USA, LAVORO, IMMIGRAZIONE
CORRIERE Lun.
1/5/2006 Ennio Caretto
In discussione alla
Camera una legge che prevede deportazioni e limita l’immigrazione legale
Un’ondata di scioperi per
paralizzare le metropoli americane il Primo maggio
WASHINGTON – Il New York Times li chiama
«il gigante addormentato». Sono gli 11-12 milioni, forse di più, di clandestini
che lavorano in America, il 10% della manodopera nazionale. Oggi il gigante si
risveglierà. Gli adulti non andranno in negozio, né in fabbrica, né in ufficio.
Le donne non andranno a fare le pulizie nelle case. I bambini non andranno a
scuola.
Ma il silenzio e la paralisi dureranno poco: nel primo pomeriggio, il gigante
si riverserà rumorosamente nelle strade per rivendicare i permessi di soggiorno
e di lavoro. Da New York a Los Angeles, dove vi è la più alta
concentrazione di clandestini, centinaia di migliaia di persone protesteranno
contro il Congresso che, nonostante gli inviti del presidente Bush, non ha
legiferato finora a favore degli immigrati.
Gli immigrati contestano una legge della Camera, non approvata dal Senato e
pertanto non in vigore, che prevede la deportazione dei clandestini, limita
l’immigrazione legale in futuro e stabilisce la costruzione di una sorta di
muro di Berlino ai confini con il Messico. Al Senato, il vecchio leone
liberal Ted Kennedy e il ribelle repubblicano John McCain le hanno contrapposto
una legge che concede la residenza ai clandestini e in seguito la cittadinanza,
a condizione che paghino una multa e poi le tasse, che imparino l’inglese e che
stiano nel Paese per almeno altri sei anni.
Per il presidente Bush e il suo uomo al Senato, John Cornyn, la sfida del
gigante necessita una risposta immediata. Hanno proposto entrambi permessi
temporanei di residenza e di lavoro come passo intermedio. «Bisogna essere
onesti – dice Cornyn – i clandestini fanno lavori che gli americani rifiutano.
E costano poco: senza di loro l’economia non tirerebbe tanto». C’è inoltre
un problema di dignità umana: «Questa gente non è tutelata». Ma nonostante
l’appoggio del presidente Bush, la legge non è ancora passata. Se passerà,
verrà comunque ammorbidita per ottenere un compromesso con la Camera.
I gruppi ispanici che hanno indetto la manifestazione di oggi la paragonano a
quelle del movimento dei diritti civili negli anni ’60. Gli storici rispondono
che i neri furono vittime di abusi di potere di cui il segregazionismo divenne
l’espressione più feroce, mentre i clandestini sono in America in violazione
delle leggi. Tuttavia, il potenziale per una esplosione sociale è quasi lo
stesso. I clandestini vengono spesso sfruttati dai datori di lavoro,
taglieggiati dagli intermediari, perseguitati dalla polizia. Hanno dalla loro
gli immigrati legali e le chiese, ma hanno contro i neocon e gli sceriffi
della frontiera.