ALESSANDRO OPPES
Valencia, la scatola nera rivela che il metrò correva
troppo
Ieri le esequie di Stato, presenti il re, la regina e il
premier Zapatero
Alle origini della catastrofe di Valencia l’eccessiva
velocità del treno e forse l’inesperienza del macchinista
VALENCIA – Ormai non ci sono più dubbi, è stata la
velocità eccessiva la causa del deragliamento del convoglio della metropolitana
di Valencia che ha provocato la morte di 41 persone, 29 delle quali erano
donne. È questo il responso definitivo che viene dalla scatola nera,
ritrovata poche ore dopo la tragedia, mentre tra i rottami erano ancora in
corso le operazioni di recupero dei cadaveri. Il treno viaggiava a 80
chilometri l´ora, esattamente il doppio della velocità consentita in quella
curva, indicata come «zona pericolosa».
Il Comitato di sicurezza della circolazione dell´impresa che gestisce la
linea metropolitana sospetta che il macchinista – rimasto ucciso nell´incidente
– possa essere stato colto da malore, perdendo così il controllo del treno.
«Non troviamo una spiegazione a un eccesso di velocità così vistoso», è la
conclusione, «possiamo pensare solo a un´indisposizione che gli abbia impedito
di reagire». In realtà, dalla scatola nera risulta che, pochi secondi prima
dell´incidente, il conduttore abbia pigiato a fondo sull´acceleratore, e subito
dopo abbia cercato disperatamente di ridurre la velocità. «Siamo sicuri che
è successo qualcosa al macchinista», ha dichiarato il segretario generale del
Sindacato Ferroviario, Fernando Soto.
Cominciano a emergere però seri dubbi sulla scarsa esperienza del
conduttore: appena sei mesi alla guida della metropolitana, anche se, secondo
Soto, «aveva ricevuto tutta la formazione necessaria». Di opinione contraria,
invece, il Sindacato Indipendente Ferroviario, che sostiene che «il conduttore
non era un macchinista», ma solo un addetto alle stazioni della metro che aveva
frequentato un corso accelerato di due settimane, anziché gli abituali due mesi
di pratica.
L´ispezione compiuta ieri mattina dai responsabili regionali del trasporto
pubblico nella zona dell´incidente, ha portato i tecnici a concludere che sia
le ruote del treno sia i binari erano in buone condizioni.
Negli ospedali di Valencia, sono ancora ricoverati undici dei 47 feriti,
quattro in gravi condizioni. La tragedia ha modificato i piani del V
Incontro mondiale delle famiglie, al quale da tre giorni partecipano migliaia
di pellegrini, mentre altre centinaia di migliaia invaderanno la città alla
vigilia dell´arrivo, sabato prossimo, di papa Benedetto XVI. Restano confermati
tutti i congressi religiosi, ma vengono annullati gli atti festivi e culturali,
compresi i numerosi concerti in programma.
Le migliaia di bandiere bianco-gialle del Vaticano, che da giorni ornavano i
balconi della città, da ieri sono listate a lutto. In una giornata di afa
soffocante, si celebrano i funerali di Stato. Nel cuore del centro storico,
davanti alla Cattedrale e all´interno del tempio, una selva di ventagli in
azione per combattere i quasi 35 gradi di temperatura e l´umidità, mentre i
volontari che partecipano all´Incontro delle famiglie distribuiscono acqua e
prestano assistenza ai fedeli colti da malore. Scrosci di applausi salutano
l´arrivo di re Juan Carlos e della regina Sofia, accolti dal primo ministro
José Luis Rodríguez Zapatero. La cerimonia è celebrata dall´arcivescovo di
Valencia Agustín García Gasco. «Vi accompagno nelle vostre sofferenze, non
siete soli. Potete contare sull´amore e l´appoggio delle famiglie di tutto il
mondo. Non chiudetevi nel vostro dolore, aprite i vostri cuori a tutti quelli
che vi vogliono aiutare», dice il prelato ai familiari delle vittime, ai quali,
al termine della messa funebre, i sovrani si avvicinano con gli occhi lucidi,
con una stretta di mano, un abbraccio, una parola di conforto.