Ferrando lancia il Pcdl: «Opposizione!»

Roma
Sala piena e bandiere rosse al vento, domenica
mattina al cinema Barberini, per il nuovo partito dell’opposizione
comunista che nascerà tra un anno ma ha a già nome e simbolo: Partito
comunista dei lavoratori, falce e martello che si incrociano sul globo
azzuro e ricordano gli emblemi del Pdup e di Dp. Marco Ferrando ha
chiuso la manifestazione con un’energica requisitoria sul governo
Prodi, «il governo dei poteri forti e dei banchieri», e sulla
«capitolazione» del Prc e del Pdci. Il professore trotzkista, leader
della minoranza che ha lasciato Rifondazione dopo l’ingresso nel
governo, è uomo elegante e di buone maniere: non una parola
sull’indegno linciaggio al quale è stato sottoposto dopo l’intervista
al Corriere su Israele e Nassiriya e l’esclusione dalle liste del Prc.
Solo una battuta per Fausto Bertinotti: «La presidenza della camera val
bene un Padoa Schioppa». Ferrando è d’accordo con Prodi solo per
l’intervista a Die Zeit nella quale ha definito «innocui, puro folklore», i comunisti dell’Unione: «Ha sfilato loro la foglia di fico…».
«Il
ritiro dall’Iraq – insiste Ferrando – avverrà entro l’anno come
indicato Berlusconi. Le truppe rimangono in Afghanistan come voleva
Berlusconi. Il governo applica la finanziaria di Berlusconi, non
abolisce le riforme di Berlusconi, né la legge. Peggio ancora, alla
vigilia del referendum costituzionale in cui dovrebbe mobilitarsi
contro Berlusconi, annuncia che dopo il voto è pronta a una grande
intesa istituzionale sulle riforme, naturalmente con Berlusconi».
Ferrando rivendica il contributo di Progetto comunista, che ha votato e
fatto votare Prc il 9 e 10 aprile, alla sconfitta del centrodestra. Ma
dice basta: «Vogliamo mantenere la prospettiva di un’opposizione
anticapitalista e comunista, non lasciare alle destre il monopolio
dell’opposizione» Alla fine tutti a cantare l’Internazionale a pugno
chiuso, i giovanissimi accanto ai veterani di mille partiti e di mille
scissioni. Dalla platea: « Ora e sempre resistenza», «Il proletariato
non ha nazione internazionalismo rivoluzione».
Ferrando e compagni
sciolgono Progetto comunista (6,5 % all’ultimo congresso Prc), erede di
una corrente trotzkista da sempre in contrasto con quella più
«movimentista» che rimane nel partito (la Sinistra Critica di Salvatore
Cannavò e Luigi Malabarba, altro 6,5). Ccercano adesioni non solo dal
Prc, dal quale escono alcune centinaia di militanti: «Abbiamo contatti
con gruppi di provenienza ex Pci, come a Caserta. Altri, che non
conoscevamo, sono venuti da Siena, Pesaro, Sassari e Ozieri in
Sardegna, Brindisi. E ancora l’associazione Utopia di Brescia, il
Laboratorio marxista di Livorno..». Le roccaforti del futuro Pcdl sono
in Calabria. Toscana e Liguria, Genova esclusa. A Savona il 28 maggio
Patrizia Turchi, candidata a sindaco dell’area Ferrando contro Unione e
Cdl, ha preso il 5,4 %.

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