Giampiero Martinotti
Prime risposte all´"invasione" transalpina nel nostro Paese. Resta da
sciogliere il nodo Enel-Suez: smentite nuove voci di Opa
Colpi di Mondadori, Camfin e
Borletti, ma porte chiuse nei settori strategici
PARIGI – L´Enel che semina il panico tra i paladini del
«patriottismo economico», la Mondadori che entra in forze nel mondo dei periodici,
Maurizio Borletti che si prende uno dei simboli della distribuzione
transalpina: «Les italiens sont de retour» dicono i francesi con un misto
di affetto e di condiscendenza. Certo, tutto va bene quando le nostre aziende
vogliono prendere il controllo di società non strategiche, mentre succede il
finimondo quando si tocca l´energia, ma da molti anni gli italiani erano
diventati molto discreti Oltralpe. Sono lontani gli anni Ottanta, quando gli
Agnelli, i De Benedetti e i Gardini erano stati esaltati come i nuovi
«condottieri» ed è anche lontana la battaglia tra la famiglia torinese e la
Danone di Antoine Riboud per il controllo della Perrier, ma erano anni che
sulle pagine economiche non si parlava così tanto degli italiani.
E´ un timido ritorno sulla ribalta di un paese con cui i rapporti economici
sono stati sempre intensi, anche nelle fasi di stanca. Negli ultimi tempi,
tuttavia, sono stati i francesi a imperversare nella penisola: Edf si è presa
il 20% del nostro mercato elettrico, la grande distribuzione (basti
ricordare Carrefour e Auchan) è ormai presente su tutto il territorio, Bnp
Paribs ha rilevato la Bnl, il Crédit Agricole è il primo azionista di Intesa.
Lo squilibrio è forte e non basta certo il passaggio del Printemps e di Emap
France sotto le bandiere dell´italico tricolore per compensarlo. Le tre
vicende di questi giorni, tuttavia, testimoniano una ripresa
dell´intraprendenza italiana, sottolineata ieri anche dal Financial Times:
«Gli italiani fanno shopping estivo in Francia», ha titolato il quotidiano
della City. Non è stata ostacolata nemmeno la Mondadori, che essendo
controllata e diretta dalla famiglia Berlusconi avrebbe potuto far rifiorire
l´ostilità, mai smentita a destra e a sinistra, nei confronti del Cavaliere.
Il risveglio italiano Oltralpe avviene in un momento chiave dei rapporti tra
i due paesi. L´arrivo di Romano Prodi a Palazzo Chigi ha rasserenato i rapporti
politici, ma i francesi restano protezionisti quando ritengono in gioco i loro
«interessi vitali». E le belle parole in favore di accordi di cooperazione
e progetti comuni restano sempre nel purgatorio delle buone intenzioni. L´unica
eccezione, per il momento, sembra il negoziato tra Finmeccanica e Thales per
l´elettronica di difesa, a quanto pare ben avviato.
In questo quadro, resta il pomo della discordia: Enel-Suez. Ieri il presidente
dell´azienda italiana, Piero Gnudi, ha dovuto smentire le voci di Borsa riprese
da Bloomberg, secondo cui l´Enel stava per lanciare un´Opa ostile sul gruppo
francese, il cui titolo ha guadagnato l´1,58%. Del resto, in questo momento gli
italiani non hanno interesse a un´operazione del genere: la maggioranza di
centrodestra ha costretto Villepin a rinviare a settembre il dibattito sulla
privatizzazione di Gaz de France e alcuni leader dell´Ump, il partito di
maggioranza assoluta, hanno pubblicamente chiesto che venga studiata un´ipotesi
a tre, cioè un accordo tra Suez, GdF ed Enel. Un´idea che non piace alle due
aziende francesi: «C´è un solo progetto sul tappeto, la fusione», ha
ripetuto in questi giorni Gérard Mestrallet, presidente di Suez. In
un´intervista al Figaro, si è detto soddisfatto per la decisione del governo,
che mercoledì prossimo varerà il disegno di legge sulla privatizzazione: «E´ un
segnale forte in favore del nostro progetto. I tempi sono perfettamente
compatibili con il calendario iniziale», che prevede il completamento della
fusione entro fine anno. A condizione che il parlamento cambi opinione.