REPUBBLICA Sab. 25/2/2006 MARCO ANSALDO
Il progetto "Tutto scorre", elaborato dall´esercito, prevede due
sistemi paralleli. Scontente entrambe le parti
La rete sarà divisa, via i blocchi dalle arterie per
palestinesi
L´iniziativa, nata da
pressioni di Usa e Ue, dovrebbe facilitare gli spostamenti interni
GERUSALEMME – Non basta il Muro. Tra israeliani e
palestinesi anche le strade, intese propriamente come arterie del traffico, si
separano. Il progetto ha un nome accattivante, che più che di guerra sa di
un piano per evitare la congestione stradale. "Tutto scorre" è
infatti il titolo di un´iniziativa studiata dall´esercito per la costruzione di
due sistemi stradali complementari, ma nettamente divisi a seconda degli
utenti.
L´operazione, scrive il quotidiano Maariv, punta «a creare nuove realtà sul
terreno». Un paio di esempi: lungo le strade di collegamento fra i centri
arabi non vi saranno posti di blocco militari. E i palestinesi potranno anche
transitare sulle vie dedicate agli israeliani, ma saranno sottoposti ai
consueti controlli di sicurezza.In concreto, la principale arteria fra Hebron a sud e Jenin a nord, la numero
60, sarà israeliana fino all´incrocio di Tapuah, dal quale partono le strade
per Nablus e Ramallah, ma diventerà palestinese nel successivo tratto
settentrionale. La strada 90, lungo la valle del Giordano, sarà invece una
corsia riservata agli israeliani. Nuove strade saranno costruite per i
palestinesi, che in base al progetto iniziale dovrebbero raggiungere quasi
tutti i loro centri principali. Un piccolo tratto è previsto in comune. Ed è
precisamente quello che si dirama ad est della città di Ramallah.
"Tutto scorre" è nato in apparenza per rispondere alle pressioni
americane ed europee per una maggior libertà di movimento dei palestinesi in
Cisgiordania. Il progetto è stato però accelerato dopo la vittoria elettorale
di Hamas il 25 gennaio, e sarà ora presentato al governo per l´approvazione.
Un piano preparato in condizioni di assoluta segretezza, di cui solo adesso
filtrano i primi dettagli sulla stampa.
Il progetto punterebbe – nell´intenzione dell´esercito – ad apportare sicurezza
a entrambe le parti. Eppure le prime reazioni di tutti e due gli
schieramenti sono negative. Le critiche da parte di Israele si appuntano
particolarmente sulla strada in comune, con il timore di veder danneggiata la
sicurezza. Ma anche i palestinesi criticano il piano: la situazione – dicono –
diverrebbe ancor più difficile di quella attuale: si impiegherebbero ore a
viaggiare da un villaggio all´altro, la gente verrebbe sradicata dalla propria
terra, e privata dei suoi diritti di proprietà. Il piano, così come
concepito, sancirebbe dunque una separazione di fatto, dopo la costruzione
della barriera protettiva.
L´ennesimo esempio delle difficoltà è dato ieri da un nuovo tragico
incidente di frontiera. Due palestinesi ventenni in procinto di attraversare il
confine tra Striscia di Gaza e Israele sono stati uccisi dai militari. Un
portavoce dell´esercito ha detto che i soldati avevano identificato quattro
figure sospette e aperto il fuoco. «Un terzo palestinese che avanzava – ha
spiegato il portavoce – è stato apparentemente colpito». Il quarto, arrestato,
non è risultato armato. Fonti mediche palestinesi affermano che i quattro
stavano cercando di entrare in Israele in cerca di lavoro.
Il livello di diffidenza resta dunque alto. Lo confermano le minacce portate
dall´ex capo del servizio segreto israeliano, Avi Dichter, al premier designato
dell´Autorità nazionale palestinese, Ismail Haniyeh. «Se ci dovesse essere
– ha detto Dichter – un attentato terroristico al quale Israele decidesse di
rispondere con una misura preventiva, allora Haniyeh sarebbe un obiettivo
legittimo, perché Hamas non potrebbe portare a termine un attacco senza la sua
autorizzazione». L´ex capo dello Shin Beth, ideatore della politica degli
omicidi mirati di miliziani palestinesi, non ha cariche pubbliche, ma è
candidato alle elezioni del 28 marzo nelle fila di Kadima, il partito
voluto da Ariel Sharon ed è da tempo in predicato per diventare ministro della
Difesa. Insomma, per ora, nonostante il nome della nuova iniziativa
dell´esercito per separare le strade fra palestinesi e israeliani, nulla scorre
bene.