Devastazione e saccheggio: questo il reato sempre più utilizzato per colpire chi lotta contro questo putrido sistema.
Dopo anni di oblio i pm rispolverano questa fattispecie prima sperimentandola negli stadi, da sempre terreno di conflitto, poi trovandone la geniale applicazione nei processi del g8 di Genova, geniale perchè questa fattispecie di reato permette di evitare gli sconti di pena dei reati continuati (es. danneggiamento +resistenza a pu +furto) , ha un termine di prescrizione lunghissimo ed ha inoltre il “pregio”, perlomeno nella lettura data dai giudici sempre più spesso, di non necessitare di verifiche empiriche della commissione del fatto ciminoso e della volontarietà dello stesso (non mancano infatti nelle sentenze riferimenti del tipo “era dalle ore 12 alle 18 nel gruppo di quei soggetti individuati come violenti ed è da presupporsi che abbia agito” oppure “pur non commettendo personalmente partecipava moralmente con la sua presenza rafforzatrice dell’intento criminoso”).
Si capisce come in una cornice di piena crisi economica questo reato risulti una vera manna per chi veda la piazza come un nemico da combattere con ogni mezzo necessario, dalla violenza arbitraria all’uso del diritto e della legge borghese, che nulla ha a che vedere con la giustizia sociale che noi comunisti vorremmo.
Spesso si cerca di ricondurre questo reato ad un’eccezione, lo si definisce fascista perchè, come la maggior parte dei reati in realtà ,inscritto nel codice penale stilato in quell’epoca. Ma ciò è riduttivo, perchè i reati del codice che fanno comodo al capitale sono stati democraticizzati (si veda la corruzione che non è più un reato contro la fedeltà allo stato ma contro l’imparzialità verso i cittadini), è chiaro dunque che il capitalismo usa la carota per quei reati che rendono più agevole l’asservimento dell’apparato istituzionale ai suoi poteri economici, mentre usa il bastone con quelli che chiama cittadini, con ipocrisia, ma che sa nemici dello status quo.
Ecco allora che un reato non serve tanto a punire chi lo commette ma un qualsiasi capro espiatorio anche sulla base di una semplice foto, ecco che diventa strumento deterrente verso chi vorrebbe esprimere il suo la propria rabbia nelle piazze e non solo in un periodo in cui è ormai chiara l’inadeguatezza del sistema economico vigente e la sua insopportabile ineguaglianza.
Il tutto si inserisce in un ottica di militarizzazione che smaschera il vero ruolo delle istituzioni come garanti dello stato di cose attuali, in un epoca dove la devastazione e il saccheggio, quello vero e quotidiano, è operato dal capitale ai danni dell’esistenza di milioni di lavoratori.
Si capisce dunque la paura che lor signori hanno rispetto a un conflitto non più unilaterale.
Stringiamoci attorno a quei compagni e a quei ragazzi che sono stati arrestati per aver praticato lotta di classe e che sono stati colpiti per punire tutti coloro che non chinano il capo.
Fuori i compagni dalle galere! Davide libero!
il miglior gesto di solidarietà è continuare a lottare!
COMBAT VITERBO