"Sanzioni a Teheran? Un danno per tutti"

IRAN, ITALIA

REPUBBLICA Giov. 22/6/2006   V. N.

Incontro alla Farnesina e cena di lavoro tra i due
ministri degli esteri. L´Italia propone: sì al nucleare ma solo a scopo civile

D´Alema: ci costerebbero come
due finanziarie

ROMA – L´Italia vuole rientrare nella partita
iraniana: è il senso vero della visita di poche ore del ministro degli Esteri
iraniano Manucher Mottaki a Roma. Il messaggio formale che Massimo D´Alema gli
ha consegnato a cena a Roma è questo: l´Iran deve accettare il negoziato sul
nucleare
: avete diritto all´energia atomica a scopi pacifici, ma il mondo
vuole ridurre il numero delle testate atomiche, soprattutto in una regione come
la vostra. Se davvero non volete la bomba atomica, allora rassicurate il mondo,
fate sì che «questi procedimenti di arricchimento dell´uranio si svolgano nel
quadro di una cooperazione internazionale, per tranquillizzare i governi e le
opinioni pubbliche mondiali». La contropartita offerta è stata altrettanto
chiara: l´Italia vi aiuterà a costruire un sistema di relazioni che tenga conto
dei vostri problemi di sicurezza, «siete una potenza regionale, l´Iran può
uscire da questo confronto con i maggiori paesi del mondo rafforzando il suo
ruolo internazionale»
.


E´ una scommessa delicatissima, una delle più complicate tra quelle di una
diplomazia che si era autoesclusa nel 2003 da questo negoziato, centrale per
l´Italia. Poche ore prima di ricevere il suo ospite, D´Alema aveva
confermato quanto sia strategica la partita per il governo dell´Unione e più in
generale per tutto il sistema-Italia: «E´ giusto che l´Italia faccia parte
dell´iniziativa internazionale verso l´Iran: noi siamo, con la Germania, il
principale partner economico
, e le prospettive d´isolamento dalla comunità
internazionale o di nostre sanzioni all´Iran sarebbero una prospettiva
allarmante». Sanzioni economiche all´Iran, hanno calcolato i tecnici della
Farnesina, «ci costerebbero nei prossimi anni quanto un paio di finanziarie»
.
L´ammissione di D´Alema non ha bisogno di commenti.
Questo mette l´Italia in una posizione delicatissima, perché potrebbe essere
sospettata di giocare a fare la testa di ponte degli iraniani
. Cosa che un
esperto di Iran come Lamberto Dini, ex ministro degli Esteri che per primo dopo
anni volò a Teheran, ha ben presente: «La posizione italiana non sarà diversa
da quella dell´Unione europea. Il nostro paese condivide la linea europea, che
è quella di convincere l´Iran a non ultimare il ciclo di arricchimento
dell´uranio. Ma la nostra diplomazia può aiutare a ragionare».
Detto questo, c´è un interesse altrettanto forte dell´Iran a non rimanere
incastrato in una partita che sino ad oggi ha condotto in maniera tatticamente
assai astuta. Ma D´Alema ha insistito con Mottaki: il mondo si aspetta una
risposta, e anzi ce l´aspettavamo prima della riunione dei ministri degli
Esteri del G8 prevista, a Mosca il 29 giugno. In Russia, in una formazione
allargata anche a Italia e Giappone (ma senza la Cina) i ministri degli Esteri
valuteranno le risposte iraniane
, la possibilità che per davvero si possa
andare avanti negoziando e non a colpi di sanzioni politiche ed economiche che
sarebbero dolorose per molti. Nell´incontro alla Farnesina D´Alema ha
affrontato anche altri temi, come il rispetto dei diritti umani, in particolare
le continue persecuzioni contro alcuni giornalisti critici del governo
iraniano. E poi le aggressioni verbali Ahmadinejad contro Israele. Mottaki
nella notte è ripartito per Ginevra, la sua corsa contro le sanzioni continua.

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