La lotta dei lavoratori delle cooperative Granarolo vede oggi a Bologna un importante momento di mobilitazione e di innalzamento dello scontro politico.
Il Governo -nella figura del Prefetto, il Potere Locale (le famose “pdiessine” Coop Rosse, di cui Granarolo è parte integrante), i Sindacati Confederali, hanno costituito una “Santa Alleanza” contro quelle che chiamano “agitazioni pretestuose” dei facchini, dirette dal SI Cobas.
“Agitazioni pretestuose” perché?
- Perché rivendicano il diritto di far applicare i Contratti , le Leggi di Lavoro, gli Accordi, e di scioperare quando questi non vengono rispettati?
- Perché non accettano il caporalato più infame, le ruberie in busta paga ed i licenziamenti di rappresaglia?
- Perché esigono il reintegro al lavoro di TUTTI i licenziati di luglio (solo 9 dei 51 oggi sono stati riassunti)?
- Perché non si piegano al ricatto poliziesco delle 179 denunce, messe lì apposta per far recedere i lavoratori dal rivendicare i propri diritti?
Se credono di stancarci e di intimidirci si illudono. Sono anni che migliaia di facchini delle logistiche dimostrano di saper tener testa alla repressione delle lotte sociali da parte dello Stato, dei suoi governi, dei suoi organi polizieschi e giudiziari. E non si fermeranno.
Proprio in questi giorni infatti gli operai hanno ripreso a picchettare i cancelli delle logistiche bolognesi, esigendo il reintegro immediato dei loro compagni licenziati per rappresaglia. E’ una lotta di lunga durata, sociale e politica, che non permetteremo a nessuno di “criminalizzare” o di far “scivolare” in una questione di “ordine pubblico”.
La nostra forza sta nell’autorganizzazione, nell’unità, nella causa per cui lottiamo.
Il segnale che oggi, nelle strade e nelle piazze di Bologna, vogliamo dare a tutti può essere così sintetizzato:
Nessuna provocazione deve passare, la lotta deve continuare fino alla vittoria!
Non un solo lavoratore deve essere lasciato indietro!
Le persecuzioni non ci spaventano; ma rafforzano la nostra determinazione, la nostra unità!
Ai lavoratori AMT di Genova, che hanno assediato la Giunta Comunale e stracciato con uno sciopero ad oltranza tutte le infami leggi di “regolamentazione del conflitto”, a tutti i disoccupati, cassintegrati, precari, a tutti i lavoratori che vedono crollare i loro salari, diciamo:
Da una giornata di lotta come questa deve ripartire un movimento di opposizione al capitalismo ed alle sue crisi, nella prospettiva del suo abbattimento.
Un movimento che si riannodi con altre recenti giornate di lotta (Napoli 27 settembre, Roma 19 ottobre) per sviluppare un “fronte unico dal basso” su questi obbiettivi immediati:
No ai licenziamenti; difesa delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari
La difesa del salario
La garanzia di salario
La riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.
Non ci piegheranno! Uniti si vince!
Comunisti per l’Organizzazione Di Classe
Gruppo Comunista Rivoluzionario