REPUBBLICA Mer. 8/3/2006 Giampiero Martinotti
Coro di no a Villepin e alla possibilità per le aziende di tagliare i giovani
neo-assunti entro 2 anni
Sfilano in 700.000 contro i
nuovi contratti
Ma oggi il Parlamento approva comunque il provvedimento
Parigi – Centinaia di migliaia di persone in
piazza, un crollo verticale di popolarità nei sondaggi: Dominique de Villepin
attraversa la sua prima, vera crisi sociale. Stasera il Parlamento
approverà definitivamente la legge che instaura un nuovo contratto di lavoro
per i giovani, ma la mobilitazione di studenti e sindacati cresce e sembra
destinata a continuare. In un paese conservatore e visceralmente attaccato al
proprio welfare state, la flessibilità voluta da Villepin non piace. Il Cpe
(contratto prima assunzione) è riservato a chi ha meno di 26 anni e dà alle
aziende la possibilità di licenziare senza motivo i neo-assunti per un periodo
di due anni. Malgrado qualche indennità, il nuovo strumento è considerato dai
sindacati come un tentativo per generalizzare la precarietà e il contratto è
stato criticato anche da alcuni imprenditori e dall´Ocse. Esaminato dal
Parlamento a tappe forzate (il capo del governo ha messo la fiducia), il
provvedimento sta piano piano cristallizzando tutto il malumore del paese.
Se le manifestazioni del 7 febbraio erano sembrate un mezzo insuccesso, quelle
di ieri hanno invece dimostrato una mobilitazione massiccia. Lo sciopero nei
servizi pubblici non ha creato disagi, ma in piazza c´era molta gente: 400 mila
persone in tutta la Francia secondo la polizia, un milione per i sindacati.
La verità sta probabilmente fra queste due cifre: 6-700 mila dimostranti. Quasi
la metà erano studenti e le organizzazioni universitarie hanno invitato tutte
le facoltà a scioperare da oggi.
In parlamento, Villepin ha ribadito la sua intenzione di non fare marcia
indietro: «Rispetto le inquietudini e le paure che si esprimono, ma rifiuto
l´immobilismo». Per il primo ministro, il Cpe è uno strumento per lottare
contro la disoccupazione giovanile: gli è stato ispirato da un analogo
contratto creato l´estate scorsa per tutti i lavoratori e che avrebbe
consentito l´assunzione di centomila persone. Ma per buona parte dell´opinione
pubblica, il Cpe è soprattutto un mezzo per accrescere la precarietà e il 59%
dei francesi ne chiede il ritiro. Il voto di stasera concluderà l´iter
parlamentare del provvedimento, ma i sindacati torneranno a riunirsi domani per
decidere nuove iniziative. E la pressione della strada rischia di pesare su un
primo ministro indebolito e in forte calo di popolarità.