Ora il Cavaliere teme per Capitalia "Qui vincono i banchieri di Prodi"

REPUBBLICA Ven. 24/2/2006 CLAUDIO TITO
Berlusconi vuol fare entrare Mediaset nel salotto buono
della finanza italiana, a cominciare da Generali e Rcs


ROMA – «Guardate che se il provvedimento contro
Geronzi non viene ritirato nel giro di qualche giorno, Capitalia va a finire
sul mercato. E chi se la compra?»
. La difesa ad oltranza dell´Opa Fiorani
su Antonveneta, seppure ormai archiviata, le carezze al presidente
dell´istituto bancario romano. Per Silvio Berlusconi sono due facce della
stessa medaglia. Due tempi di una partita che metterà in gioco gli assetti
della finanza nostrana nel prossimo futuro. O meglio subito dopo le elezioni
politiche.

Il premier è sceso apertamente in campo sui due fronti. Di quella partita vuole
essere un giocatore. Se non il protagonista, almeno un comprimario. «Ma il
ruolo della magistratura anche in questo campo sta diventando determinante». E
già, il Cavaliere punta di nuovo l´indice contro i giudici. A suo giudizio
hanno svolto e stanno svolgendo un «ruolo determinante e improprio» nel
passaggio di Antonveneta alla olandese Abn Amro e ora nel rendere «chiaramente
scalabile» la banca romana. Tra ieri e mercoledì scorso il premier ha fatto il
punto con i suoi. Ha cercato di capire quel che stava accadendo ai piani alti
della finanza italiana. E la sua preoccupazione era appunto concentrata sulle
toghe
«Ma vi pare possibile che sia una procura a decidere il futuro di
un´impresa? Il bello è che lo stanno facendo sulla base di due o tre leggi che
abbiamo approvato noi e che non siamo riusciti a valutare nel loro intreccio.
Norme che dovremmo modificare al più presto». Ma soprattutto: «In futuro
possono bloccare anche me»
.
Eh già, è questo il suo dubbio. La preoccupazione che nei prossimi mesi gli
obiettivi del suo gruppo possano essere sterilizzati nello stesso modo. Il voto
politico ormai è vicino e il Cavaliere sta già pensando alle prospettive che
potrà avere «da imprenditore» se la Cdl uscirà sconfitta dalle urne. Da
tempo sta pianificando alcune operazioni che puntano a far entrare Mediaset nel
salotto buono della finanza italiana. A cominciare da Generali e Rcs
.
«Guardate – avvertiva ieri – che la vicenda Antonveneta e il provvedimento
contro Geronzi non sono due cose distinte». La possibilità, dunque, che
Capitalia possa essere oggetto di una scalata non è un aspetto secondario. Del
resto da qualche mese l´asse con il presidente di Via Minghetti si era
rafforzato con l´ingresso di Fininvest nel patto di sindacato della banca. In
agenda, poi, c´è anche il passaggio di mano – forse in estate – di quel 7,6% di
Capitalia detenuto dagli olandesi di Abn Amro. Un trampolino di lancio per
Generali su cui il presidente del Consiglio non aveva nascosto un
interessamento attraverso la stessa Fininvest o Mediolanum, la compagnia
assicurativa detenuta insieme a Ennio Doris
.
Non a caso, dopo l´interdizione di Geronzi, sul tavolo dell´Ad Matteo Arpe,
sono arrivate già diverse proposte. Con alcuni parlamentari di Forza Italia,
Berlusconi ha parlato apertamente di una «banca americana» interessata
all´istituto romano
. Non a caso nel corso della riunione del Cicr di
mercoledì scorso sia il ministro Tremonti, sia il neogovernatore Mario
Draghi, avevano invitato le banche italiane a rafforzarsi. Il capo di
Bankitalia ha addirittura fatto esplicito riferimento a «dossier di banche
straniere»
.
Sebbene con un´ottica diversa, anche il premier ora è tornato a difendere
l´»italianità» degli istituti di credito. Sapendo però che i suoi obiettivi, se
Capitalia dovesse subire una rivoluzione ai vertici e nella struttura
azionaria, si allontanerebbero sensibilmente. E la liquidità incassata pochi
mesi fa con la cessione del 17% di Mediaset rimarrebbe inutilizzata
. Anzi,
l´intervento della magistratura contro Geronzi per il Cavaliere ha un colore
politico.
Nell´ottobre scorso, il suo affondo contro Passera e Profumo, gli ad di Banca
Intesa e di Unicredit che avevano partecipato alle primarie per Prodi, appariva
inspiegabile. Adesso il premier ha ricordato quell´episodio e, con i
fedelissimi, ha rincarato la dose: i banchieri di Prodi si preparano al
dopo-voto. Il suo sospetto è che le due banche stiano muovendo appunto le loro
pedine su Capitalia, Mediobanca e quindi Generali, con l´avallo del
centrosinistra. Perché «non può essere un caso» che lo stop a Geronzi arrivi
proprio in questo momento, con tutti questi faldoni aperti e la presidenza di
Mediobanca in scadenza. E forse non è nemmeno un caso che Berlusconi solo poche
settimane fa abbia voluto coinvolgere il presidente delle Generali, Antoine
Bernheim, nello scontro con i Ds sulla vicenda Unipol-Bnl
.

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