Erano in 3000, i poliziotti del governo democratico del Sudafrica, che sono andati a sparare sui minatori in sciopero della Company britannica Lonmin, a Marikana, 100 chilometri a N/O di Johannesburg.
Secondo fonti sindacali, 36 operai sono rimasti sul terreno, uccisi dal piombo del governo guidato dall’ANC (African Natinal Congress), il partito del Nobel Nelson Mandela: “l’antirazzista”, “il democratico”, “il perseguitato per la giustizia”… Un nero come carta “democratica” giocata dalla borghesia di fronte all’esplodere di contraddizioni del sottosuolo capitalista, non più contenibili dentro l’involucro dell’ “apartheid”…
Ma di quale “giustizia” si parla ora? Non certo quella di rivendicare, come fanno i minatori della Lonmin di Marikana, un salario appena decente (400 euro al mese). Non certo quella di ribellarsi al caporalato schiavista ed al crumiraggio istituzionale del sindacato di regime NUM (National Unionw of Mineworkers), legato all’ANC.
Tutto questo, nel Sudafrica “democratico”, non è ammesso, e si paga con la vita. Stiamo parlando del Sudafrica, una della “medie” potenze capitalistiche emergenti, non del Burundi! Un paese che detiene l’80% delle riserve minerarie mondiali di platino, e di cui la stessa Lonmin ne produce il 12%.
Questo sciopero, iniziato il 10 agosto, aveva già lasciato sul terreno 10 vittime (tra cui 2 poliziotti fatti a pezzi a colpi di machete), dovute allo scontro tra il già citato sindacato crumiro NUM ed il più radicale sindacato AMCU (Association of Mineworkers and Costruction Union).
Ma questo sciopero, dichiarato “illegale” dalla Company, oltre ad abbattere del 6,33% le azioni della Lonmin, rischiava di “inceppare” un meccanismo che per nulla al mondo può fermarsi: quello di trarre lauti profitti da un settore che, in tempi di crisi, sta “tirando” al massimo: quello appunto delle materie prime.
L’oro, l’argento … il platino. Guadagni sicuri, sui “beni rifugio” che riempiono i forzieri e che non sono sottoposti alle fluttuazioni del capitale finanziario.
Dunque, allo sciopero si risponde col piombo, com’è nella tradizione e nelle politiche borghesi. Altra materia prima pure questa, che essendo però meno “pregiata”, viene più “produttivamente” scaricata addosso agli operai che lottano!
Un’altra pagina di sangue contro la nostra classe, che si aggiunge alle altre ormai numerosissime pagine che solcano paesi come la Cina, l’India, il Brasile, tutto il Sud Est asiatico … dove il proletariato, tutt’altro che “scomparso”, sta già solcando col sangue la strada della ripresa della lotta di classe. Ponendo, NELLA PRASSI QUOTIDIANA, il problema della sua organizzazione rivoluzionaria.
Ma anche da noi, nell’Occidente dell’imputridimento imperialista e della crisi sistemica, questi eventi devono servire da sprone e da insegnamento.
La classe proletaria, in questi anni, è stata dispersa, frastagliata, girata come un guanto, polverizzata nei mille rivoli del precariato, della flessibilità, del super sfruttamento … ma non è scomparsa!
Da tempo, nelle Logistiche del Nord Italia, settori limitati ma significativi di immigrati cercano di alzare la testa, AL DI FUORI E CONTRO ogni logica spartitoria, concertativa e collaborazionista dei sindacati istituzionali.
Ricevono anche loro, seppur non ancora a quei livelli di scontro, la stessa risposta “democratica”: cariche della polizia, manganellate, arresti, espulsioni …
E’ ora di fare tutti un salto di qualità politico. L’unico in grado di “mettere insieme”, nella comune lotta contro il capitalismo, realtà così distanti!
Questo è il nostro modo di esprimere la piena solidarietà di classe ai nostri compagni operai del Sudafrica, vittime del profitto e dello Stato borghese:
ONORE AI COMPAGNI LAVORATORI SUDAFRICANI DI MARIKANA, CADUTI NELLA LOTTA PER LA DIFESA DELLA LORO CONDIZIONI DI LAVORO!
17/08/2012
COMUNISTI PER L’ORGANIZZAZIONE DI CLASSE
GRUPPO COMUNISTA RIVOLUZIONARIO
Sottoscritto anche dal SINDACATO INTERCATEGORIALE COBAS