IRAQ, USA, DIRITTI UMANI
REPUBBLICA Mer. 22/3/2006 Alberto Flores D´Arcais
Ad accusare i soldati Usa la stessa polizia irachena: l´azione dopo la morte di
un commilitone
In
novembre hanno circondato due case e ucciso tutti i presenti, fra loro sette
donne
Mercoledì scorso "giustiziati" altri 11 civili nel villaggio di Abu
Sifa
NEWYORK – Un´accusa infamante pende sui soldati
americani in Iraq: quella di avere ucciso per vendetta ventisei civili
iracheni, comprese donne, bambini e un neonato di soli pochi mesi. Due
episodi – uno avvenuto mercoledì scorso, l´altro il 19 novembre 2005 – che
qualora provati aprirebbero un nuovo devastante scandalo per il Pentagono, una
piccola My Lai (il villaggio vietnamita dove vennero massacrati a sangue freddo
centinaia di civili) irachena.
Ad accusare i militari Usa questa volta è la stessa polizia irachena. Il 15
marzo nel piccolo villaggio di Abu Sifa (distretto di Ishaqi), cento chilometri
a nord di Bagdad, «le forze americane hanno fatto ingresso nella casa di Faiz
Harat Khalaf ad Abu Sifa. Hanno radunato tutti i membri della famiglia in una
stanza assassinando undici persone, due uomini, quattro donne e cinque bambini
tra cui un piccolo di sei mesi. Poi hanno fatto esplodere la casa, hanno
bruciato tre veicoli e ucciso gli animali domestici. Il rapporto della polizia
non sembra lasciare dubbi anche ma contraddice in modo evidente la versione
ufficiale dell´esercito Usa che giovedì scorso aveva definito quanto successo
«un´azione militare durante la quale i soldati Usa sono stati fatti oggetto di
fuoco nemico, hanno ucciso quattro nemici e arrestato un uomo sospettato di
fare parte di Al Qaeda».
«Faremo un´inchiesta approfondita, le due versioni sono troppo differenti»,
ha dichiarato ieri il portavoce dell´esercito Barry Johnson rifiutandosi di
scendere nei dettagli; «si tratta di un chiaro e gravissimo crimine», ha
replicato il capo della polizia locale colonnello Faruq Hussein rivelando come
l´autopsia abbia provato «che tutte le vittime sono state assassinate con un
colpo alla nuca, tutti avevano le mani legate dietro la schiena». Un
particolare, quest´ultimo, che è stato però negato dal maggiore Tim Keefe, un
portavoce dell´esercito Usa a Bagdad: «Ho visto le foto dell´autopsia e non
mi sembra proprio che fossero legati».
Il secondo episodio – su cui, ha rivelato la settimana scorsa
l´Associated Press, è stata aperta una inchiesta già da gennaio – riguarda
invece uno scontro armato avvenuto il 19 novembre del 2005 a Haditha. Quel
giorno dodici marines fecero irruzione in due case dopo che un loro
compagno era morto a causa di una bomba piazzata lungo la strada che porta alla
cittadina dell´Iraq nord – occidentale. Dopo avere circondato due case i
marines sfondarono le porte, e uccisero tutti quelli che si trovavano
all´interno: quindici persone di due diverse famiglie, comprese sette donne e
una bambina di soli tre anni.
Allora i militari Usa diedero la colpa agli "insurgents",
sostenendo che le milizie ribelli avevano usato i quindici civili come
"scudi umani" e che erano dunque morti innocenti, ma casualmente,
durante uno scontro armato «tra marines e terroristi». Nei giorni successivi su
alcuni blog erano circolati dubbi sulla versione ufficiale, dubbi ripresi dal
settimanale Time a inizio gennaio. Domenica scorsa lo stesso
"magazine" aveva messo online una «inchiesta esclusiva»
sull´accaduto; con numerose testimonianze, suffragate da un videotape ottenuto
due mesi fa da uno studente di giornalismo di Haditha, Time smontava la
versione ufficiale del comando Usa.
L´indagine degli uomini del Naval Criminal Investigative Service (Ncis) – le
cui gesta sono immortalate da un serial televisivo di grande successo – che
hanno inviato un team di specialisti a Bagdad deve stabilire se si è trattato
di «legittima difesa, di un incidente, oppure di una vendetta a sangue freddo».
In questo ultimo caso si tratterebbe di un crimine gravissimo per le leggi
militari Usa. «Prendiamo le accuse molto sul serio», dicono al Ncis,
aggiungendo che ci vorrà del tempo per appurare la verità e confermando che
saranno riesumati i corpi delle vittime per determinare con precisione le
modalità con cui uomini, donne e bambini sono stati uccisi. Secondo la Nbc
una militare interrogato avrebbe confidato agli uomini del Ncis che un
ufficiale diede l´ordine ai marines di sparare indiscriminatamente contro i
civili.