Nell’estate del 1968, il Messico stava vivendo la nascita di un nuovo movimento studentesco. Ma questo movimento fu di breve durata. Il 2 ottobre 1968, 10 giorni prima dell’apertura delle Olimpiadi estive a Città del Messico, agenti di polizia e truppe militari spararano su una folla di studenti disarmati. Migliaia di manifestanti fuggirono in preda al panico dai carri armati schierati in Plaza de las Tres Culturas a Tlatelolco.
Fonti del governo inizialmente riferirono della morte di quattro persone e il ferimento di 20, mentre testimoni oculari riferirono di centinaia di corpi esanimi portati via dai camion . Migliaia di studenti vennero picchiati e incarcerati, molti scomparvero. Quaranta anni dopo, il bilancio finale delle vittime di quel 2 ottobre di sangue rimane un mistero, ma documenti recentemente rilasciati dai governi degli Stati Uniti e del Messico danno un quadro più preciso di ciò che può aver innescato la strage.Tali documenti indicano che cecchini inviati da parte dei militari spararono contro le truppe schierate nella piazza, provocando la reazione dei soldati che aprirono il fuoco sugli studenti. Oggi si stima che a perdere la vita in quell’infame massacro furono dalle 200 al migliaio di persone. Nel 1968, i movimenti studenteschi si affermarono in tutto il mondo – specie in Francia, Germania, Italia, Cecoslovacchia, Argentina, Giappone e Stati Uniti.
Anche il Messico, come molti Paesi in via di sviluppo, negli anni ’60 aveva generato una classe media che godeva di una qualità di vita inimmaginabile nei decenni precedenti. Questi figli della Rivoluzione Messicana, che stavano vivendo questa trasformazione, per la prima volta, furono in grado di iscrivere i propri figli all’università in numeri senza precedenti.
Il movimento studentesco messicano ebbe inizio da una serie di scontri in strada tra studenti delle scuole superiori, dopo una partita di calcio. Per far terminare gli scontri venne inviata la polizia. Dopo ore di resistenza studentesca, intervenne l’esercito. I soldati fecero saltare la porta principale della Scuola Nazionale di San Ildefonso con un bazooka, uccidendo alcuni degli studenti nell’edificio.
Nelle ore seguenti, gli studenti decisero di organizzarsi per protestare contro la violenza esercitata dalla polizia. Durante i mesi seguenti, Città del Messico assistette ad una serie di proteste e imponenti manifestazioni degli studenti contro la repressione e la violenza. Gli studenti credettero che il governo alla fine dovesse cedere alle loro richieste, ma vennero accolti dal chiaro messaggio del presidente: “I disordini non saranno più tollerati” L’esercito procedette a sgomberare l’Università Nazionale, praticamente senza resistenza da parte degli studenti, e più tardi a sgomberare ed occupare il l’Istituto Politecnico Nazionale, questa volta con la resistenza degli studenti.
Dopo questi eventi, gli studenti lanciarono una nuova manifestazione per il 2 ottobre in Plaza de las Tres Culturas, nel complesso residenziale di Tlatelolco. Migliaia di studenti confluirono nella piazza per decidere e conoscere le future iniziative del movimento. Quando la manifestazione stava per finire, arrivarono i soldati per catturare i leader del movimento. Quando partirono colpi di arma da fuoco nella loro direzione dagli edifici attorno alla piazza, le truppe aprirono il fuoco, trasformando quella sera in una lunghissima sparatoria che durò quasi due ore.
Nei giorni seguenti, la versione ufficiale degli eventi fu quella che tra gli studenti si erano infiltrate forze comuniste che avevano sparato contro l’esercito, e i soldati avevano risposto al fuoco per difendersi.
Sotto il regime autoritario, delle indagini vere e proprie sulle uccisioni non sono mai state avviate. Nel 2000 ci fu una rinnovata speranza di avvicinarsi alla verità nel con l’elezione del presidente Vicente Fox, che ha rotto quasi 70 anni di partito unico. Nel novembre 2001, Fox ordinò la creazione di un “commissione di inchiesta per i crimini del passato” per indagare sulla strage di Tlatelolco. Ma poco è stato scoperto circa le uccisioni degli studenti di Plaza de las Tres Culturas. Testimoni oculari raccontano di aver visto quella sera decine di corpi e di prigionieri portati via dai camion diretti verso le basi militari.
Oggi 2 ottobre 2012, a Città del Messico come in altre città, gli studenti erano in piazza in molti casi a fianco dei lavoratori contro la riforma del lavoro del governo Calderon. La lucha continua.
Combat/Comunisti per l’Organizzazione di Classe