GRAN BRETAGNA, PENSIONI
REPUBBLICA Sab. 13/5/2006 ENRICO
FRANCESCHINI
Via alla riforma: dal 2012 seguiranno i prezzi, ma l´età
sarà via via alzata fino a 69 anni nel 2050
L´accordo è frutto di un compromesso tra il premier Blair
e il cancelliere Brown
Accanto a un futuro innalzamento graduale dell’età
pensionabile, la GRAN BRETAGNA vuole aumentare la pensione pubblica per ovviare
ai fallimenti di molte pensioni private. Previsto un piano nazionale di
risparmio per sostituire molti fondi privati.
La pensione pubblica percepita sarà inoltre legata
all’ultimo stipendio e non solo all’inflazione (come avveniva prima della
riforma della THATCHER).
LONDRA – La Gran Bretagna si appresta ad alzare
l´età per andare in pensione, ma non subito: portandola dagli attuali 65 a 66
anni nel 2020, e da 66 a 68 o 69 anni nel 2050, a seconda di quanto si sarà
allungata, a quel punto, la vita media. In cambio, a partire dal 2012 il Regno
Unito ristabilirà il legame tra la pensione di base elargita dallo stato e i
salari: significa che le pensioni torneranno a essere rapportate all´ultimo
stipendio percepito dal lavoratore, un allacciamento che Margaret
Thatcher troncò nel 1981 per ridurre la spesa pubblica. Da allora e fino ad
adesso, la pensione pubblica britannica è calcolata soltanto in rapporto all´inflazione.
Tra sette anni verrà preso in considerazione anche il salario, come avveniva
prima.
La riforma pensionistica è il frutto di un accordo raggiunto in questi
giorni, secondo indiscrezioni raccolte dal Financial Times, tra il primo
ministro, Tony Blair, e il ministro delle Finanze, Gordon Brown. Blair era
favorevole a reintrodurre il legame pensione-salari, come aveva recentemente
suggerito una commissione d´inchiesta governativa da lui stesso incaricata di
esaminare la questione. Brown era invece contrario o scettico, perché
preoccupato che l´aumento delle pensioni pesasse sul bilancio dello stato. Il
compromesso raggiunto trai due massimi dirigenti del governo laburista è che il
legame sarà ristabilito nel 2012, anziché nel 2010 come consigliava la
commissione d´inchiesta, cioè due anni più tardi; mentre il primo aumento
dell´età pensionabile sarà anticipato di dieci anni, facendolo salire a 66 anni
già nel 2020 anziché nel 2030 come prevedeva la commissione d´inchiesta.
In tal modo il ministro delle Finanze ritiene che il maggiore esborso
assunto dallo stato sarà in certa misura compensato.
L´aumento della pensione pubblica, afferma la commissione, è necessario per
consentire ai cittadini meno privilegiati di evitare di vivere in stato di
indigenza gli ultimi anni di vita. A causa dei fallimenti dei fondi pensioni di
molte aziende (problema comune ad altri paesi europei), che attualmente
incrementano la magra pensione pubblica (equivalente a 680 euro al mese), 12
milioni di pensionati vivono già in stato di povertà. La riforma prevede anche
un nuovo piano nazionale di risparmio per i pensionati, al quale saranno
automaticamente affiliati sia le imprese che i loro dipendenti, che in pratica
sostituirebbe alcuni fondi pensione privati.
«Possiamo confermare che un accordo sulla riforma è stato raggiunto (tra Blair
e Brown, ndr.)», ha reso noto un portavoce di Downing Street, «restano solo da
definire alcuni dettagli».
L´accordo è importante perché il governo si appresta a presentare la nuova
legge sulle pensioni alla camera dei Comuni, dove una bocciatura – o anche
un´approvazione ottenuta solo grazie all´appoggio dell´opposizione
conservatrice, perché osteggiata dai franchi tiratori laburisti – sarebbe un
nuovo serio infortunio per il primo ministro, che lascia intendere di volersi
dimettere tra poco più di un anno, per lasciare il suo posto a Brown, ma vuole
prima completare il suo programma di riforme.