Quel vertice in gran segreto tra Damiano, sindacati e imprese per «dividere» il cuneo fiscale

Sergio Rizzo

Il nodo della ripartizione delle risorse

ROMA — All’«incontro che non c’è mai stato»,
come una fonte bene informata lo definisce, allo scopo di sottolinearne la
riservatezza, hanno partecipato in sei. C’erano il ministro del Lavoro
Cesare Damiano, il vicepresidente della Confindustria con delega per le
relazioni industriali, Alberto Bombassei, il direttore generale
dell’organizzazione Maurizio Beretta e i segretari generali di Cgil, Guglielmo
Epifani, Cisl, Raffaele Bonanni, e Uil, Luigi Angeletti. Si sono visti giovedì,
al tavolo di concertazione sui trasporti
, in programma a Palazzo Chigi
quello stesso pomeriggio. Avendo cura di tenersi al riparo da sguardi
indiscreti.
Anche perché l’argomento della riunione era una questione che sarà
centrale della prossima Finanziaria: il taglio del cuneo fiscale e
contributivo, cioè delle tasse e dei contributi previdenziali che pagano
lavoratori e imprese
. E dal primo contatto informale è apparso subito
chiaro quanto potrebbe essere difficile chiudere l’operazione, senza
scontentare nessuno.
Il governo mette sul tavolo un taglio di cinque punti, pari a 10 miliardi di
euro, così ripartito: 60% a vantaggio della competitività, cioè delle imprese,
e il restante 40% a vantaggio dei consumi, cioè degli stipendi
.
Quest’ultimo beneficio riguarderebbe lavoratori del settore privato, ma anche
dipendenti pubblici e perfino i pensionati. La Confindustria si attende una
proporzione leggermente diversa: due terzi alle imprese e un terzo ai
lavoratori
. Soprattutto, gli industriali non vogliono un intervento
selettivo, avendo già messo segretamente nel conto di poter accettare un
solo criterio di «selettività»: che il taglio del cuneo tenga conto dei
dipendenti a tempo indeterminato
.
Mai problemi più grossi potrebbero venire dal sindacato. Non tanto per
una questione di proporzioni, ma per come la riduzione dovrebbe essere fatta. Epifani
ha già affermato di preferire la restituzione del fiscal drag all’intervento
sul cuneo. Che comunque vuole selettivo. Bonanni, da parte sua, lo chiede
selettivo al massimo, per sostenere le imprese più innovative
. Un bel rebus
da risolvere, per Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa.

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