«Così il Partito di Dio si infiltra nell'esercito»

Guido Olimpo

L’INTELLIGENCE


L’Hezbollah si sta infiltrando nell’esercito libanese. Un
rapporto riservato, preparato dalle forze armate di Beirut alla fine
dell’estate, segnala la presenza di oltre cento militanti dell’Hezbollah nei
reparti più avanzati. Una quinta colonna composta da semplici soldati come da
alti ufficiali
. Nel dossier si indicano in particolare due generali
accusati di informare in modo costante il partito di Dio. Una missione
favorita dalla composizione delle forze armate. Oltre il 60 per cento del
personale è di fede sciita, la stessa dell’Hezbollah. Un dato che ha spinto il
governo Siniora ad arruolare quasi 11 mila sunniti e cristiani per bilanciare
lo strapotere della comunità filo-iraniana. Gli infiltrati — denuncia il
rapporto — hanno ricevuto ordini precisi dai loro «gestori».

Primo. Sorvegliare
il dispiegamento dell’esercito lungo il confine con Israele e alla frontiera
con la Siria. Secondo. Influenzare i soldati sull’atteggiamento da tenere nei
confronti dell’Hezbollah. Terzo. Monitorare le truppe dell’Unifil schierate
nella parte meridionale del Paese. Quarto. Garantire appoggio logistico e di
intelligence ai nuclei di militanti. Quinto. Favorire il traffico d’armi in
favore dei guerriglieri Hezbollah e dei feddayn palestinesi presenti in alcuni
campi nel Sud
. La rete, attiva da tempo, è stata rinforzata negli ultimi
mesi con l’afflusso di nuovi elementi e ampliata in modo da poter resistere a
eventuali contromosse. Dopo l’accordo di cessate il fuoco le autorità di Beirut
hanno cercato di tenere d’occhio le iniziative Hezbollah così come le manovre
degli alleati, Siria e Iran. In particolare i traffici di armi per ricostituire
l’arsenale dei militanti. I siriani hanno costituito grandi depositi nei
pressi del confine libanese e durante la notte organizzano il passaggio. Con
furgoni o con carovane composte da 4 asini e due uomini di scorta. Dall’altra
parte sono in attesa i mezzi dell’Hezbollah sui quali vengono trasbordati
razzi, munizioni, esplosivi. La seconda «rotta» è quella via mare
. Battelli
partono dalla Siria e discendono verso il Libano mantenendosi lungo la costa. Una
parte del carico viene nascosta in bunker ben occultati, il resto finisce ad
alcune formazioni palestinesi
. Potrebbero essere quest’ultime a innescare
la nuova crisi.

TRAFFICO D’ARMI Tra gli obiettivi ci sarebbe il
traffico d’armi dalla Siria in favore dei miliziani anche palestinesi

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