Una ”tassa per l´Europa” Austria e Barroso all´attacco

ANDREA BONANNI
Contrari i Paesi euroscettici, ora si attende il parere di Germania, Francia e
Italia

Rinasce il progetto di superare i contributi nazionali

All´esame interventi
sull´Iva, o l´utilizzo delle accise sulla vendita della benzina
Risolto a fatica lo scontro sul bilancio, torna in auge il vecchio progetto di
Prodi


BRUXELLES – Le prime risposte arrivate dai parlamenti
nazionali sono in maggioranza negative. Ma sia la Commissione, sia la
presidenza austriaca, sia il responsabile bilancio per il Parlamento europeo,
Alain Lamassoure, non si scoraggiano. E si stanno preparando a presentare, dopo
che l´attuale bilancio dell´Unione sarà approvato, una proposta per il futuro
che sostituisca in tutto o in parte i contributi degli stati membri con uno o
più prelievi fiscali diretti, in modo da alimentare le casse dell´Unione senza
dover passare per l´obolo dei governi.

La chiamano «tassa europea», anche se in realtà non dovrà gravare neppure
per un centesimo sulle tasche dei contribuenti. E tuttavia, se la proposta
dovesse passare, sarebbe una piccola rivoluzione per il funzionamento della
Comunità. I cittadini potrebbero verificare direttamente qual è il costo
(esiguo) dell´Europa. E i governi perderebbero una straordinaria leva di potere
per condizionare il funzionamento delle istituzioni comuni.

La
questione non data da oggi. Già a Berlino, nel 2001, al momento di nominare
Prodi a capo della Commissione e di approvare il bilancio fino al 2007, i
leader nazionali avevano chiesto a Bruxelles un riesame complessivo del sistema
di finanziamento dell´Unione. Nel 2004 la Commissione Prodi presentò il
documento
, che avrebbe dovuto servire da base per il negoziato 2005-2006
sul nuovo bilancio settennale. In esso già proponeva di sostituire in tutto
o in parte i contributi nazionali con un prelievo diretto, riservando all´Unione
una parte delle accise già prelevate sui carburanti o una quota dell´Iva
.
Per dare un´idea di grandezza, basterebbero un punto di Iva, sottratto al 19
o al 21 per cento che già si paga in Europa, e un prelievo pari alla metà della
tassa minima sui carburanti già in vigore, per finanziare tutte le attività
comunitarie
.
Ma la proposta della Commissione Prodi non è stata neppure presa in
considerazione nel corso dell´estenuante negoziato sul bilancio tra i governi,
conclusosi a dicembre con un accordo al ribasso (ma molto costoso per
l´Italia), e ora bloccato dal veto del Parlamento Europeo.
Tuttavia il "mercato delle vacche" tra ministri e capi di governo è
stato talmente mortificante che, già al vertice del Partito Popolare che ha
preceduto il l´ultimo summit di dicembre, il cancelliere austriaco Wolgang
Schuessel ha ripreso l´idea di una tassa europea. Ed ora che ha assunto la
presidenza di turno dell´Unione, sta lavorando per mettere sul tavolo qualche
proposta concreta. Da parte sua Barroso, che ha visto falcidiato dall´avarizia
dei governi il bilancio 2007-2013 proposto dalla Commissione, ha colto la palla
al balzo e sta collaborando con il governo austriaco ai dettagli del progetto
.
L´idea è quella di elaborare un regime di risorse proprie (questo il termine
che si usa per definire il bilancio Ue) completamente diverso da quello
attualmente in vigore
. I capi di governo dovrebbero discuterlo già nel
2008, in occasione dell´esame di metà percorso del bilancio ora in via di
approvazione. Quindi, se ottenesse il via libera dalle capitali, il nuovo
sistema potrebbe entrare in vigore con la prossima programmazione settennale
nel 2013
.
Oggi le casse dell´Unione vengono alimentate in parte dai prelievi doganali,
che costituiscono l´unica forma di finanziamento diretta; in parte da una
quota che ogni stato versa sulla base del proprio imponibile Iva; e per il
circa 75 per cento restante da contributi diretti dei governi
, calcolati
con un sistema contabile complesso che in teoria dovrebbe essere proporzionale
alla ricchezza di ciascun Paese. Questo però induce le capitali ad
accapigliarsi, perché ogni stato membro è in grado di calcolare quanto
contribuisce alle casse comuni e quanto ne riceve in cambio
. Un calcolo del
dare e dell´avere abbastanza assurdo, visto che i paesi con un´economia più
forte sono anche quelli che più beneficiano indirettamente del mercato unico.
Il nuovo sistema dovrebbe sostituire i contributi nazionali con una
tassazione diretta
. Il parlamento europeo ha inviato in ottobre un
questionario ai parlamenti nazionali per sondare la loro opinione in proposito.
Finora hanno risposto abbastanza negativamente Lituania, Gran Bretagna,
Svezia e Slovacchia. Solo gli sloveni si sono dimostrati disponibili. Molti
paesi euroscettici, come Svezia e Gran Bretagna, vogliono mantenere alle
capitali la titolarità del bilancio. Mentre i grandi pagatori, come la
Germania, l´Italia, l´Olanda, la Francia, non hanno ancora fatto sapere la loro
opinione. Se decidessero di sottrarsi al gioco al massacro dei contributi nazionali,
la tassa europea potrebbe anche diventare realtà
.

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