Alleanza per fermare l’Enel Schiaffo di Parigi all’Italia

Italia, Europa, Economia
CORRIERE Dom. 26/2/2006
Alessandra Coppola

Il premier de Villepin
annuncia la fusione Gaz de France-Suez Frenate le ambizioni di espansione
all’estero del gruppo elettrico


PARIGI – Questo matrimonio si deve fare. Il premier
francese Dominique de Villepin chiama a raccolta a Palazzo Matignon il ministro
delle Finanze Thierry Breton e i presidenti delle due aziende, Gérard
Mestrallet e Jean-François Cirelli, e dà l’annuncio che manda in fumo i
progetti dell’Enel: ci sarà la fusione tra Suez (privata) e Gaz de France
(pubblica). Con l’obiettivo ufficiale di creare «uno dei primi gruppi mondiali
dell’energia, in particolare nel settore del gas»
. Un ambito di «importanza
strategica oggi per la Francia», dice Villepin: «La fusione sembra la via più
appropriata».
L’OPA ENELNessun riferimento diretto nel discorso del premier
all’Opa annunciata da Enel su Suez
(e peraltro non ancora messa nero su
bianco). Ma questo fidanzamento affrettato è un chiaro schiaffo alle
ambizioni del gruppo energetico italiano, che puntava ad acquisire la filiale
belga Electrabel. In queste condizioni, davanti a un gigante da 64 miliardi di
euro, lo sforzo di Enel risulta improbo. E l’idea di scalare un’azienda
controllata dallo Stato impensabile
.

LA FUSIONE – Sui dettagli Villepin non si è espresso: non è ancora
chiaro quale dei due gruppi acquisirà l’altro (il risultato sarà però
un’impresa dove il pubblico sarà socio di maggioranza relativa) e in che termini
Parigi resterà nel gioco. Il ministro Breton, in un’intervista al Journal du
Dimanche
in edicola oggi, assicura che lo Stato, che detiene l’80,2% di Gaz
de France, conserverà nella nuova azienda almeno la «minoranza di blocco», cioè
il 34% delle azioni (che permette a Parigi di porre un veto sostanziale a
qualsiasi decisione che non riguardi la gestione ordinaria, come fusioni o
aumenti di capitale).
GLI ACCORDI – Villepin ha cercato di attenuare le polemiche sul
«patriottismo economico» e sull’accelerazione degli ultimi giorni spiegando che
«da molti mesi le due aziende discutono di un progetto industriale allo scopo
di mettere in comune delle attività vicine e complementari nei campi della
produzione, del trasporto e della distribuzione energetica». «Questa fusione
darà alla Francia un secondo grande protagonista nel settore accanto a Edf
(Elctricité de France, ndr ) – ha aggiunto – e rafforzerà la vocazione
industriale mondiale del nostro Paese. Il governo è dunque favorevole al
progetto. Saranno poi le due imprese a definire i termini e a sottoporre la
decisione ai loro organi sociali». Ieri sera si sono già riuniti i consigli di
amministrazione di Gaz de France e Suez.
LA LEGGEUn ruolo di primo piano ce l’avrà il Parlamento: «A breve
termine sarà interpellato per le modifiche legislative necessarie», ha detto il
premier. La strada per la fusione dovrà passare per la modifica della sofferta
legge del 9 agosto 2004, in base alla quale la partecipazione statale non può
scendere sotto il 70% del capitale
. Il ministro Breton, ha spiegato
Villepin, da domani si metterà al lavoro per definire «le modalità di controllo
da parte dello Stato».
I SINDACATIIl premier ha insistito sulla necessità di «una
concertazione approfondita» con le parti sociali «per garantire la continuità
del servizio pubblico, e la sicurezza dell’approvvigionamento energetico della
Francia». Sarà questo il vero nodo per il governo: il rischio, con
l’avvicinarsi della campagna elettorale per le presidenziali del 2007, di
riaprire la questione delle privatizzazioni
(se ne era discusso anche per
Edf) e di riaccendere così lo scontro con i sindacati. Che già hanno
condannato la fusione
. «Una buffonata», secondo la Cgt, «con conseguenze
sociali drammatiche e aumento dei prezzi». «Scelta ideologica che minaccia
migliaia di posti di lavoro», per Unsa-energie. «Atterrito e sbalordito» anche
il rappresentante del sindacato della sinistra moderata Force Ouvrière.

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