AFRICA, DIFESA, CINA
REPUBBLICA Mer. 26/4/2006 NICHOLAS D. KRISTOF
(Copyright
New York Times-La Repubblica. Traduz. Fabio Galimberti)
Forti interessi economici e un fiorente traffico d´armi
legano il regime cinese e quello sudanese
Dal ´93 il governo cinese
importa greggio dall´Africa. I suoi mitra Ak-47 vengono usati nel genocidio
Gli americani hanno l´abitudine di prendersela con
la Cina per le ragioni sbagliate. Ma ci sono due buone ragioni per
lamentarsi con Hu. La prima è che il presidente cinese è responsabile di un
giro di vite di vaste proporzioni contro la libertà di espressione in Cina,
con l´imprigionamento per 19 mesi, tra gli altri episodi, del mio collega Zhao
Yan, dipendente del New York Times.
La seconda è che la Cina sta finanziando il suo secondo genocidio in
trent´anni.
Il primo fu quello di Pol Pot in Cambogia, e il secondo è quello che sta
avvenendo oggi nel Darfur, in Sudan.
È l´acquisto di petrolio da parte cinese a finanziare la devastazione del
Darfur da parte dei sudanesi, sono gli Ak-47 prodotti in Cina le armi più usate
per il massacro delle centinaia di migliaia di vittime che si contano in Darfur
fino a questo momento, ed è il governo cinese a proteggere il Sudan nel
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. È grazie al sostegno di Pechino che
il Sudan ha ritenuto di poter impunemente mandare un esercito per procura,
questo mese, a invadere il vicino Ciad.
Perché la Cina è tollerante verso il genocidio? La ragione fondamentale è il
petrolio. La Cina, tradizionalmente, era un Paese autosufficiente in materia
di approvvigionamenti petroliferi, ma dal 1993 in poi è diventata un Paese
importatore, e questa vulnerabilità è fonte di crescente inquietudine a
Pechino.
Per questo motivo la Cina si dà da fare in tutte le parti del globo per cercare
di garantirsi forniture di petrolio dal maggior numero di fonti possibile. E dal
momento che la maggior parte dei principali giacimenti petroliferi sono già
aggiudicati, Pechino ha finito per fare affari con la feccia del pianeta: Sudan,
Iran e Myanmar. In Africa, i cinesi sono particolarmente attivi.
Circa il 60 per cento del petrolio sudanese va in Cina, e Pechino ha stretti
rapporti economici e anche militari con Khartum. Un recente rapporto del
Council on Foreign Relations sull´Africa fa notare che la Cina ha rifornito il
Sudan di armi leggere, mine antiuomo, obici, carri armati, elicotteri e
munizioni. La Cina ha messo in piedi tre fabbriche di armi in Sudan e il Darfur
trabocca di Ak-47, lanciarazzi e mitragliatrici di fabbricazione cinese.
Speriamo che i 13 milioni di blogger cinesi rilancino questo problema, che
finora ha ricevuto scarsissima attenzione nel Paese asiatico, ma che non è così
delicato che il solo discuterne può portare all´arresto.
Una delle questioni centrali del XXI secolo sarà capire se l´ascesa della
Cina sarà accompagnata da un comportamento più responsabile nelle relazioni
internazionali. Il Darfur è un test, e per il momento la Cina non lo sta
superando.