Ratzinger riforma la Curia

Chiesa

REPUBBLICA Dom.
12/3/2006   MARCO POLITI

Il rapporto con le
altre confessioni diluito nell´ambito di una attenzione generale ai fenomeni
culturali

Dialogo interreligioso
assorbito dalla Cultura, a Martino la cura dei migranti

In
Vaticano non ci sarà più un cardinale come partner "esclusivo" del
confronto con le altre confessioni


CITTA´ DEL VATICANO – Papa Ratzinger ha fatto il
primo passo della riforma della Curia. Il Consiglio per il Dialogo
interreligioso viene assorbito dal Consiglio per la Cultura
(sotto la guida
del cardinale Paul Poupard). Il Consiglio per i Migranti passa sotto le
competenze del cardinale Raffaele Martino, presidente del Consiglio Giustizia e
Pace
. Ufficialmente è un accorpamento e nel comunicato vaticano spicca la
parolina «per ora», ma è evidente che siamo all´inizio di una profonda
ristrutturazione. L´anno scorso, durante le riunioni del pre-conclave,
Ratzinger era stato favorevolmente colpito da un intervento del cardinale
Nicora sull´opportunità di snellire l´organizzazione burocratica della Santa
Sede.
Prossimi obiettivi saranno il Consiglio Cor Unum (che si occupa di iniziative
internazionali di assistenza), il Consiglio per i Laici e il Consiglio per la
Famiglia
: il pontefice sta studiando una loro sistemazione all´interno dei
dicasteri di Curia esistenti.
Contemporaneamente è in vista una riorganizzazione del settore vaticano
della comunicazione di massa
: Osservatore Romano, Radio Vaticana, Centro
Televisivo Vaticano, Sala Stampa e Consiglio per le Comunicazioni sociali.
La decisione più clamorosa è quella di inglobare all´interno del Consiglio
per la Cultura quello per il Dialogo interreligioso
, dopo che il suo
presidente mons. Fitzgerald è stato improvvisamente destituito e nominato
ambasciatore al Cairo e presso la Lega Araba (senza nemmeno essere stato
ricevuto dal Papa). Significa chiaramente diluire il rapporto con le altre
religioni nell´ambito di un´attenzione generale ai fenomeni culturali
. Di
fatto le altre religioni subiscono una diminuzione di status, non troveranno
più in Vaticano un cardinale come partner «esclusivo» del dialogo
. Con
questa impostazione è difficile immaginare riunioni di preghiera interreligiosa
come quelle lanciate da papa Wojtyla ad Assisi.
Il nuovo approccio si ritrova nelle parole stesse, che Ratzinger ha rivolto
ieri ad un convegno missionario: «La Chiesa è oggi chiamata a confrontarsi con
sfide nuove ed è pronta a dialogare con culture e religioni diverse, cercando
di costruire insieme a ogni persona di buona volontà la pacifica convivenza dei
popoli».
Aveva detto Benedetto XVI dopo la sua elezione: «Voglio vedere bene le cose da
vicino per un anno, poi prenderò una decisione».
Così sta avvenendo. Con i cardinali di tutto il mondo, che ha convocato per
il 23 marzo prima del concistoro, approfondirà l´argomento della riforma
curiale. Il cardinale tedesco Lehmann, in un´intervista alla rivista Spiegel,
anticipa che il Papa probabilmente sta già lavorando alla sua seconda
enciclica, dedicata ai problemi sociali: «Dobbiamo esprimerci con fermezza – ha
spiegato – in difesa di un´economia di mercato che non trascuri il sociale,
rispetto a un arrogante neoliberismo»
.
Lehmann prospetta anche una maggiore collaborazione dei cardinali di Curia
con il pontefice
: «Non si capisce – dice – perché le persone che dirigono
la Curia non debbano riunirsi più spesso con il Papa allo stesso modo dei
componenti di un governo. Tra i vari uffici della Curia ci sono cose che
richiedono una migliore armonizzazione».

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