Comunicato della Rete Liberi/e di lottare contro il DDL 1660
Sabato 5 ottobre, nonostante i divieti, 10.000 persone sono scesi/e in piazza rispondendo alla chiamata dei Giovani Palestinesi e dell’Udap e seguendo l’indicazione di non indietreggiare dinanzi alla posizione autoritaria della Questura di Roma e del Viminale. Dopo che, per giorni, avevano alimentato un clima di terrore, la gestione complessiva della giornata di sabato si è concretizzato in un modo che ha pochi precedenti recenti: fermi alla discesa dai treni e ai caselli autostradali; perquisizioni su bus anche privati; i pullman organizzati da diverse città sono stati fermati, perquisiti e mandati via scortati e controllati fino ai limiti della provincia di Roma.
Sono state più di 1600 le identificazioni effettuate dalle ffoo, a cui è seguita l’emissione di fogli di via – dai 6 mesi ai 4 anni – per 38 persone. Le misure cautelari sono state addebitate a chiunque avesse anche solo un procedimento in corso – anche se non ancora passato in giudicato – per reati ascrivibili alle manifestazioni in piazza, è stato disposto l’allontanamento dalla città di Roma.
È solo un antipasto delle nuove forme coercitive che il DDL 1660 metterà a disposizione delle ffoo e delle Questure una volta approvato.
La voglia di continuare a essere liberi e libere di lottare, al fianco del popolo palestinese e libanese, contro la guerra e il nuovo pacchetto sicurezza non è però stata fermata dalle migliaia di controlli, 51 fogli di via, arresti, terrorismo mediatico, dichiarazioni minacciose da parte delle ffoo.
La netta maggioranza degli interventi e degli slogan della piazza hanno sottolineato il forte legame tra la lotta alla guerra e il contrasto alle misure liberticide del disegno di legge da cui è nata questa nostra lotta collettiva, ampia e generalizzata.
Siamo stati/e in piazza con uno spezzone composito, partecipato da decine di realtà politiche, sociali e centinaia di persone da diverse città.
La manifestazione si è svolta in una piazza blindata, chiusa su ogni via d’uscita: inizialmente è stato difficile anche solo permettere un arrivo sicuro, a causa di un dispositivo che ha predisposto varchi di controllo dove si continuavano a effettuare identificazioni e richiedere documenti per una piazza a quel punto già formata.
Impedire a decine di migliaia di persone di raggiungere una piazza aperta è stata una scelta volta a incrementare ulteriormente la tensione. Infatti, nonostante le numerose ed esplicite richieste fatte per poter permettere ad una ampia massa di muoversi tra le strade della città, 4 manifestanti sono stati fermati – per uno di loro, Tiziano, è prevista la direttissima nella giornata di lunedì – durante le cariche avvenute a piazzale Ostiense; centinaia di rastrellamenti, cariche e provocazioni sono proseguite nelle ore successive, nelle strade antistanti il corteo, all’esterno della stazione di Ostiense e anche in altre zone della città.
Siamo vicini e solidali a tutte le persone perquisite, a Tiziano, ai/alle 51 a cui è stato comminato il foglio di via.
Nei prossimi giorni e settimane ci mobiliteremo con tutte le nostre energie nel sostegno legale e politico per chi è stato colpito dalle misure coercitive.
Torniamo da Roma con una certezza e un impegno collettivo: la forza espressa il 5 ottobre sarà il principale motore per rilanciare la lotta contro il DDL 1660 e contro questo governo liberticida e guerrafondaio.