Sintesi – Quando il dragone ci mette la coda: i rapporti tra Cina e RdC/ RdC- Cina

Nigrizia          novembre 2008

Quando il dragone ci mette la coda: i rapporti tra Cina e RdC/ RdC- Cina

Sintesi

●    2007 e 2008, la Cina ha stanziato investimenti per la RdC superiori ai $9MD;

●    (Settembre 2008) Accordi tra Cina e Rep. Dem. del Congo per contratti  per investimenti pari a $8,5MD;

o   pari quasi al PIL congolese, e a circa l’80% del suo debito estero.

o   superiori agli $8MD di investimenti europei previsti per l’intera Africa fino al 2013.

o   l’annuncio dei megacontratti è uno choc per gli investitori occidentali, in particolare per quelli del Belgio …

– Degli $8,5 MD à $6,5MD x infrastrutture, $2MD per il minerario;

●    se i progetti andranno a termine à Cina primo investitore in Congo, uno dei paesi potenzialmente più ricchi al mondo di risorse naturali.

●    Finanzieranno i progetti: la cinese Eximbank e la Banca cinese di sviluppo.

– Nella lista dei progetti infrastrutturali: 3200 km di ferrovia basso Congo-Katanga;

– 3200 km di strada tra prov. orientale di Kisangani e forntiera con Zambia;

o   le grandi infrastrutture viarie finalizzate a trasporto e commercializzazione prodotti minerari

– 31 ospedali, 145 dispensari, 5mila case popolari.

– Minerario à creazione di joint venture in Katanga; con i suoi investimenti la Cina ottiene l’esclusiva triennale per l’estrazione di cobalto, rame, ferro. Le stesse materie vengono poi trasportate nel paese asiatico, lavorate e commercializzate in tutto il mondo.

– Settore elettrico à ristrutturazione diga di Inga, sul fiume Congo, progetto discusso con governo congolese da Sinohydro e Compagnia ferroviaria nazionale cinese;

– ristrutturazione centrale idroel. di Bendera, costruzione di quella di Wanie Rukula (Est), e Nzilo 2 (Katanga); centrale di Zongo II, nel Basso Congo, per opera di Società nazionale congolese per l’elettricità e la China Machine Building International Corporation;

– linea alta tensione, finanziata dalla nuova società di legname, Yang Shushan, che si occuperà anche della costruzione di una diga sul fiume Ruki, della ristrutturazione della diga di Mobay-Mbongo, situata in prossimità di Gbadolite, e della costruzione di una linea ad alta tensione tra questa diga, a Gemena, e Libenga (400 chilometri).

– Miniere    

o   la Minière de Bakwanga (Miba) negozia con China National Machinery and Equipment Import and Export Corporation (Cemec) per concessioni su cromo e nickel, nelle prov. del Kasai;

in Katanga, Feza Minino, joint venture tra la cinese Wanbao Resources e la congolese Comode, fabbrica di concentrati di cobalto.

Nigrizia          081130
 RdC –  Cina
François Misser

–   Pechino ha chiuso contratti per 8,5 miliardi di dollari con Kinshasa: infrastrutture in cambio di materie prime. Più degli investimenti europei per l’intera Africa da qui al 2013. I timori occidentali.

–   Lo scorso settembre, Cina e Repubblica democratica del Congo hanno firmato numerosi accordi, per un investimento complessivo di 8,5 miliardi di dollari, finalizzati alla realizzazione di infrastrutture e al sostegno di progetti minerari.

–   Di questi investimenti, che stanno alimentando le paure degli occidentali, 6,5 miliardi saranno destinati al settore delle infrastrutture e 2 a quello minerario. Si tratta di cifre considerevoli.

–   Superano quelle stanziate dall’Unione europea (circa 8 miliardi di dollari) per investimenti infrastrutturali in tutta l’Africa per il periodo 2008-2013.

–   E rappresentano quasi l’equivalente del prodotto interno lordo del paese. Se queste promesse e premesse si concretizzeranno, la Cina diventerà – e di gran lunga – il primo investitore in Congo, uno dei paesi potenzialmente più ricchi al mondo di risorse naturali (legno, minerali, prodotti agricoli, biodiversità, potenziale idroelettrico …).

–   La lista dei progetti, che saranno finanziati dalla cinese Eximbank e dalla Banca cinese di sviluppo, comprende la

o    costruzione di una ferrovia di 3.200 chilometri tra Matadi (nel Basso Congo) e Sakania (nel Katanga);

o    la realizzazione di una strada di 3.200 chilometri tra la capitale della provincia orientale, Kisangani, e la frontiera zambiana (di cui un pezzo, tra Lubumbashi, capitale del Katanga, e la stessa frontiera, sarà autostradale).

o    La lista prevede, poi, la costruzione di 31 ospedali, 145 dispensari, 5mila case popolari e due ospedali.

–   È evidente che i cinesi finanziano le grandi infrastrutture viarie che consentiranno loro il trasporto e la commercializzazione dei prodotti minerari: vogliono avere il controllo delle fonti di questi beni e ne sovvenzionano lo sfruttamento.

–   Due miliardi di dollari saranno destinati alla creazione di joint venture nel settore minerario in Katanga. Per il ministro alle miniere, Martin Kabwelulu, tali finanziamenti saranno rimborsati sotto forma di prelevamenti delle società cinesi dai dividendi realizzati da queste joint venture. Il ministro alle infrastrutture aggiunge che gli investimenti saranno garantiti da forniture di rame e di cobalto per un periodo di tre anni.

–   I cinesi sono pure presenti nel settore elettrico, approfittando dell’impazienza dei congolesi, che sono stanchi di aspettare che si realizzino le promesse della Banca mondiale di finanziare la ristrutturazione della grande diga d’Inga, a valle di Kinshasa, sul fiume Congo. Lo scorso settembre, una delegazione della società Sinohydro e della Compagnia ferroviaria nazionale cinese ha discusso di progetti con le autorità congolesi.

–   Sono stati anche avviati accordi per la costruzione della centrale di Zongo II, nella provincia del Basso Congo, tra la Società nazionale congolese per l’elettricità e la China Machine Building International Corporation; raggiunte intese anche per la rimessa in sesto della centrale idroelettrica di Bendera, per la costruzione della centrale idroelettrica di Wanie Rukula, nella provincia orientale, e per quella di Nzilo 2, nel Katanga.

Concessioni forestali

Il 21 ottobre 2007, il governatore della provincia dell’Equatore, José Makila, ha annunciato per gennaio 2008 l’inizio dei lavori per la costruzione di una linea ad alta tensione, lunga 466 chilometri, tra la capitale della provincia, Mbandaka, e Bandundu, capitale dell’omonima provincia. In merito, è stato firmato dai governi dei due paesi un protocollo di accordo, che prevede lavori per 80 milioni di dollari.

–   I lavori saranno finanziati dalla nuova società di legname, Yang Shushan, che si occuperà anche della costruzione di una diga sul fiume Ruki, della ristrutturazione della diga di Mobay-Mbongo, situata in prossimità di Gbadolite, e della costruzione di una linea ad alta tensione tra questa diga, a Gemena, e Libenga (400 chilometri).

L’attivismo della Yang Shushan si spiega con il bisogno, attraverso questi investimenti, di consolidare i suoi contratti legati alla concessione forestale di 180mila ettari, in suo possesso nella regione d’Ingende. Contratti che potrebbero subire modifiche, visto che sono in corso revisioni degli stessi, grazie anche alle pressioni della Banca mondiale.

–   Sul fronte minerario, la società Minière de Bakwanga (Miba) sta negoziando un accordo di partenariato con la China National Machinery and Equipment Import and Export Corporation (Cemec), in vista dell’acquisizione, da parte di quest’ultima, delle concessioni sul cromo e sul nickel nelle due province del Kasai.

–   In Katanga, Feza Minino, joint venture tra la compagnia cinese Wanbao Resources e una società congolese denominata “Comode”, ha inaugurato a Likasi, nel 2005, una fabbrica di concentrati di cobalto.

Ma, fino a oggi, la presenza crescente della Cina nell’Rd Congo non aveva affatto suscitato reazioni, eccetto i tentativi del ministro belga degli affari esteri, Karel de Gucht,

 di sensibilizzare le autorità cinesi sull’esistenza di un traffico illecito di minerali, sviluppato, tramite terze persone, da uomini d’affari cinesi che operano nel Katanga.

Da parte dell’Unione europea, la tendenza è stata quella di dialogare con la Cina, anche se, nel febbraio 2007, il presidente della Banca europea degli investimenti, Philippe Maystadt, ha messo in guardia i paesi africani dal pericolo di una nuova spirale d’indebitamento, con quei finanziamenti concessi senza condizioni.

–   Il recente annuncio di mega contratti sino-congolesi ha provocato, invece, un elettrochoc negli uffici degli investitori occidentali. Lo stesso Fondo monetario internazionale ha avvertito il governo di Kinshasa del rischio d’indebitamento legato ad alcuni prestiti importanti, precisando che questa politica sta andando in direzione opposta rispetto alle misure di alleggerimento del debito estero, fissate all’interno di iniziative poste in essere a favore dei paesi troppo indebitati. Da sottolineare come l’ammontare di questi contratti rappresenti, come entità, circa l’80% del debito estero del paese.

In Belgio, l’avanzata economica cinese nell’Rd Congo ha provocato un terremoto. Tanto che, dopo la visita a Bruxelles del presidente congolese Kabila, il 24 settembre scorso, il governo belga ha deciso di inviare una delegazione nella sua ex colonia, di cui hanno fatto parte i responsabili dei ministeri dell’economia e della cooperazione e i vertici industriali. Compito della delegazione: individuare nuove possibilità d’investimento nel paese.

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