GIUSTI, Lorenzo

(Bologna, 1890 – 1962), capostazione delle Ferrovie

Anarchico, attivista SFI, nel 1922 fu tra i promotori dell’Alleanza del Lavoro. Dopo il vittorioso sciopero del 1° maggio 1922 e il fallimentare sciopero legalitario (ma nelle ferrovie riesce in gran parte dei compartimenti), venne retrocesso a sottocapostazione e un anno dopo licenziato in base al decreto Torre (“scarso rendimento di lavoro”). Il fascismo cercò di portarlo nelle sue file a dirigere il sindacato fascista corporativo di categoria e, non riuscendovi, Mussolini pronunciò il famoso “ti stroncheremo”. Emigrato negli anni Trenta in Francia e in Spagna, fu dirigente della CNT; nella guerra civile organizzò la sezione italiana della Columna Ascaso e combatté nella Columna Durruti. Dopo la guerra venne internato nel campo di concentramento di Argèles-sur-Mer dove fu uno dei 117 aderenti al gruppo “Libertà o morte” (con CalderaraGimenezFilippo Colombo, Giuseppe Borgo, Nannaro Gramsci). Uscito dal campo partecipò alla lotta di liberazione, fu catturato dai tedeschi a Dunkerque e deportato in Germania. Evaso nel 1941, raggiunse Tolosa. Riuscì a rientrare a Bologna partecipando alla Resistenza nell’Imolese.

Qui iniziò la seconda fase della sua vita politica. Giusti aveva ormai abbandonato l’anarchismo e aderito al PSI. Dopo la guerra fu nominato nella segreteria nazionale SFI-CGIL e presidente della cooperativa ferrovieri di Bologna. Nel 1946 fu consigliere comunale e assessore alla polizia urbana a Bologna. Nel 1947, ormai allineato alla linea interclassista di SFI-CGIL e PSI, polemizzò col vecchio compagno Castrucci in quanto questi stava opponendosi alla normalizzazione del giornale «In Marcia!» da parte dello SFI, accusandolo (articolo Cose a posto) di voler creare una contro-rivista per “propagandare le sue idee personali” (riferendosi a «La Staffetta», giornale a-partitista edito dai ferrovieri anarchici). Castrucci rispose: “pel compagno Giusti resta al suo passivo una cattiva azione. E cattiva azione è tentare d’insudiciarmi col deformare, contorcere il mio attegggiamentoche è e resta puro, corretto, idealista, intermente volto al tentativo di risanare, al maggior bene del Sindacato Ferrovieri [..] Mi viene un sospetto: che il patto di unità d’azione fra il PCI e il PSI siasi esteso anche all’azione sindacale a debellare dirigenti e ex dirigenti dei Sindacati?”.

Giusti morì improvvisamente la sera del 19 gennaio 1962 mentre partecipava all’assemblea di sezione del PSI.

 

FONTI: ACS-CPC; «In Marcia!», febbraio 1947

FONTE IMMAGINE: resistenzeincirenaica.com

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