Contro l’imperialismo e il suo terrorismo

Gli efferati attentati terroristici di Londra mostrano ancora una volta
l’imbarbarimento della politica e della società borghesi. New York,
Kabul, Baghdad, Istanbul, Madrid, Londra: il terrorismo di settori
minoritari di una borghesia parassitaria, gonfia di petrolio e dollari,
frustrata nelle sue ambizioni di guidare i popoli arabi e nelle sue
velleità di potenza, risponde al terrorismo su vasta scala – chiamato
guerra – delle potenze imperialiste massacrando alla cieca i lavoratori
di una metropoli mentre si recano al lavoro.
Non si può denunciare il primo senza denunciare il secondo. Sono
entrambi espressioni delle classi dominanti; le loro vittime nella
stragrande maggioranza appartengono alla classe lavoratrice.
Il marxismo ha sempre condannato il terrorismo delle classi
reazionarie, dai boulangisti e OAS francesi alle stragi nere
nell’Italia degli anni Settanta, insieme i macelli su scala industriale
del terrorismo degli imperialismi – si chiamino essi Dresda o
Hiroshima, Guernica, Lidice, Marzabotto o Nanchino, Hanoi, Hue o
Falluja. Coloro che oggi esecrano i massacri del terrorismo islamico
sono gli eredi legittimi di coloro che perpetrarono questo terrorismo
indiscriminato su popolazioni inermi. La loro “condanna morale” è solo
beffarda ipocrisia.
Con altrettanta chiarezza il marxismo ha condannato il terrorismo come
scorciatoia alla lotta delle classi, fosse esso il terrorismo
democratico-borghese dei mazziniani, quello individuale degli anarchici
dell’inizio del secolo scorso, o quello dei gruppi intellettuali degli
scorsi decenni in Italia.
Il terrorismo è oggi una faccia del mondo imperialista. La lotta contro
il terrorismo per il proletariato non può essere disgiunta dalla lotta
contro l’imperialismo, a partire da quello di casa propria: le
spedizioni italiane in Irak e Afghanistan sono parte di quel sistema di
oppressione e violenza che ha riverberato su Londra ciò che
quotidianamente genera a Baghdad, una lingua di fuoco rispetto alla
tempesta di bombe che ha distrutto il 70% delle case di Falluja.
I comunisti si oppongono all’oppressione di popoli da parte degli
imperialismi. Ma laddove esistono gruppi di lavoratori comunisti, essi
devono lottare con i metodi del proletariato senza delegare alcunché
alle borghesie reazionarie, che già hanno massacrato il loro
proletariato ogni volta che ha sollevato la testa, e sono pronte a
rifarlo alla prima occasione, come hanno dimostrato ovunque. Solo una
classe reazionaria fino al midollo può usare il massacro indiscriminato
di popolazione lavoratrice, l’uccisione in base alla sola nazionalità
(ma sempre più immigrati sono tra le vittime).
La barbarie su Londra non assolve la barbarie delle grandi potenze, né
rende meno ipocrita la pretesa di salvare quell’Africa che per
generazioni hanno rapinato e oppresso. Il condono del debito, se fosse
passato, non era altro che un aiuto alle grandi banche che avevano
incautamente prestato a borghesie avide e dissipatrici. Solo il
proletariato internazionale potrà tendere la mano ai suoi reparti più
poveri perché prendano le loro sorti nelle proprie mani.
Contro l’imperialismo e il suo terrorismo
lavoriamo per l’unione internazionalista dei lavoratori!

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