L’Europa invoca il dialogo con i Paesi
islamici
BRUXELLES – Il presidente
Jacques Chirac chiede alla stampa francese di «evitare provocazioni». La
cancelliera tedesca Angela Merkel fa sapere che è arrivato il momento di una
«de-escalation». Il premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero vedrà oggi i
leader delle associazioni musulmane attive nel Paese iberico. L’Europa,
insomma, cerca una via d’uscita «dialogante» alla «crisi delle vignette» su Maometto.
Dagli Stati Uniti arrivano segnali diversi, forse più netti, senza sfumature
diplomatiche. Il presidente George W. Bush «esorta» i «governi dei Paesi
coinvolti a fare cessare le violenze», cioè gli assalti alle ambasciate
danesi o alle sedi dell’Unione Europea. E, qualora non fosse sufficientemente
chiaro, il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice aggiunge: «Siria
e Iran hanno deliberatamente fomentato le proteste dei musulmani. Nulla
giustifica la violenza, nulla giustifica le fiamme appiccate nelle ambasciate
occidentali».
In realtà la reazione di Ue e Stati Uniti si muove tra due poli
politico-culturali. Da una parte, specie in Europa, c’è chi insiste sulla
difesa del principio della libertà di stampa e di espressione. Ieri il
settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha ripubblicato le 12
caricature del Profeta che hanno innescato le proteste del mondo islamico
(400 mila copie vendute in poche ore) mentre negli Usa tre capi redattori e un
giornalista del settimanale New York Press si sono dimessi per la
decisione della direzione di non pubblicarle. Dall’altra parte ecco Chirac
che, come riferisce un portavoce, considera «una provocazione» la riedizione
delle vignette: «Deve essere evitata qualsiasi cosa che possa ferire le
convinzioni altrui, soprattutto religiose. Condanno tutte le provocazioni che
palesemente possano accendere gli animi».
La «questione vignette» scuote le già difficili relazioni tra Ue e realtà come
Iran, Siria e la Palestina di Hamas. La presidenza di turno austriaca ha deciso
di inviare Javier Solana, alto rappresentante per la politica estera e la
sicurezza Ue, in Medio Oriente. Prima tappa: Gedda, in Arabia Saudita, per
incontrare i vertici dell’Oci (l’Organizzazione della Conferenza islamica). Anche
in Europa, comunque, è diffusa la sensazione che alcuni Paesi, Iran in testa,
stiano attizzando manifestazioni e falò di bandiere. «Sarebbe un errore
puntare l’attenzione solo sulla responsabilità della stampa – commenta Frattini
– quando siamo di fronte a reazioni gravissime nei Paesi arabi. La Siria in
particolare avrebbe potuto, e dovuto, intervenire con più tempestività a difesa
delle ambasciate».