La Farnesina prepara l´invio di convogli d´emergenza,
consultazioni con Onu e Ue
Il ministero degli Esteri
pensa a un´intesa stretta con gli altri paesi dell´Unione europea
Ieri il "Durand de La Penne" ha evacuato altri stranieri: in arrivo
l´Aliseo e il San Giorgio
ROMA – «Ci stiamo consultando con l´Unione
europea, ma se non dovessimo riuscire a coinvolgere rapidamente tutti i 25
paesi, siamo pronti a partire da soli, assieme alla Francia». Dopo gli
annunci di Massimo D´Alema di ieri mattina, al ministero degli Esteri
confermano che l´Italia sta lavorando concretamente alla creazione di un
"corridoio umanitario" per aiutare le popolazioni libanesi. «In
questa fase d´emergenza la nostra prima priorità è stata mettere in salvo i
connazionali a rischio», dice un funzionario della Farnesina, «ma adesso stiamo
lavorando anche a un pacchetto di aiuti d´emergenza da inviare in Libano in
vista del cessate-il-fuoco o non appena le parti permetteranno di
distribuirli».
L´Italia potrebbe partecipare anche con unità della Marina militare alla
parte navale del "corridoio umanitario": «Sappiamo che è in
discussione la possibilità di collegamenti umanitari tra Cipro e Sidone o
Beirut», dicono fonti del Ministero della Difesa, «la Marina ha due navi,
l´Aliseo e il San Giorgio, che si stanno spostando verso Beirut per rilevare di
Durand de la Penne, e saranno pronte a seguire le direttive del governo».
Per il momento non c´è ancora una decisione definitiva, ma nelle prossime ore
si capirà meglio cosa sarà possibile fare. Il ministro D´Alema, dopo l´incontro
con il leader libanese Hariri, ha detto che l´Italia lavora al
"corridoio" e che lui stesso potrebbe preparare un viaggio a Beritu:
«Sul viaggio non c´è nulla di concreto, ma non vogliamo lasciare nulla di
intentato per dare un contributo sia sul piano umano che politico. Bisogna
difendere il Libano, la sua integrità». In verità D´Alema era già stato
invitato in Medio Oriente (Egitto, Israele, Palestina e Giordania), ma questo
prima che esplodesse la crisi del Sud-Libano. E tra l´altro a fine luglio il
premier israeliano Ehud Olmert avrebbe dovuto fare una visita a Roma e Berlino.
Per il momento i viaggi in zona sono sospesi, ma dopo il suo incontro con
Hariri ieri anche il premier Romano Prodi ha detto che «l´Italia farà di tutto
per facilitare la ricerca di una soluzione del conflitto: abbiamo espresso il
nostro consenso al corridoio umanitario, non si può più aspettare». D´Alema ha
ricordato che per l´Italia l´integrità del Libano è vitale: «La sua
disgregazione sarebbe un colpo drammatico per la democrazia ma anche per la
sicurezza di tutta la regione».
Tornando al tema delle evacuazioni da Beirut, ieri la Farnesina è riuscita ad
imbarcare undici italiani provenienti dal Sud del Libano su una nave allestita
dalle Nazioni Unite. La nave ha fatto rotta ieri sera per Cipro, in tempo
utile per consentire poi il trasbordo sui voli commerciali che l´Unità di Crisi
aveva organizzato per gli italiani che ireri mattina a Beirut erano saliti a
bordo del cacciatorpediniere Durand de la Penne.