FRANCIA, SCUOLA, LAVORO
REPUBBLICA Sab. 18/3/2006 Giampiero Martinotti
Sondaggio su "Le Monde": i ragazzi protagonisti
della protesta voterebbero Sarkozy e Le Pen
Il presidente vuole trattare:
"Riapriamo il dialogo"
Il premier isolato sulla riforma che consente alle aziende di licenziare gli
under 26
I sindacati per oggi attendono in piazza un milione e mezzo di manifestanti
PARIGI – Un milione e mezzo di persone in
piazza. E´ questa la scommessa dei sindacati per le manifestazioni che si
svolgeranno oggi in 160 città francesi. Potrebbe essere la spallata
decisiva: poco sostenuto anche dalla sua maggioranza, Dominique de Villepin è un
uomo solo. Jacques Chirac lo appoggia ancora, ma ieri mattina ha chiesto di
riaprire al più presto il dialogo. E per farlo non si può che svuotare dei suoi
contenuti il Cpe, il contestato contratto di primo impiego. Il primo
ministro ha incontrato in serata i rettori, che hanno più o meno apertamente
appoggiato gli studenti, e alludendo ai picchetti che bloccano le università ha
chiesto che «gli studenti abbiano la libertà di studiare».
Villepin è tuttavia finito in un vicolo cieco. Se oggi nei cortei ci sarà
davvero un milione e mezzo di persone sarà difficile per il governo far finta
di nulla. Il successo delle dimostrazioni sembra scontato. I cortei di giovedì
hanno già dato un´idea dell´aria che tira, i sondaggi dicono che i francesi
sono d´accordo con i giovani e oggi lavoratori e pensionati dovrebbero unirsi
in massa a loro. Salta fuori immediatamente l´idea di un paragone con il
Maggio ‘68, ma i ragazzi di oggi non sono ideologici e nel loro insieme non
sono nemmeno molto schierati a sinistra. Un sondaggio effettuato in
febbraio e rivelato ieri da Le Monde spazza via i luoghi comuni: invitati a
dire per chi vorrebbero votare alle presidenziali, i ragazzi tra i 18 e i 24
anni rispondono Nicolas Sarkozy (23%) e Jean-Marie Le Pen (23%). I leader
socialisti seguono lontani: Lionel Jospin (13%), Jack Lang e Ségolène Royal
(12%). I giovani temono la precarietà e quelli che incontrano maggiori
difficoltà, spiegano i politologi analizzando questi risultati, guardano verso
il leader dell´estrema destra. E non sono fra quelli che manifestano in questi
giorni.
I giovani del 2006 vogliono una sola cosa: il ritiro della riforma Villepin,
la cancellazione di quella legge per i giovani sotto i 26 anni che offre alle
aziende la possibilità di licenziare senza giusta causa durante i primi due
anni di contratto. Un obiettivo che sentono vicino, anche perché vedono quanti
pochi sostegni trovi Villepin nella sua maggioranza.
Patrick Devedjiann, uno dei più vicini a Nicolas Sarkozy, ha detto che il primo
ministro ha fatto «una scelta un po´ avventurosa». Lo stesso ministro
dell´Interno si è schierato lealmente con il capo del governo, ma parla solo di
ordine pubblico e non risponde a chi gli chiede come si possa uscire dalla
crisi.
Del resto, Sarkozy ha i suoi problemi, primo fra tutti quello dei casseurs,
i teppisti che al termine delle manifestazioni cercano lo scontro con la
polizia. Ieri ne sono stati fermati una decina che si erano infiltrati in
piccole manifestazioni dei liceali nella Seine-Saint-Denis. Oggi si tratterà di
evitare il ripetersi dei violenti scontri di giovedì sera nel Quartiere latino.
Durante il corteo tutto dovrebbe filare via liscio: i sindacati hanno i loro
servizi d´ordine, che riescono a tenere ai margini i violenti. I rischi veri si
concentreranno dopo la dispersione dei manifestanti. Secondo la polizia,
i giovani violenti sono militanti di estrema sinistra, fra cui alcuni anarchici
venuti da Italia e Germania. Ma tra i fermati dell´altroieri c´erano anche
estremisti di destra, venuti per affrontare i gauchisti, e perfino degli
hooligan, abituati alle bagarre negli stadi. I poliziotti guardano con
attenzione anche ai giovani delinquenti delle banlieues: giovedì erano pochi,
oggi potrebbero essere più numerosi.