Vaticano, lascia Navarro Valls Lombardi è il nuovo portavoce

MARCO POLITI

Il direttore della Radio subentra all´uomo voluto da
Wojtyla

All´origine del commiato il
fatto che il Papa non vuole regie mediatiche
Dopo 22 anni l´addio del giornalista cui Giovanni Paolo II affidò l´immagine
L´uscente saluta: ho avuto molto più di quanto abbia dato

CITTÀ DEL VATICANO – Joaquin Navarro non è più portavoce
del Papa. Dopo ventidue anni di servizio raffinato e intelligente, l´uomo
dell´Opus Dei, che ha incantato con il suo fascino legioni di telespettatrici e
dominato la scena dell´informazione vaticana con la classe di un torero e
l´astuzia di uno spin-doctor, lascia il suo incarico
. «Benedetto XVI –
recita il comunicato vaticano – ha accolto la rinuncia presentata dal dott.
Joaquin Navarro e lo ha ringraziato per il suo lungo e generoso servizio». Gli
subentra il gesuita padre Federico Lombardi, direttore della Radio vaticana e
del Centro televisivo vaticano
.
Navarro parte perché papa Ratzinger non ha bisogno di uno spin – doctor, non
vuole nessuno che alimenti e amplifichi l´informazione sulla sua persona e il
suo operato. Benedetto XVI non chiede regie mediatiche intorno a sé, perché –
come ha dichiarato un giorno allo stesso Navarro – «un concetto vale più di
mille immagini». E i concetti Ratzinger li trasmette da sé medesimo
. Lui
soltanto, il pontefice, sarà il «comunicatore» del suo pontificato. Così come
lui soltanto sarà il motore politico della Curia.
A novembre il Papa aveva sostituito padre Pasquale Borgomeo alla direzione
della Radio vaticana, perché non voleva nessuno che facesse informazione
politica. Adesso rinuncia a Navarro, poiché si disinteressa ad una politica
dell´informazione
. Navarro stesso aveva offerto le sue dimissioni già
all´indomani del conclave, perché soggettivamente – dopo aver speso gran parte
della sua vita professionale accanto a Karol Wojtyla, il personaggio storico
più straordinario della fine del Novecento – si sentiva come svuotato dalle
emozioni e sapeva che un capitolo fondamentale si era chiuso.
«Sono consapevole – si è accomiatato con eleganza sul bollettino stampa
vaticano – di aver ricevuto in questi anni molto più di quanto abbia potuto
dare e perfino di quanto adesso sia capace di comprendere pienamente».
Parte un mago, arriva un manager. Padre Federico Lombardi, per molti anni
responsabile dei programmi della Radio vaticana prima di diventarne direttore,
continuerà a dirigere sia la radio che la tv vaticana, prefigurando in tal modo
l´unificazione del comparto dell´informazione della Santa Sede sotto una
direzione unica: probabile preludio alla cancellazione della Commissione per le
comunicazioni sociali. Un altro tassello dello snellimento della Curia voluto
da Benedetto XVI
. L´Opus Dei perde una postazione importante. I Gesuiti non
guadagnano nulla, perché non stanno lì come «Ordine» ma solo come esperti.


Con padre Federico Lombardi la sala stampa vaticana
cambia stile: dopo un laico torna un sacerdote

Quel gesuita in clergyman nipote del
"microfono di Dio"

curriculum Nato
a Saluzzo, licenza in Teologia in Germania e una laurea in matematica
stile discreto Funzionario discreto, tipo banchiere svizzero, fa dell´essere
poco visibile il suo vanto

CITTA´ DEL VATICANO – Chi si era abituato alle cravatte
ricercate di Joaquin Navarro Valls, dovrà d´ora innanzi fare i conti con il
clergyman grigio e la camicia grigio-azzurrina di padre Lombardi.
Cambia decisamente lo stile alla Sala Stampa vaticana. Avanza il modello del
funzionario discreto, tipo banchiere svizzero, che fa dell´essere poco visibile
il suo vanto. E ancora: va via un laico, torna un sacerdote
.
Padre Federico Lombardi, sessantaquattro anni, carattere sereno,
riservato, cortese e tranquillo, è un gesuita di estrema simpatia umana,
ma cavargli di bocca una qualche «indiscrezione» è operazione impossibile.
Quando gli abbiamo chiesto se papa Ratzinger gli aveva augurato buon lavoro in
italiano o in tedesco (Lombardi ha passato quattro anni in Germania e parla
perfettamente l´idioma del pontefice), il religioso ha mormorato a bassa voce:
«La prego… su questo non ho niente da dire».
L´uomo è così. Efficiente, di poche parole, pronto ad aiutare, ma
tendenzialmente silenzioso quando si arrivano anche solo a sfiorare gli affari
di stato vaticani o la persona del pontefice.
Il suo curriculum è di tutto rispetto. Nato a Saluzzo, in Piemonte, nel 1942,
ha preso la licenza in Teologia all´Istituto Superiore dei Gesuiti a
Francoforte sul Meno, ma ha anche una laurea in Matematica. Ordinato sacerdote
nel 1973, quattro anni dopo è diventato vice-direttore della prestigiosa
rivista Civiltà Cattolica e dal 1984 al 1990 è stato a capo della Provincia
Italia della Compagnia di Gesù.
Nipote del «microfono di Dio», quel padre gesuita Lombardi che infiammava i
cattolici italiani del dopoguerra con arrighe anticomuniste, Federico non ha
ereditato nulla in protagonismo
.
Semmai il suo approccio razionale e calmo alle cose gli viene da quel Vallauri,
di cui è nipote per parte di madre, studioso di elettronica e di
elettromagnetismo, croce di generazioni di studenti per la terribile «equazione
di Vallauri». «Un servizio mi è stato richiesto – ci ha detto, confidandosi al
massimo – e cercherò di farlo onestamente, con coerenza e serietà».
Esattamente quello che piace a Benedetto XVI, che infischiandosene dei boatos
contrastanti circolati in queste settimane («Dopo Navarro verrà il suo vice o
un noto corrispondente tedesco, no: un giornalista italiano, contrordine:
sicuramente un altro dell´Opus Dei»), ha scelto in silenzio un manager
silenzioso. Lombardi cumulerà tre incarichi: direttore della Radio vaticana,
del Centro televisivo vaticano, della Sala stampa
.
«Sinergie» sembra essere la sua parola d´ordine. «Tra Radio e Centro
televisivo – spiega – ho visto realizzarsi una valorizzazione delle reciproche
risorse e possibilità»
. Ora, aggiunge, deve ancora conoscere meglio i
meccanismi della Sala stampa, ma appare chiaro che il disegno che il pontefice
ha in testa è la realizzazione di un comparto generale dell´informazione a
guida unica. «Mi piace favorire le collaborazioni positive», si limita a dire
padre Lombardi.
Il gesuita ha fatto la sua apparizione nella Sala stampa ieri mattina poco
prima di mezzogiorno
. «Tra cinque minuti inizia il mio lavoro», ha
annunciato sorridendo, raccontando che tra le lingue che conosce c´è in prima
linea il tedesco e poi l´inglese, «ma non tanto da capire sempre il loro
umorismo», ha soggiunto con ironia. Sul bollettino vaticano ha rivolto un
saluto ai «carissimi» colleghi giornalisti, spiegando di «non pretendere di
imitare di Navarro». Si sforzerà, ha sottolineato, di far conoscere «in modo
obiettivo e adeguato» l´attività del Papa e la realtà della Chiesa.
Benedetto XVI, atterrato ieri in Val d´Aosta, ha commentato rivolto ai
reporter: «Il nuovo portavoce lo conoscete. Non comincia da zero, è un
giornalista molto esperto, e quindi abbiamo fiducia in lui».

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