Uscita dal nucleare – Gli affari miliardari con la svolta energetica
– Per un esperto del Deutschen Institut für Wirtschaftsforschung (DIW) (Istituto tedesco per la ricerca economica) la svolta energetica è una strategia vantaggiosa per l’economia nel suo insieme.
– L’aumento dei prezzi internazionali dell’energia ha contribuito al ripensamento per la svolta energetica, che probabilmente provocherà a sua volta una spinta; la Germania assume un ruolo di avanguardia, e questo rafforzerà ulteriormente la forza di innovazione dell’industria elettrotecnica tedesca.
– Mentre i grandi fornitori di energia difendono i loro patrimoni e i gruppi ad alto consumo energetico avvertono del rischio dell’aumento dei prezzi e di blackout, ma numerosi settori vedono nella svolta energetica l’inizio di un piccolo miracolo economico, e la possibilità di aprirsi il mercato mondiale con nuove tecniche.
– Un numero crescente di imprese ha capito che a lungo termine non si può evitare un rifornimento di energia elettrica basata sulle energie rinnovabili,
o dato che i combustibili fossili e il nucleare non sono politicamente sostenibili. Per cui prima c’è la svolta in Germania, più ne trarranno profitto le imprese tedesche sul mercato mondiale grazie al loro know how acquisito.
– Qualche settore economico ha tentato una previsione su quanto profitto possano trarre gli affari dalla svolta energetica.
o secondo le valutazioni approssimative per il settore produttori di elettrotecnica ed elettronica (ZWEI) circa €2MD/anno,
– il settore energie rinnovabili trae vantaggio a livello internazionale dall’aumento delle materie prime, dalla previsione di aumento delle auto elettriche, della domanda di macchine ad efficienza energetica,
o in questo quadro internazionale, i produttori tedeschi di fabbriche più intelligenti, di tecnica energetica più efficiente e di elettrodomestici a risparmio energetico hanno buone prospettive di affari.
– L’esempio dell’elettrotecnica dimostra come l’arco dei possibili vincitori va molto oltre il settore del solare e dell’eolico:
o l’industria delle costruzioni, per l’ampliamento del parco eolico sul mare; dei circa €75MD di investimento programmati, €30MD vanno al settore costruzioni.
o società del settore tecnologia dell’informazione sperano in commesse per la costruzione di reti elettriche intelligenti, anche per l’export.
o Gruppi della tecnologia, come General Electric e Siemens attendono commesse per linee elettriche, centrali elettriche efficienti e parchi eolici e solari;
o maggiore è la quota delle energie rinnovabili nella rete, maggiore l’importanza delle centrali a gas e a vapore per mantenere stabile le reti, innescandole in pochi minuti quando sole o vento non bastano.
o La cantieristica, calcola la possibilità di un fatturato di €18MD entro il 2020 per la costruzione di navi speciali e progetti complessi per la creazione di impianti eolici.
– La lista può continuare …
– Le rosee previsioni indicate non sarebbero possibili senza un massiccio aiuto dello Stato: sovvenzioni dirette o indirette rendono possibili gli investimenti previsti in Germania per circa €17,5MD/anno nel prossimo decennio.
– La legge sulle energie rinnovabili può dirsi un pacchetto quasi senza costo per i gestori soprattutto di impianti solari, e apre la possibilità di affari anche a qualche investitore nell’eolico.
– Il governo tedesco ha promesso grossi incentivi all’industria automobilistica per i motori elettrici.
– Il deficit del bilancio statale rischia di crescere per l’ecoboom desiderato dall’economia tedesca, con costi previsti di €2MD/anno. Se la crisi greca si allarga andranno all’aria alcune previsioni di coloro che approfitteranno della svolta energetica.
– Si prevede che il volume dell’export di prodotti correlati alle energie rinnovabili (al netto dell’inflazione) da circa €7MD del 2007 salga ai €20-33MD per il 2020 e nel 2030 a €48MD.
– Se il governo alza la quota delle energie rinnovabili dal 35 al 40% per il 2020, all’interno è prevedibile un’ulteriore crescita.
– È controverso se gli affari in più delle società intervistate sia pari alle perdite di quelle ad alta intensità energetica.
– DIW prevede che il PIL tedesco nel 2030 sarà +3% rispetto a quanto sarebbe senza l’ampliamento delle energie rinnovabili, con qualche centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro in più.
Manager Magazine 110520
Maggiore efficienza – La centrale a gas di Siemens spezza il record mondiale
– Secondo le dichiarazioni del gruppo Siemens un nuovo tipo di centrale elettrica a gas ha spezzato il record mondiale di efficienza, sembra grazie ad una migliore combinazione di una turbina a gas ed una a vapore, con la riduzione di 1/3 delle emissioni CO2.
– Con una produzione di 578 Megawatt un livello di efficienza del 60,75%, con l’utilizzo di 1/3 di gas in meno per kwh, rispetto a quelle in uso nel mondo. La turbina a gas aggiunta sfrutta il calore di scarico.
– Hanno lavorato per quasi 10 anni allo sviluppo delle nuove turbine a gas e della nuova centrale GuD oltre 750 lavoratori, tra cui 250m ingegneri; con un investimento di oltre €500mn. per sviluppo e costruzione, e gestione dell’impianto prototipo. C’è voluto un anno e mezzo per la sperimentazione. Ora entrano nel mercato.
Pesano 444 tonnellate le turbine della centrale che entrerà in funzione il prossimo anno in Florida; nel 2013 ne verrà fornita un’altra alla Corea
URL: http://www.manager-magazin.de/unternehmen/energie/0,2828,765992,00.html
03. Juni 2011, 07:12 Uhr
Atomausstieg – Das Milliardengeschäft mit der Energiewende
Von Nils-Viktor Sorge
– Der Atomausstieg versetzt weite Teile der deutschen Wirtschaft in pure Energie. Während die Großversorger ihren Besitzstand verteidigen, wollen zahlreiche Branchen von der Energiewende profitieren – und den Weltmarkt mit neuer Technik aufrollen. Ein Überblick über die Gewinner.
– Hamburg – Angesprochen auf die deutsche Energiewende, sprudelt es aus Rainer Speh nur so heraus. "Wir können dem Rest der Welt zeigen, dass das geht", sagt der Vorstand im Elektrotechnikverband VDE und zählt gleich auf, was nun alles zu tun sei. Windkraftanlagen installieren, Speicher bauen, intelligente Stromnetze spannen. "Ich bin überzeugt, dass wir das schaffen."
– Es ist ein bemerkenswerter sportlicher Ehrgeiz, mit dem viele Firmen und Wirtschaftsverbände auf die von Bundeskanzlerin Angela Merkel (CDU) ausgerufene Energiewende reagieren. Maschinenbauer, Bauwirtschaft, Technologiefirmen, sogar die vom Strukturwandel geplagten Werften – weite Teile der deutschen Unternehmenslandschaft sehen im Atomausstieg den Anfang eines kleinen Wirtschaftswunders.
– Zwar warnen energieintensive Betriebe und den Großversorger vor steigenden Preisen und Blackouts – doch diese Stimmen gehen beinahe unter im Chor der Optimisten.
– Eine wachsende Zahl von Unternehmen ist zu der Erkenntnis gelangt, dass langfristig kein Weg an einer Stromversorgung vorbeiführt, die auf erneuerbaren Energien basiert – weil fossile Brennstoffe endlich und die Atomkraft politisch nicht zu retten ist. Je früher die Wende in Deutschland eingeläutet werde, so die Kalkulation, desto stärker profitieren deutsche Firmen auf den Weltmärkten dank ihres daheim erworbenen Know-hows.
– Mancher Wirtschaftszweig wagt bereits eine Prognose, wie stark das Geschäft von der Energiewende profitieren könnte. "Erste grobe Schätzungen ergeben für unsere Branche eine Erhöhung des langfristigen Wachstumstrends um einen Prozentpunkt", sagt der Chefvolkswirt des Zentralverbandes Elektrotechnik- und Elektronikindustrie (ZVEI), Andreas Gontermann gegenüber manager magazin. "Dies entspräche zusätzlichen Erlösen von etwa zwei Milliarden Euro im Jahr."
– Teure Rohstoffe, der erwartete Vormarsch der Elektroautos, steigende Nachfrage nach energieeffizienten Maschinen – all diese Trends beflügelten das Geschäft weltweit. Deutsche Hersteller intelligenter Fabriken, effizienter Energietechnik und sparsamer Hausgeräte haben laut ZVEI vor diesem Hintergrund weltweit gute Geschäftsaussichten.
Sogar die marode Schiffbauindustrie will profitieren
– Das Beispiel Elektrotechnik zeigt: Das Spektrum möglicher Profiteure umfasst bei weitem nicht nur Solar- und Windkraftbranche.
o Zu den großen Gewinnern zählt sich beispielsweise die Bauindustrie, die mit dem Ausbau von Windparks auf dem Meer gute Geschäfte wittert. Von geplanten Investitionen in Höhe von 75 Milliarden Euro entfielen allein 30 Milliarden auf die Baubranche, sagte jüngst der stellvertretende Hauptgeschäftsführer des Hauptverbandes der Deutschen Bauindustrie, Heiko Stiepelmann. Die Baufirmen gründen die Fundamente für die tonnenschweren Anlagen.
o Firmen aus der Informationstechnologiebranche setzen auf den Ausbau intelligenter Stromnetze. "Im Atomausstieg liegen enorme Chancen für Smart Grids, auch auf den Exportmärkten", sagt der Präsident des Branchenverbandes Bitkom, August-Wilhelm Scheer.
o Technologiekonzerne wie General Electric und Siemens hoffen auf Aufträge zum Bau von Leitungen, effizienten Kraftwerken und Wind- sowie Solarparks.
o Je höher der Anteil der erneuerbaren Energien im Netz, desto wichtiger seien Gas- und Dampfkraftwerke, um die Netze stabil zu halten, frohlockt Siemens-Chef Peter Löscher. "Sie können in wenigen Minuten hochgefahren werden, wenn Sonne und Wind nicht ausreichen."
o Die deutsche Schiffbauindustrie sieht ihren jahrzehntelang andauernden Abwärtstrend durch Offshore-Windparks gebremst. "Durch den Bau von Spezialschiffen und komplexen Konstruktionen, die für die Errichtung von Windanlagen benötigt werden, könnte die Branche demnach bis 2020 bis zu 18 Milliarden Euro Umsatz erzielen", heißt es in einer Untersuchung der Wirtschaftsprüfungsgesellschaft KPMG.
– Die Liste lässt sich leicht fortsetzen und illustriert den Bewusstseinswandel, der sich in den vergangenen Jahrzehnten in der deutschen Wirtschaft Bahn gebrochen hat. Überwog im Zusammenhang mit dem unter Kanzler Gerhard Schröder (SPD) geplanten rot-grünen Ausstiegsszenario in der Wirtschaft noch die Skepsis, gewinnt nun die Fraktion der Umsteiger die Oberhand. Nörgeln ist out, Ärmel hochkrempeln in Mode.
– Die inzwischen weltweit gestiegenen Energiepreise haben zu dem Umdenken beigetragen. "Die Energiewende löst möglicherweise einen Schub aus. Sie setzt Anreize, für zusätzliche Innovationen zu sorgen", sagt ZVEI-Volkswirt Gontermann. "Deutschland nimmt eine Vorreiterrolle ein. Das wird die Innovationskraft der deutschen Elektroindustrie weiter stärken."
– Nur selten ist inmitten all der Aufbruchstimmung der Einwand zu vernehmen, dass all die fantastischen Aussichten ohne massive Hilfe des Staates kaum denkbar wären. Zum großen Teil ermöglichen erst direkte oder indirekte Subventionen die jährlich erwartete Investitionssumme von preisbereinigt etwa 17,5 Milliarden Euro in Deutschland über die kommenden Jahrzehnte.
Rundum-Sorglos-Paket für Betreiber von Solaranlagen
– So gleicht das Erneuerbare-Energien-Gesetz immer noch einem Rundum-Sorglos-Paket für Betreiber vor allem von Solaranlagen und eröffnet auch manchem Windkraftinvestor erst das Geschäft.
– Die Kosten tragen alle Stromverbraucher – vor allem Unternehmen. Billige Kredite und Zuschüsse ermöglichen das Wärmedämmprogramm der Bundesregierung – zur Freude der Handwerker und Gebäudetechnikspezialisten.
– Der Autoindustrie hat die Bundesregierung inzwischen üppige Förderungen für deren Elektroantriebsaktivitäten versprochen.
– Zum größten Risiko für den ersehnten Ökoboom der deutschen Wirtschaft dürfte damit der defizitäre Staatshaushalt erwachsen. Den belastet die Energiewende nach offiziellen Angaben mit etwa zwei Milliarden Euro pro Jahr.
– Weitet sich die Griechenland-Krise aus, dürfte sich manche Projektion der Energiewendegewinner in Luft auflösen.
– Übersteht Deutschland die Euro-Krise dagegen glimpflich, könnten sich die Aufwendungen jedoch auszahlen, sind auch zahlreiche Ökonomen überzeugt.
– "Für die Wirtschaft ist die Energiewende insgesamt eine vorteilhafte Strategie", sagt Energieexperte Jürgen Blazejczak, Forschungsprofessor am Deutschen Institut für Wirtschaftsforschung (DIW) und verweist auf das für das Bundesumweltministerium erstellte Leitszenario für den Ausbau erneuerbarer Energien.
Rosige Exportaussichten
– Danach könnten das Exportvolumen von Produkten im Zusammenhang mit erneuerbaren Energien inflationsbereinigt von jährlich knapp sieben Milliarden Euro (2007) auf 20 bis 33 Milliarden Euro (2020) steigen und 2030 auf bis zu 48 Milliarden Euro empor schnellen.
– Sollte die Bundesregierung das Ausbauziel für erneuerbare Energien bis 2020 von 35 auf 40 Prozent erhöhen, sei zunächst im Inland weiteres Wachstum denkbar, sagt Blazejczak. "Klar ist, dass dann mehr investiert werden müsste und die Umsätze höher ausfallen dürften."
– Ob die zusätzlichen Geschäfte der nun gefragten Firmen Verluste etwa bei energieintensiven Betrieben ausgleicht, ist indes umstritten.
– Das deutsche Bruttoinlandsprodukt werde 2030 um 3 Prozent höher liegen als in einem Szenario ohne den Ausbau erneuerbarer Energien, prognostiziert das DIW. Auch entstehe unterm Strich eine niedrige sechsstellige Zahl neuer Arbeitsplätze. Das Dresdner Ifo-Institut und das Essener RWI sehen dagegen keine positiven Nettoeffekte.
Der Euphorie tun die Skeptiker indes keinen Abbruch. "Natürlich müssen wir aufpassen, dass wir uns nicht ins Knie schießen", sagt VDE-Mann Speh, im Hauptberuf Manager bei Siemens im Bereich Corporate Technology, vor allem mit Blick auf steigende Energiepreise. "Die Chancen überwiegen die Risiken aber deutlich – wenn wir es richtig machen."
Überblick: Diese Branchen versprechen sich sprudelnde Gewinne
* Energiewende: Scharfe Kritik an Merkels Ausstiegsplan (manager-magazin.de)
http://www.manager-magazin.de/unternehmen/energie/0,2828,766064,00.html
* Energiewende: Klagen von Eon und RWE nicht chancenlos (manager-magazin.de)
* Fotostrecke: Diese Branchen versprechen sich sprudelnde Gewinne
http://www.manager-magazin.de/fotostrecke/fotostrecke-68697.html
* Meiler-Dämmerung: Was die neuen Technologien leisten – und was sie kosten
http://www.manager-magazin.de/magazin/artikel/0,2828,757206,00.html
* Atomausstieg: Europa kritisiert den deutschen Alleingang
http://www.manager-magazin.de/fotostrecke/fotostrecke-68720.html
* Mehr zum Thema Energiewirtschaft: Alle Artikel, Fakten und Hintergründe
http://www.manager-magazin.de/thema/energie/
© manager magazin Online 2011
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Hoher Wirkungsgrad – Siemens-Gaskraftwerk bricht Weltrekord
– Ein neuartiges Gaskraftwerk hat nach Angaben des Siemens-Konzerns bei einem Testlauf einen Weltrekord beim Wirkungsgrad gebrochen. Möglich wurde das durch die bessere Kombination einer Gas- und einer Dampfturbine. Damit sinken auch die CO2-Emissionen.
– Erlangen/Irsching – Das neue Siemens-Kraftwerk in Irsching nahe Ingolstadt habe bei einer Leistung von 578 Megawatt einen Wirkungsgrad von 60,75 Prozent erreicht, teilte das Unternehmen am Donnerstag in Erlangen mit.
– Das Kraftwerk enthalte neben einer Gas- auch eine Dampfturbine, die die anfallende Abwärme nutzten. Die neue Generation dieser sogenannten GuD-Kraftwerke verbrauche ein Drittel weniger Erdgas pro erzeugter Kilowattstunde als der Durchschnitt der derzeit weltweit installierten GuD-Anlagen, sagte Michael Süß, Geschäftsführer des Siemens -Sektors Energy nach einer Mitteilung. "Gleichzeitig sinken auch die CO2-Emissionen um ein Drittel."
– Mehr als 750 Siemens-Mitarbeiter, darunter 250 Ingenieure, waren nach Siemens-Angaben an der Entwicklung der neuen Gasturbine und des neuen GuD-Kraftwerks beteiligt. Über 500 Millionen Euro seien in die Entwicklung, in den Bau und den Betrieb der Prototyp-Anlage investiert worden.
– Die 444 Tonnen schweren Turbinen des Kraftwerks sollen ab dem kommenden Jahr in Florida zum Einsatz kommen, eine weitere wird 2013 nach Korea geliefert. Nach fast zehn Jahren Entwicklungszeit und einer eineinhalbjährigen Testphase wurde damit nun die Vermarktung des neuen Gasturbinen-Typs gestartet.