Sarà per allenarsi a quello che ci aspetta tutti, sarà per distinguersi dai loro fratelli sudafricani, ma i minatori sardi si oppongono alla chiusura della miniera di Nuraxi autosotterrandosi, e tagliandosi le vene.
Si che motivi ce ne sarebbero, per gli operai, di tagliarsi le vene, ma di sotterrarsi da soli?
Eppure, solo il moto operaio masochista, dall’arrampicata all’autocarcerazione, fino al seppellimento volontario, buca i media, crea simpatia, e viene lodato anche dai servi scribacchini della borghesia.
E’ un coro, sembra che gli operai non abbiano nemici!
L’importante è che loro, gli operai, non lottino sul serio, non sequestrino nessun padrone, non blocchino la produzione, non la sabotino, non scioperino….insomma, se si fanno del male da soli, sono degli eroi.
Eroi della “fierezza del mestiere, dell’orgoglio operaio del lavoro”, “interpreti della civiltà che supera lo sfruttamento capitalistico e le differenze sociali”.
Gli operai sottoterra diventano “eroi” perché dediti e dedicati al lavoro, che difendono sempre, in qualunque condizione, inquinante o usurante che sia.
E poi, vuoi mettere, finalmente, la parità sottoterra, sia nello scendere quotidianamente in miniera che in questo attuale autoseppellimento.
Anche le donne “minatrici”, uguali ai loro compagni minatori, sottoterra, naturalmente!
Chissà, forse, essendo “scomparsi” sopra la terra, gli operai cerchino una propria vendetta sotto la terra?
Peccato per i minatori del Sulcis, ma i loro fratelli sudafricani sono stati piu’ determinati.
Sottoterra ci sono rimasti per sempre, a decine, e non per loro scelta.
Combat