Sabato 5 ottobre, tutti/e a Roma!
Allo stato di polizia rispondiamo con la mobilitazione di massa, affermando il nostro diritto di scendere in piazza!
Era nell’aria da giorni, e alla fine il divieto a firma Piantedosi per la manifestazione del 5 ottobre per la Palestina è arrivato.
“Rischi per l’ordine pubblico”: con questa formuletta il governo Meloni si illude di mettere in archivio la prima manifestazione nazionale nell’era del Ddl 1660.
E a questo aggiunge un giudizio politico sulle parole d’ordine della manifestazione, in quanto gli organizzatori avrebbero “osato” inneggiare alla resistenza contro l’occupazione e contro lo sterminio del popolo palestinese.
Il corteo indetto dai GPI e da altre realtà palestinesi in Italia assume oggi una duplice valenza: da un lato esprime la necessità di una risposta urgente e di massa di fronte alla nuova escalation di terrore sionista, laddove il macellaio Netanyahu, dopo aver raso al suolo la Striscia di Gaza, ora tenta di fare lo stesso in Libano; dall’altro risponde alla necessità, altrettanto urgente, di riprenderci la parola e la piazza di fronte alle prove tecniche di stato di polizia che il Ddl “sicurezza” vuole introdurre – ultimo atto violento, e organico, di aggressione all’agibilità di scioperare, lottare, manifestare e perfino dissentire (vedi il parallelo disegno di legge Valditara che mira a soffocare ogni forma di critica e di contestazione nelle scuole).
Per questo motivo, come Rete nazionale Liberi/e di Lottare siamo e saremo al fianco alle realtà palestinesi che hanno ribadito la loro volontà di scendere in piazza a Roma il 5 ottobre, e daremo il nostro contributo attivo per far si che quella giornata rappresenti il primo momento di insubordinazione di massa nei confronti di un governo reazionario, guerrafondaio e complice attivo del genocidio in Palestina e in Libano.
La giornata del 5 ottobre può e deve diventare la scintilla di un’opposizione che, a partire dai territori, dai luoghi di lavoro e di studio, attraversi l’intero autunno e determini il fallimento dei piani repressivi del governo.
Un obbiettivo, quest’ultimo, che può essere raggiunto solo con una mobilitazione dal basso e indipendente dalla sedicente opposizione parlamentare, nei fatti complice sia dei massacri sionisti, sia dell’escalation bellica e repressiva in atto.
Sabato 5 ottobre tutti/e a Roma!
Rete Liberi/e di Lottare – Fermiamo insieme il Ddl 1660