Mandato Ue a Solana per la trattativa D´Alema: “Siamo alla stretta finale”

Giampaolo Visetti

I ministri degli Esteri prendono due settimane di tempo e
incaricano il loro rappresentante di un nuovo tour negoziale

Prossima tappa, il Consiglio del 15 settembre poi si
tornerà al Palazzo di vetro

la missione Mi
limiterò ad ascoltare Uno o due incontri saranno sufficienti a chiarire il
senso della risposta iraniana all´offerta della comunità internazionale
il processo di pace È logico che Teheran chieda una contropartita
politica. La nostra proposta è coinvolgerli nel processo di stabilizzazione
nell´area: Libano, Iraq, Afghanistan


LAPPEENRANTA – Scaduto l´ultimatum Onu, per l´Iran
riparte il conto alla rovescia Ue. L´Europa affida a Javier Solana l´ennesimo
«mandato esplorativo», per verificare le ragioni dell´ambiguità di Teheran e
sondare la possibilità di riaprire le trattative sulla corsa all´energia
atomica. I ministri degli Esteri dei Venticinque, riuniti in Finlandia,
evitano di usare la parola «ultimatum». Resiste il no alle sanzioni, ma
l´Unione concorda sul fatto di trovarsi «ad un tornante». Il confronto entra in
una fase nuova e il tempo concesso agli iraniani per arrestare l´arricchimento
dell´uranio non è più infinito
. Il mandato europeo giunge proprio mentre il
segretario generale dell´Onu, Kofi Annan, atterra a Teheran proveniente da
Damasco.
Ridimensiona così la sua due giorni di contatti con il capo dei negoziatori
Ali Larijani e con lo stesso presidente Ahmadinejad. I ministri Ue comprendono
il rischio di delegittimazione delle Nazioni Unite, impegnate a evitare
l´apertura di un altro fronte di guerra, e insistono così sulla paternità «non
solo europea» della missione
.«Solana ha chiesto un mandato pieno – spiega
il ministro degli Esteri Massimo D´Alema – e di non sfrangiare la posizione
internazionale. Ha spiegato che in Iran si stanno aprendo degli spiragli: per
questo non rappresenta solo l´Europa, ma l´intero consiglio di sicurezza Onu». Lo
stesso Solana, poco dopo, puntualizza di non avere alcun incarico politico,
tantomeno da parte di Usa, Russia e Cina. «Mi limiterò ad ascoltare e a cercare
di capire
– spiega – non ci sarà alcun negoziato, che spetta al Gruppo 5+1.
Uno o due incontri, nell´arco di un breve periodo, saranno sufficienti a
chiarire il senso della risposta iraniana all´offerta della comunità
internazionale».
E´ chiaro che l´Europa ha bisogno di guadagnare altro tempo e di frenare la
pressione Usa per sanzioni immediate
. I Venticinque, pur dichiarando di
essere «alla stretta finale», sono preoccupati per gli sviluppi della missione
in Libano e non vogliono aprire altri fronti. «Uno scontro con l´Iran –
spiegano i diplomatici – farebbe naufragare il faticoso accordo con la Siria
sull´embargo delle armi e lascerebbe mani libere al regime di Teheran nel
sostenere Hezbollah contro Israele». Di fronte agli incendi che continuano a
divampare in Iraq, Medio Oriente e Afghanistan, all´Europa non resta dunque che
la via del dialogo, in questa fase condivisa anche dagli Stati Uniti
. La
Casa Bianca in realtà non crede alla possibilità di un successo, anche se
l´ambasciatore Bolton ha dichiarato che Washington non farà alcuna mossa prima
di conoscere l´esito della missione Solana. Un embargo all´Iran arresterebbe
la crescita economica occidentale, facendo schizzare il petrolio ad oltre 100
dollari il barile. La rottura avrebbe conseguenze pesanti in particolare per
l´Italia, primo partner commerciale di Teheran. I capi delle diplomazie Ue
prendono però atto che concedere all´Iran la scelta dei tempi della crisi,
significa legittimare Ahmadinejad. Di qui l´appoggio a Solana, che nei primi
giorni della settimana vedrà il negoziatore iraniano in una località europea.
In secondo piano, il ridimensionamento del Gruppo 5+1, convocato per il 7 a
Berlino, la cui funzione appare in via di superamento. «Sarà solo una riunione
tra tecnici – conferma D´Alema – priva di valore politico
. Solana riferirà
l´esito dei suoi colloqui al consiglio Ue del 15 settembre. In caso di
fallimento la palla passerà all´assemblea generale Onu, il 19, e infine al
consiglio di sicurezza». Due settimane, dunque, prima di conoscere la soglia
Usa della «linea rossa».
I segnali da Teheran, nonostante le aperture degli ayatollah più moderati,
continuano del resto ad essere negativi
. «In realtà non so se occorreranno
giorni o settimane – spiega il vicepremier italiano – ma è chiaro che il mondo
chiede all´Iran di non dotarsi di armi nucleari. Logico dunque che Teheran
chieda una contropartita politica. L´offerta va definita e il negoziato sul
nucleare va inquadrato in un contesto più ampio. La nostra proposta è il
coinvolgimento iraniano nel processo di stabilizzazione di tutta l´area, a
partire da Libano, Iraq e Afghanistan».
La Ue, sempre più sganciata dall´agenda Usa e vicina al no di Russia e Cina
alla linea dura, punta dunque a non isolare l´Iran.
«Siamo fermi sulla porta – dichiara il ministro degli Esteri tedesco,
Steinmeier – Abbiamo solo bisogno di un segnale sulla disponibilità di Teheran
a fare un passo verso di noi». Ormai ci si prepara ad una resa dei conti all´Onu:
e la Ue, pur «vivamente preoccupata», rinvia a ottobre il dossier russo su
diritti umani, democrazia e accerchiamento energetico.

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