Nuova puntata Banche italiane-scheda di sintesi

Convergenza
Draghi Tremonti sulla necessità di fusioni italo-italiane per mettere al
riparo banche e imprese da scalatae ostili dall’estero
A
livello Europeo si conferma il “protezionismo” delle nazioni più forti, come si
è visto nelle battaglie èper la siderurgia ( Arcelor) ed l’energia ( Endesa, Edf,
Suez). L’Italia ha la legislazione più liberista, introdotta nel ‘ 98 dal Testo
Unico della Finanza (opera giustappunto di Draghi), ma lo stesso Draghi è
propenso a modificarla perché sono in gioco gli interessi nazionali
Di fatto, lamentano gli intermediari, non esiste un mercato
finanziario europeo; F e Germania hanno “edulcorato” la normativa europea
sull’OPA e l’Italia si trova ora esposta
Il
tutto nasce dalle voci secondo cui è prossima una possibile scalata di
Capitalia
, il gruppo finanziario romano diretto da Geronzi, la cui
partecipazione di ABN Amro sarebbe già oggetto di discreti sondaggi sia da
parte degli spagnoli del Bbva e del Santander che dei francesi di Société Générale.

Per evitarlo ci sono sul piatto combinazioni con Intesa, Sanpaolo Imi o
Mps; gira voce però che Credit Agricole , azionista di peso in Intesa (18%)
sarebbe contrario; il vertice di
Capitalia preferirebbe MPS perché di dimensioni più piccole mentre con Intesa e
S. Paolo si tratterebbe “di una annessione”. Non manca una ipotesi di fusione
con Mediolanum ( vedi elogio di Geronzi fatto da Berlusca). Intesa è
considerata un polo bancario “ulivista” (Bazoli è amico di Prodi e di Fassino)
In contemporanea la procura di Parma mette sotto accusa Geronzi
per lo scandalo Parmalat e questo sembra una mossa per indebolire il management
di Capitalia e rendere il gruppo finanziario più “scalabile”, perché è Geronzi
che tiene i rapporti con la politica e con la Chiesa.
Ha
creato agitazione anche l’entrata in Generali del finanziere Zaleski
(per conto di chi? italiani o stranieri?). Zaleski è legato a Bazoli, ma
potrebbe muoversi anche per conto di
altri. Inoltre ogni movimento su Generali coinvolge Mediobanca
L’ipotesi
prevalente è comunque che prima delle elezioni non si concreterà nessuna altra
operazione bancaria

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