[Colombia] La lotta dei lavoratori della miniera Cerrejón

Lo scontro tra la società Cerrejón Limited proprietaria dell’omonima miniera ei suoi lavoratori in sciopero si sta intensificando di settimana in settimana: finora non è stato infatti raggiunto nessun tipo di accordo in merito alla contrattazione salariale.

La miniera Cerrejón è situata nel dipartimento settentrionale colombiano di Guajira ed è la più grande miniera a cielo aperto di carbone del mondo oltre a rappresentare da sola circa il 5% dell’intera vendita mondiale. I lavoratori sono scesi in sciopero sin dai primi di febbraio a causa di salari da fame e alla mancanza di una seppur minima copertura sanitaria.

Il sindacato nazionale dei lavoratori del carbone, il Sintracarbon, ha chiesto alle compagnie che lavorano nella miniera, (tutti colossi mutlinazionali come l’australiana BHP Billiton Ltd., l’anglo-svizzera Xstrata Plc e l’inglese Anglo American Plc) un aumento del salario dell’ 8,5% per tutti i lavoratori. Il consorzio legato all’estrazione del carbone ha invece proposto un aumento del 5%, ipotesi che il sindacato ha subito respinto. I vertici di Cerrejón, hanno deciso di fermare le trattative perché le condizioni di una scadenza fissa e una strategia di soluzione alternativa non sono state accettate dal sindacato.

Un comunicato stampa dell’azienda recitava: “Cerrejón si rammarica del fatto che date queste condizioni, qualsiasi trattativa con Sintracarbon è stata sospesa finché non ci saranno le condizioni per un dialogo costruttivo”.

I dirigenti sindacali si sono detti sorpresi di ricevere le notizie che le trattative erano state sospese attraverso gli organi di informazione. Un esempio questo, dell’enorme potere delle compagnie sui media locali e non, utilizzati come bacheche aziendali.

Secondo la Reuters, lo sciopero dei lavoratori Cerrejón è costato all’economia colombiana circa 3 milioni di dollari al giorno.

Lo sciopero è iniziato il 7 febbraio. Nell’impianto minerario il Sintracarbon rappresenta oltre 3.000 lavoratori, i quali costituiscono circa il 93% della forza lavoro totale della società. In una votazione, quasi il 97% dei membri del sindacato hanno deciso di entrare in sciopero. Il 15 febbraio un corteo di 1500 lavoratori della miniera ha attraverrsato le vie di Riohacha ribadendo la volontà di non recedere nella lotta, e di come essa possa fungere da esempio di mobilitazione per tutti i lavoratori colombiani e del mondo.

In Colombia, il padronato da secoli ha avuto storicamente sempre gioco facile sulla classe operaia: tramite corruzione, violenze di ogni genere contro i lavoratori, collusione con criminalità locale e in generale una politica ferocemente antisindacale.

Sicuramente anche in questo contesto, non mancheranno all’interno del sindacato coloro che preferiranno cedere alla lusinghe dei padroni, o chi cercherà di sfruttare le lotte per tornaconti personali; sono controindicazioni verso cui nessun organismo sindacale è mai riuscito ad essere completamente immune, dinamiche che anche qualora si verificassero rimarebbero di secondo piano rispetto l’importanza della realizzazione dello sciopero prolungato, indice di qualcosa che si è messo in moto, e ciò nel capitalismo non è scontato.

Una generazione di operai sta tentando di rialzare la testa, iniziando a percepire le potenzialità di una classe che se organizzata può riuscire a infrangere qualsiasi status quo imposto dalla borghesia, sino ad ora pensato inviolabile.

Comunisti per l’Organizzazione di Classe

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