Eads-Airbus, terremoto al vertice si dimettono i due presidenti

V. PI.

Forgeard paga per le speculazioni sulle stock-option,
Humbert i ritardi per il nuovo A380

 

MILANO – Ultimo atto della grave crisi che sta travolgendo
l´Eads (il consorzio franco-tedesco produttore in particolare degli aerei
Airbus); ultimo atto almeno per quanto riguarda i vertici del gruppo: da
ieri infatti sono dimissionari il numero uno di Eads, Noel Forgeard, e il suo
omologo, Gustav Humbert, che era alla guida del bracico operativo Airbus
.
Quest´ultimo si è assunto apertamente "la piena responsabilità" dei
ritardi nella consegna dell´A380.
Le dimissioni erano ormai largamente scontate dal mercato, in particolare
quelle di Forgeard, che come nelle previsioni verrà sostitituito da Louis
Gallois, attuale direttore generale delle ferrovie francesi e molto appoggiato
dal ministro delle Finanze Thierry Breton. Humbert invece sarà sostituito da Christian
Streiff, top manager della Saint Gobain
.

Il gruppo aerospaziale da mesi è nell´occhio del ciclone ma la crisi è
precipitata a metà giugno, quando Eads è stata costretta ad annunciare un drastico
taglio nelle consegne 2007 del superjmbo A380, che saranno limitate a nove
esemplari
; non solo, ci saranno altri rallentamenti anche negli anni
successivi. L´annuncio, il 14 giugno scorso, aveva provocato un vero e proprio
crollo delle quotazioni del titolo in Borsa (meno 26% in un solo giorno) e
l´esplodere delle polemiche che ormai da tempo avvelenano il clima del gruppo.
Polemiche in primo luogo sulla gestione industriale: oltre ai ritardi
sull´A380, infatti, sembra piuttosto controversa anche la gestione dell´altro
velivolo, l´A350, che potrebbe richiedere il raddoppio degli investimenti
previsti (da 4 a 8 miliardi di euro) e uno slittamento sostanziale per le prime
consegne.
A questo aspetto di fondo si è unito, negli ultimi tempi, un braccio di
ferro sempre più aspro tra le due "anime" del consorzio: quella
francese (Lagardère ha il 7,5% e lo stato francese il 15%) da un lato e quella
tedesca (Daimler-Chrysler ha il 22,5%) dall´altra
. In particolare Breton
aveva dimostrato in varie occasioni la propria contrarietà alla co-gestione del
gruppo (che finora aveva avuto un vertice bi-cefalo, che faceva capo ai due
paesi) e la ristrutturazione di queste ore sembra indicare che le sue pressioni
sono state in larga misura accolte; d´altro canto, tra i più attivi a
chiedere la testa di Forgeard pare sia stato il socio tedesco, esasperato per i
ritardi (e le conseguenti perdite) che si stanno manifestando in relazione ai
nuovi aerei. A partire dal 2007 si parla di cifre che si aggirano intorno ai 2
miliardi nell´arco di quattro anni; un problema che ha sfiorato anche Finmeccanica,
che partecipa all´Airbus attraverso la sua controllata Alenia Aeronautica con
una quota del 4%
. Una partecipazione molto piccola, e infatti in una nota
il gruppo italiano ha specificato che i ritardi e i problemi di Eads non
avranno impatto sui suoi conti, ma tanto è bastato perché nel giorno
dell´annuncio anche Finmeccanica perdesse in Borsa il 2,6%.
Per il socio maggioritario tedesco però è stata la goccia che ha fatto
traboccare il vaso, dopo un braccio di ferro sotterraneo e silenzioso che va
avanti da anni. Lo scandalo delle stock-option, vendute a piene mani nel marzo
scorso proprio dal numero uno di Eads con una plusvalenza plurimilionaria
(vendita che ha ovviamente sollevato molti sospetti di insider trading,
nonostante le secche smentite di Forgeard e degli altri cinque manager che lo
hanno imitato) ha rappresentato solo un elemento di disappunto in più nei già
tesissimi rapporti tra i soci.

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