un vero e proprio ricatto: o la firma del contratto alle nuove condizioni o la perdita del posto di lavoro malgrado l’esistenza, nel precedente contratto, di una clausola che prevede il mantenimento del posto di lavoro e delle condizioni acquisite in caso di cambio di appalto. Tre lavoratrici si sono piegate al ricatto e hanno firmato spinte della necessità ma le altre si sono rifiutate di farlo e pertanto per esse,a decorrere dal primo gennaio si è aperta la strada della disoccupazione. Contro questa porcata dei nuovi padroni il SI Cobas ha proclamato lo sciopero per il 31 dicembre, ultimo giorno di servizio della vecchia cooperativa. Lo sciopero non era affatto uno sciopero simbolico come quelli a cui ci hanno abituato i sindacati di stato CGIL, CISL, UIL, UGL e compagnia cantante della galassia del sindacalismo autonomo. Innanzitutto è stato proclamato proprio nel giorno di San Silvestro, in cui l’albergo sarebbe stato pieno di clienti(cosa che si è in effetti verificata). Soprattutto però le lavoratrici non sono state lasciate sole a combattere il padrone. Il 30 tutti i delegati del si cobas dei magazzini della logistica di Bologna sono stati avvisati telefonicamente per portare sostegno il giorno successivo a un presidio da tenere davanti all’Holiday Inn. Nonostante le difficoltà derivanti dall’essere il 31 la vigilia di capodanno, con numerosi delegati in ferie o irraggiungibili, molti delegati e lavoratori del si cobas si sono presentati la mattina seguente all’Holiday Inn a dare manforte alle lavoratrici. Si voleva ad ogni costo evitare che lo sciopero fosse vanificato da squadre di crumiri pronti a rimpiazzarle, pratica questa illegale ma non da escludere dato che i padroni non si preoccupano di trasgredire le leggi quando si tratta di tutelare i loro profitti. Il presidio composto dalle lavoratrici, dai militanti del si cobas, da numerosi attivisti del centro sociale crash e del Coordinamento migranti è riuscito perfettamente:una settantina di compagni hanno sfidato la gelida temperatura e hanno sbattuto in faccia ai boss dell’albergo, schiumanti di rabbia per la figura di merda fatta davanti a centinaia di clienti molti dei quali hanno espresso solidarietà, che possono scordarsi di trattare come stracci da terra i lavoratori. Anche lo sciopero è perfettamente riuscito, sono entrate solo le lavoratrici che per paura avevano già deciso di firmare il contratto, le altre son rimaste fuori a gridare la loro rabbia contro i padroni vecchi e quelli nuovi che hanno evitato qualsiasi contatto con le lavoratrici e con il sindacato. Proprio tale indisponibilità ha spinto le scioperanti a prolungare il presidio, inizialmente previsto per la sola mattinata, a tutta la giornata del 31. I compagni presenti hanno accolto la loro proposta e pertanto per l’Holiday Inn di Bologna si è profilato un San Silvestro del tutto anomalo. Il presidio è andato avanti fino alle 20.30.Consapevoli che la battaglia era ancora da continuare i compagni presenti hanno deciso, prima di lasciarsi, di convocare un nuovo presidio per il 2 gennaio. Nel frattempo però, consapevoli che il giorno successivo sarebbe subentrata la nuova coop, si è deciso che le lavoratrici si sarebbero presentate a prendere servizio la mattina successiva, cosa puntualmente verificatasi. I nuovi padroni però le hanno mandate via dato che loro hanno insistito a non voler firmare il contratto capestro che le si proponeva. Pertanto il 2 mattina si è svolto il nuovo presidio. Numero minore di partecipanti rispetto al 31 ma stessa determinazione alla lotta da parte delle lavoratrici e dei compagni presenti. Dopo le 8 sono arrivate le prime lavoratrici chiamate in sostituzione delle licenziate. Si trattava prevalentemente di povere sfruttate, prevalentemente dell’Europa dell’est, che non sapevano neanche dell’esistenza dei contratti collettivi di lavoro. Si è subito cercato di fare opera di dissuasione. In questa attività si sono distinti alcuni facchini che hanno spiegato loro come i padroni cerchino di tenere divisi i lavoratori, come l’unica maniera per conquistare la dignità calpestata sia la lotta e l’organizzazione, come a poco a poco, superata la paura e intrapresa la lotta, si conquista forza e rispetto, tutto ciò espresso in maniera semplice e chiara. Poco dopo è arrivata la Digos che ha cercato di capire quali fossero le intenzioni. I compagni hanno spiegato ai poliziotti in tutti i modi possibili il grave torto subito dalle lavoratrici ma loro erano più che altro intenzionati a capire cosa sarebbe successo nel caso di ingresso delle sostitute. Quando hanno capito che non sarebbero state fatte entrare hanno minacciato l’intervento della forza pubblica ma in contemporanea, dato che una carica poliziesca si sarebbe dovuta svolgere davanti a centinaia di clienti dell’albergo, hanno cominciato a “trattare” con la direzione dell’hotel da un lato e i responsabili”sul campo” della coop subentrante che, nel frattempo, aveva parcheggiato quelle povere disgraziate nel bar di un centro commerciale. La cosa è andata avanti per diverse ore e sul finire della mattinata è arrivata la comunicazione dei responsabili della coop subentrante che accettavano di trattare con il si cobas fissando per il 3 gennaio un incontro a Bologna, risultato questo molto importante dato che il 31 avevano rifiutato qualsiasi trattativa e il giorno di capodanno avevano cacciato le lavoratrici che si erano rifiutate di firmare. Evidentemente non avevano capito che non avevano a che fare con i miserabili bonzi di cgil cisl uil ma con lavoratrici e solidali assolutamente non disposti a far passare questa porcheria. Dopo breve assemblea all’ingresso dell’hotel si è deciso di sciogliere il picchetto in attesa dell’esito della trattativa.
Il risultato dell’incontro del 3 a Bologna è positivo. L’accordo prevede che le lavoratrici verranno reintegrate, a tempo indeterminato, senza periodo di prova e a parità di orario riceveranno la stessa retribuzione, la tredicesima e la quattordicesima. Soddisfatti del risultato raggiunto, responsabili del si cobas e lavoratrici si sono recati all’Holiday Inn per firmare il nuovo contratto. Al momento della firma però…sorpresa: leggendo il contratto da firmare, i rappresentanti del si cobas si accorgono che il testo sottoposto alla firma non contiene le clausole migliorative previste dall’accordo. Contattato telefonicamente il rappresentante della società adduce motivi tecnici ma si dice disposto a inserire le clausole in questione subito dopo le feste. A questo punto però si decide di non firmare, in attesa di un testo che inserisca tutto ciò che è stato conquistato. Al momento in cui scriviamo queste note non siamo in grado di sapere se i padroni stanno facendo per l’ennesima volta i furbi o se effettivamente dopo le feste sottoporranno alla firma il contratto a condizioni tali che le lavoratrici possano rientrare al lavoro. Quel che è certo è che se questo non si verificherà i nuovi padroni della Policoop e il loro committente Holiday Inn dovranno mettere in conto di avere per lungo tempo la presenza all’ingresso dell’hotel delle lavoratrici e dei solidali.
Chiudiamo questa breve cronaca segnalando alcune cose importanti. In questi giorni che siamo stati a contatto con queste proletarie abbiamo avuto modo di imparare da loro le condizioni di rivoltante sfruttamento a cui sono sottoposte, le angherie e le umiliazioni subite per anni e anni in silenzio. Abbiamo imparato di capi e capetti che dopo che loro avevano pulito le stanze le facevano uscire e infilavano nella stanza già pulita calzini e simili per far loro “multe” che decurtavano il già magrissimo salario, abbiamo imparato di capi e capetti che non permettevano loro neanche qualche breve momento comune di socialità: quando le vedevano parlare o ridere insieme le apostrofavano con “smettetela oche”.Abbiamo imparato di orario di lavoro di 5 ore al giorno che si allungava di ore effettuate e non pagate: i tayloristici ritmi imposti di 25 minuti a camera sono assolutamente impossibili da rispettare e perciò dovevano finire di pulire le camere lavorando con ore aggiuntive non retribuite. Abbiamo però anche visto la loro determinazione a dire basta, abbiamo visto il loro orgoglio a difendere una vita degna di questo nome. Abbiamo visto la loro forza d’animo quando hanno serrato le fila e si sono strette in cordone quando si è ventilata la possibilità che le sostitute entrassero nell’albergo.
La loro lotta è la nostra lotta
W le lavoratrici dell’Holiday Inn di Bologna