Popolazione muore nel fuoco incrociato – Amisom, civili nel mirino + Le Monde

Corno d’Africa, Somalia, scontri
Nigrizia          100722

Popolazione muore nel fuoco incrociato – Amisom, civili nel mirino

Ismail Ali Farah

+ Le Monde    100707, Mogadiscio, teatro di violenti scontri mortali

– In Somalia, indipendente dal 1960, è in atto dal 1991 una guerra civile.

– Nel Nord di Mogadiscio, violenti scontri armati tra ribelli islamisti, Shebab e le forze del governo del presidente Sharif Sheikh Ahmed, islamista moderato eletto nel gennaio 2009;

– scontri anche tra fazioni rivali, almeno 16 morti.

– Gli Shebab, seguaci di Al-Qaida, si sono alleati al gruppo di Hezb al-Islam per una grande offensiva lanciata nel maggio 2009, che il presidente Ahmed e Amisom non hanno saputo respingere.

– Gli Shebab sono installati nei distretti del N-E, da dove incalzano le forze governative per conquistare posizioni da cui attaccare le basi Amisom, e impedire i vettovagliamenti.

– La “missione di pace” dell’Unione Africana in Somalia (Amisom) sarebbe responsabile di uno sproporzionato uso della forza e di attacchi indiscriminati nella capitale somala, Mogadiscio.

– Le vittime sono per lo più civili, intrappolati nel fuoco incrociato tra miliziani e caschi verdi,

– Notizie confermate da rapporto riservato dell’Unione Africana (Ua), che avverte: se i bombardamenti continueranno in modo indiscriminato, c’è il rischio che l’Amisom perda il sostegno della popolazione.

– Tutto ciò era noto ai vertici della missione tempo prima che le milizie somale estremiste di Al Shabaab rispondessero con il doppio attentato di Kampala, in Uganda, al governo di transizione fantoccio, sostenuto dall’ONU e difeso dai 5000 caschi verdi schierati a Mogadiscio, forniti in gran parte da Uganda e Burundi.

o   Le regole di ingaggio del contingente Amison sono cambiate, esso è ora autorizzato a compiere incursioni nei quartieri della capitale e ad utilizzare carri armati.

o   Amisom, in campo dal marzo 2007, conta attualmente 6000 soldati (contro gli 8000 inizialmente preventivati);

sei paesi dell’Africa Orientale hanno promesso – nel recente vertice straordinario di Addis-Abeba – di fornire altri 2000 soldati per Amisom.

Nigrizia            100722

Popolazione muore nel fuoco incrociato – Amisom, civili nel mirino

Ismail Ali Farah

–   La missione di pace dell’Unione Africana in Somalia (Amisom) sarebbe responsabile, secondo un rapporto riservato, diffuso da Associated Press, di uno sproporzionato uso della forza e di attacchi indiscriminati nella capitale somala, Mogadiscio.

–   Le vittime sono per lo più civili, intrappolati nel fuoco incrociato tra miliziani e caschi verdi.

Testimoni lo riferivano già da settimane.

–   Ora un rapporto riservato dell’Unione Africana (Ua) lo conferma: i bombardamenti a tappeto delle truppe Ua della missione di pace in Somalia (Amisom), hanno colpito indiscriminatamente civili e miliziani. A diffondere, ieri, i contenuti del rapporto, recante la dicitura "Internal Use Only" ("Solo ad uso interno"), è stata l’agenzia stampa statunitense Associated Press (Ap).

–   Il documento avverte i funzionari dell’Ua: se i bombardamenti continueranno in modo indiscriminato, c’è il rischio che l’Amisom perda il sostegno della popolazione.

o    Tutto ciò era noto ai vertici della missione tempo prima che le milizie somale estremiste di Al Shabaab rivendicassero il doppio attentato avvenuto a Kampala, in Uganda, lo scorso 11 luglio, che ha provocato la morte di 76 persone. L’Uganda contribuisce, insieme al Burundi, agli oltre 5.000 caschi verdi schierati a Mogadiscio.

o    Truppe senza le quali il fragile governo federale di transizione somalo, sostenuto dalle Nazioni Unite, non sopravvivrebbe. Gli attacchi di Kampala sarebbero, dunque, la risposta di Al Shabaab a quanto avviene nella capitale somala.

–   Già lo scorso aprile, Human Rights Watch accusava tutte le parti in conflitto di «numerosi attacchi indiscriminati con conseguenze terribili per la popolazione civile». A rincarare la dose ci ha pensato anche l’ex ministro della difesa, il signore della guerra Yusuf Mohamed Siyad "Inda’ade", dichiarando di essere stato testimone di un bombardamento in cui sarebbero stati utilizzati ben 60 colpi di artiglieria, caduti nel mercato Bakara, in risposta a tre attacchi con colpi di mortaio da parte di Al Shabaab. Nessuna protesta pubblica è stata però avanzata da "Inda’adde" al momento dei fatti.

–   Tuttavia, lo stesso capo del servizio ambulanze di Mogadiscio, Ali Muse, riferisce di un atteggiamento "aggressivo" adottato dai caschi verdi: alcune famiglie avrebbero perso la vita cercando rifugio in un edificio, mentre era in corso un attacco, all’inizio di luglio, in un mercato della capitale. Il colpo di artiglieria «è stato così forte che ha cancellato l’edificio», ha dichiarato Muse, secondo cui, i miliziani islamisti non avrebbero le capacità per lanciare un bombardamento di queste proporzioni.

–   Il portavoce dell’Unione Africana, Barigye Bahoku, ha smentito, ieri, i contenuti del rapporto diffuso da Ap, attribuendo la responsabilità dell’uccisione di civili ai gruppi ribelli. «Troppi civili sono intrappolati nel fuoco incrociato, – spiega Bahoku – ma la responsabilità di questo è da attribuire agli estremisti, che lanciano attacchi sconsiderati contro il governo e l’Amisom».

–   Le regole di ingaggio della missione dell’Unione Africana sono cambiate dopo che, lo scorso 17 settembre, un attacco suicida ha provocato la morte di 20 soldati dell’Amisom , compreso il vice comandante burundese della missione, ferendo, invece, il comandante. Da allora, il contingente è stato autorizzato a compiere incursioni nei quartieri della capitale e ad utilizzare carriarmato. Tecnologia che, tuttavia, risulta inefficace sul campo di battaglia somalo, caratterizzato da scontri con armi leggere, "casa per casa".

Nigrizia – 22/07/2010

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Le Monde       100707
Mogadiscio, théâtre de violents heurts meurtriers

LEMONDE.FR avec AFP | 06.07.10 | 09h28 • Mis à jour le 06.07.10 | 10h43

–   De violents affrontements entre insurgés islamistes et forces gouvernementales, mais aussi entre factions rivales ont éclaté dans la capitale somalienne Mogadiscio, faisant au moins seize morts, ont déclaré mardi des responsables et témoins. La plupart des victimes sont des combattants tués lundi lors de différents incidents, alors que les insurgés islamistes resserrent leur emprise sur la zone de la capitale encore contrôlée par le gouvernement, a déclaré à l’AFP un responsable gouvernemental chargé de la sécurité.

–   "Des éléments violents ont attaqué les forces gouvernementales dans le nord de Mogadiscio, déclenchant de violents combats. Ils ont été vaincus et plusieurs combattants ont été tués", a-t-il ajouté. "Deux de nos soldats ont également été tués, ainsi que trois civils pris dans les échanges de tirs", a-t-il dit. Selon le chef des services ambulanciers de Mogadiscio, trois autres civils ont aussi péri dans la chute d’un obus sur leur maison.

–   D’intenses combats opposent les insurgés shebabs aux forces gouvernementales somaliennes et à l’Amisom, la force de l’Union[e] africaine en Somalie, sur le front nord de Mogadiscio.

–   Les shebabs, qui ont fait allégeance à Al-Qaida, ont promis de renverser le gouvernement du président Sharif Cheikh Ahmed, un islamiste modéré élu en janvier 2009. Ils se sont alliés au groupe du Hezb al-Islam pour lancer en mai 2009 une grande offensive que les forces du président Ahmed et de l’Unisom n’ont pas réussi à repousser. Les insurgés harcèlent les forces gouvernementales dans les districts du Nord-Est pour s’emparer de positions d’où viser les bases de l’Amisom, et perturber ses lignes de ravitaillement en frappant le port.

–   La Somalie, qui célébrait jeudi le cinquantenaire de son indépendance, est en guerre civile quasi ininterrompue depuis 1991.

Lundi également, six pays d’Afrique de l’Est ont promis de fournir 2 000 soldats à l’Amisom à l’issue d’un sommet extraordinaire à Addis-Abeba. Déployée en mars 2007, l’Amisom compte actuellement quelque 6 000 soldats ougandais et burundais, au lieu des 8 000 initialement prévus. Cette force est chargée de protéger des sites stratégiques de la capitale, Mogadiscio, comme la présidence, le port et l’aéroport. Le président somalien a appelé lors du sommet ses homologues de la région à "redoubler les efforts" contre les shebabs, afin de "mettre sur pied une stratégie militaire efficace".

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