CARMELO
LOPAPA
"L´intervento medicina
amara ma necessaria". Sfila anche l´Ucoii
Chiesto un incontro con D´Alema e Parisi
Tanti i giovani, con il vescovo e gli esponenti dei partiti
ASSISI – Le scarpe sono lì, allineate, un paio di
fianco all´altro. Non è la montagna di oltre mille sognata dagli organizzatori,
a simboleggiare ogni paio una delle 1.100 vittime della guerra in Libano.
Ma alla fine saranno centinaia. E su quell´enorme telo rosso sangue, steso ai
piedi del Sacro convento di Francesco, produrranno comunque il loro effetto
nella piazza simbolo della pace, ad Assisi. Seimila in corteo, diranno gli
organizzatori, forse qualcosa in meno. In agosto comunque un successo.Il
serpentone della manifestazione (il nome è "Fermatevi! Fermiamole!"),
promosso dalla Tavola della pace lo aveva aperto lo striscione "Forza
Onu", ad avvertire che questo 26 agosto segnerà una piccola ma decisiva
svolta nella storia del pacifismo italiano. Dietro, quello in ricordo di
Angelo Frammartino, il giovane pacifista ucciso a Gerusalemme, perché questa è
anche la giornata della sua memoria. Ci sono i genitori e oltre duecento suoi
amici arrivati da Monterotondo con cinque pulmann. Il vescovo di Assisi
Sorrentino, e il segretario del Prc Franco Giordano, unico leader presente,
quasi a voler accompagnare la delicata metamorfosi del movimento che la base
del partito. E poi don Ciotti e Luciana Sgrena, Marina Sereni dei Ds, l´ex
segretario Cisl Savino Pezzotta, il vicepresidente della Camera Pierluigi
Castagnetti, Leoluca Orlando, Tana De Zulueta e Rita Borsellino. Per lettera
sono arrivate le adesioni del capo dello Stato Napolitano, del premier Prodi,
del presidente della Camera Bertinotti.
Sfilano i gonfaloni dei 181 tra comuni, province e regioni e i rappresentanti
di 398 associazioni. Questa volta però c´è qualcosa di nuovo tra i volti di
sempre, tra le bandiere arcobaleno e quelle falce e martello di Rifondazione,
tra le magliette del "Che" e le kefiah attorno. Sì, c´è sempre lo
striscione "No alla guerra senza se e senza ma", ma chi lo regge,
Roberto Giorgi, sezione di Reggio Emilia di Rifondazione comunista spiega
adesso che questa volta l´intervento "è una medicina amara da mandare giù
per evitare una malattia più grave". Sarà il refrain della
giornata, quello che ha tenuto lontano i duri e puri, da Strada ai Malabarba,
Cannavò e Turgliatto della sinistra del Prc.
La svolta in mattinata nell´affollata assemblea alla Cittadella, tra
manifesti di Arafat alle pareti. Il coordinatore della Tavola, Flavio Lotti:
"Sentiamo fastidio per questo clima da derby che si respira in Italia. E´
grazie all´intervento Onu che la guerra in Libano si è fermata. Qui Non siamo
contro qualcosa, ma tutti insieme per la pace". Perfino padre Vincenzo
Coli, custode del Sacro convento, spiega ai manifestanti in piazza: «Questa
iniziativa popolare rappresenta un supporto all´azione di governo». Gli
organizzatori hanno però avanzato 19 richieste al governo, tra le quali un
incontro con D´Alema e Parisi «perchè vogliamo capire, essere
rassicurati". Poi, l´8 ottobre si torna ad Assisi. Unica voce fuori dal
coro quella di Monsignor Valentinetti, guida di Pax Christi. Soddisfatta la
viceministra agli Esteri Patrizia Sentinelli, tessera del Prc in tasca, alla
sua prima marcia da movimentista di governo, perché "da qui comunque
arriva un´investitura forte al governo". E i pochi "compagni
dissidenti" il leader Giordano li liquida così: "Francamente non
riesco a capire le ragioni contro un intervento di pace sotto il comando
dell´Onu". Comparirà nel pomeriggio anche il presidente dell´Ucoii
nell´occhio del ciclone, Mohamed Dachan, per dire. "Ho sempre
partecipato alle marcie della pace e questo dovrebbe dirla lunga sulla natura
della nostra comunità". La manifestazione sta per concludersi. Adesso una
bambina di pochi anni corre divertita a piedi nudi tra le tante scarpe sul telo
rosso, è un gioco nuovo. Daniela Poggi sta leggendo la lettera dello scrittore
israeliano Grossman al figlio nel giorno del suo funerale. La mamma e il papà
di Angelo si stringono forte come d´altronde hanno fatto per tutto il giorno. A
qualcuno scende giù una lacrima.