D´Alema e Rice, gelo e sorrisi "Chiudete subito Guantanamo"

VINCENZO NIGRO

Freddezza sull´Iraq,
protesta italiana per Calipari

I mondiali "Abbiamo
prudentemente deciso di vederci prima del match per evitare malumori"
Il vertice a Washington: si glissa sul ritiro, battute sul supercarcere

WASHINGTON – «Chiamami Condoleezza», dice
l´americana. «E´ un grande onore, è un piacere», risponde Massimo D´Alema: le
cortesie tra amici, tra alleati ci sono state tutte. Ma dietro l´annuncio di
ritiro dall´Iraq che Massimo D´Alema porta con sprezzo del pericolo sui tavoli
di Washington c´è un rapporto tra Italia e Usa che continua a vivere un momento
delicato. Quando un giornalista inglese in conferenza stampa chiederà cosa fare
di Guantanamo, la stessa Condoleezza Rice dice «che gli Usa non vogliono
diventare i carcerieri del mondo». Massimo D´Alema aggiungerà che «l´Italia
assieme all´Europa chiede che quel carcere venga chiuso»
.

Quando la conferenza stampa è già finita un portavoce della Farnesina
ricorda che il ministro degli Esteri nel colloquio bilaterale ha ricordato
l´insoddisfazione dell´Italia per il caso Calipari. Insieme D´Alema e la Rice
condividono una sola vera buona notizia, quella sull´accordo che gli Usa potrebbero
raggiungere con la Ue per gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese
.
Ancora: altre notizie positive, come la speranza di Italia e Stati Uniti che il
negoziato iraniano abbia imboccato la strada giusta. E poi, sopra tutto, il
silenzio e l´evitare ogni domanda sulla questione chiave, quella del ritiro
degli italiani dall´Iraq. Un argomento sul quale Massimo D´Alema dice di aver
trovato nel suo incontro con il segretario di Stato «comprensione e rispetto».
Gli unici dubbi sembrano essere quelli legati alla coalizione. Un
diplomatico americano fotografa così lo stato delle relazioni tra Italia e
Stati Uniti: «La valutazione non è su Massimo D´Alema: la questione sono le
posizioni della maggioranza politica che lo sostiene, e se diventeranno un problema
sarà solo un problema italiano. Tanta amicizia e arrivederci!»
. Come
dire: fatti vostri se i partiti della sinistra estrema continueranno ad
attaccarci, noi andremo avanti per la nostra strada
. Massimo D´Alema, alla
sua prima visita negli Usa da ministro, sembrava avere un compito difficile,
formalizzare l´annuncio di ritiro dall´Iraq. Ma alla fine questa è diventata la
parte meno imbarazzante: le cose sono chiare, tutta la missione "Antica
Babilonia", quella inserita nella forza multinazionale autorizzata
dall´Onu, verrà ritirata. Rimarranno in piedi le iniziative multilaterali (per
esempio gli istruttori della Nato) e le iniziative bilaterali con il governo
iracheno
.
Con Condoleezza Rice e con il consigliere per la Sicurezza nazionale Stephen
Hadley il ministro degli Esteri ha ragionato sugli altri scenari di crisi
(Afghanistan, Iran, Medio Oriente, Somalia) nel tentativo di far capire a
Washignton che il rapporto con l´Italia potrà rimanere solido
: «Da parte
degli Stati Uniti c´è una perfetta comprensione del senso di quello che noi
facciamo e il rispetto del nostro paese», dice il ministro. Nel vertice con la
Rice non ci sono state domande sulla situazione politica italiana, ma è questa
ad essere sotto i riflettori dei diplomatici americani che tentano di capire
quale sarà il futuro del governo dell´Unione nel rapporto con l´amministrazione
di George Bush. D´Alema ha lavorato per spiegare che l´Italia rimane non
soltanto un partner affidabile ma anche un alleato che intende mantenere un
ruolo di spicco nella gestione delle principali questioni internazionali. Il
vicepremier ha ripetuto che l´Italia non sta fuggendo dall´Iraq: «È sbagliato
dire che ce ne andiamo: noi non ce ne andiamo dall´Iraq, ma continuiamo a
sostenere la democrazia e la stabilizzazione di quel Paese in maniera diversa,
attraverso un impegno civile ed economico di cui abbiamo discusso e che mi
sembra venga seriamente apprezzato».
Gli americani per settimane hanno continuato a chiedere qualcosa di diverso,
per esempio la presenza di quei famosi 30 o 40 cooperanti civili a Nassiriya
protetti da un contingente militare ridotto. Ma su questo D´Alema ha ripetuto
il suo mantra: quella missione militare è finita
. Per il ministro degli
Esteri «con gli Usa non c´è stata nessuna crisi in seguito alla vittoria
dell´Unione e alla decisione del ritiro da Nassiriya, l´impressione è che
abbiamo vissuto una crisi dei rapporti italo-americani che è stata una crisi
italo-italiana.. qui non è arrivata neppure l´eco e non avevo dubbi
dell´atteggiamento di assoluto rispetto del mandato elettorale». Di sicuro non
c´è stata crisi aperta, ma tensioni e insoddisfazioni e se si vuole
incomprensioni reciproche hanno raggiunto un livello visibile.

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