Il volantino che oggi distribuiamo ha due obbiettivi; quello di presentare il Torneo Antifascista del 30 giugno – 1 luglio e suoi partecipanti presso il quartiere del Favaro e, fare alcune considerazioni sulla situazione politico-economica attuale in Italia.
I compagni invitati a partecipare al torneo di calcetto e ai dibattiti , fanno tutti parte di collettivi o di gruppi di persone che da sempre sono in prima linea nella lotta (adottando anche pratiche diverse tra loro) contro il sistema economico capitalista e tutte le miserie che esso produce.
In questo senso si spiega l’invito di gruppi anarchici provenienti da Pisa, Bologna e Genova variamente impegnati in lotte ecologiste, contro i C.I.E e nella riappropriazione degli spazi sociali, due squadre sono quelle che rappresentano il Collettivo Autonomo Studentesco di Massa e Rossa Gioventù di Roma, entrambi protagonisti delle lotte studentesche e contro i gruppi neo-fascisti.
I partecipanti della nostra provincia sono invece Autonomia Spezzina, la squadra del Favaro e quella della comunità senegalese.
La scelta di tenere questa iniziativa dove si parla di antifascismo e antirazzismo all’interno del Favaro non è casuale, infatti esso è uno dei pochi quartieri rimasto totalmente popolare e che quindi presenta ancora un minimo di spirito di comunità, ma dove convivono anche molte contraddizioni come ad esempio sentimenti xenofobi dettati dalla crisi e dalla mancanza di lavoro. Il nostro intento è perciò quello di promuovere una ricomposizione di classe per dirigere finalmente la rabbia di lavoratori, disoccupati, precari e strati impoveriti della società non contro il nemico creato ad hoc dal giornalista di turno, ma verso i veri responsabili di questa crisi (partiti politici ,banchieri ,Confindustria e sindacati).
Questa unità di classe diventa sempre più importante per iniziare a lottare e prospettare un’alternativa a questo sistema e diventa più che mai necessaria davanti ad un governo Monti impostoci dall’alto per salvaguardare gli interessi dei padroni, governo che agisce senza curarsi minimante di quei parametri “democratici” che tutti i giorni in questo paese vengono sbandierati e mai rispettati.
Le misure economiche prese da questo governo per “fronteggiare” la crisi sono devastanti per tutto il proletariato urbano che abita in quartieri come il Favaro, soprattutto per i giovani che non avranno niente di quello che hanno avuto i padri a causa dell’aumento dello sfruttamento e della precarietà del lavoro, della revoca di ogni tipo di conquista strappata con dure lotte, alla distruzione del sistema pensionistico e sanitario a favore di una privatizzazione selvaggia di ogni settore pubblico. E ora come ultima fase il governo, appoggiato in maniera bipartisan sia da partiti di centro-destra che di centro-sinistra, si appresta a demolire l’articolo 18 e ogni tipo di ammortizzatore sociale mostrando ancora una volta la natura classista dello stato borghese.
In un periodo di crisi profonda, come quello che stiamo attraversando, la classe dominante preoccupata di perdere il proprio potere, getta la maschera della mediazione, del dialogo democratico, per svelare il suo vero volto, arrogante e autoritario, strutturalmente fascista.
Consapevoli che per noi essere antifascisti vuol dire essere anticapitalisti perché la critica del fascismo senza la critica del sistema economico che lo produce è inconcludente e storicamente perdente. Detto questo perciò ci discostiamo dall’antifascismo dei partiti di “sinistra” che hanno sempre usato lo spauracchio del ritorno fascista per mero tornaconto elettorale, istituendo però nel frattempo i Cpt (precursori dei Cie )usando i soldi dei lavoratori per diminuire le tasse alle imprese, sostenendo ogni tipo di guerra imperialista di saccheggio a scapito delle popolazioni. Dimostrando che alla fine qualsiasi sia la maggioranza le politiche di governo sono sempre le solite !
Questo risulta coerente con la storia di un paese che ha sempre accettato
ogni tipo di compromesso e concertazione, dove persino i “comunisti” del PCI hanno concesso l’amnistia ai fascisti che sono tornati fin dal dopo guerra a ricoprire i posti di potere evidenziando che chi governava sotto il fascismo ha continuato a governare anche con la democrazia e chi era sfruttato è rimasto tale. Ricordiamoci del fascismo padronale all’ interno dei posti di lavoro, dove dirigenti e loro subalterni mantengono il lavoratore (schiavo moderno), in un stato perenne di terrore e ricattabilità, paventando licenziamenti, cassa integrazione e mobilità. Purtroppo l’ operaio, incapace di riconoscere nelle istituzioni ( sindacati, enti preposti alla tutela del lavoratore) la loro vera natura, come pura espressione del padronato-capitalista, conferisce ad esse ancora un illusorio ruolo neutrale, quando invece il peggioramento delle situazioni lavorative come scarsa sicurezza, straordinari imposti dal velocizzarsi del ciclo delle merci, è reso possibile da richieste aziendali appoggiate da sindacati sempre più collusi . Perciò all’ interno dei luoghi di lavoro andrebbe ricomposto uno spirito unitario di classe, da contrapporre allo squallido arrivismo di capetti fascisti e crumiri vari, che vivendo di illusorie promesse di promozione, altro non fanno che rendersi parte del sistema che affligge i lavoratori. E’ inversamente vero che l’ operaio che piega la testa è esso stesso parte del problema. La presa di coscienza che il fascismo è radicato come il cancro dentro i posti di lavoro, e l’ attuazione di pratiche e lotte comuni, collaborando tra lavoratori di diverse categorie è indubbiamente il modo migliore per diventare parte della soluzione.
GLI ORGANIZZATORI DELL’INIZIATIVA DEL TRENTA GIUGNO E PRIMO LUGLIO
AUTONOMIA SPEZZINA