Oil for food, l’ispettore corrotto

INCHIESTA IL SOLE 24 ORE FINANCIAL TIMES•Baghdad avrebbe « comperato » il portoghese Oliveira

NEW YORK • Secondo documenti iracheni nelle mani degli investigatori dell’Onu e del Congresso Usa, gli iracheni avrebbero corrotto un ispettore della Saybolt, la società olandese ingaggiata dall’Onu per tenere sotto controllo le operazioni portuali nell’ambito del programma Oil for food.
È noto da tempo che uno dei metodi usati dagli iracheni per circonvenire i controlli era quello del caricamento a bordo delle petroliere di quantità aggiuntive di grezzo non dichiarate e quindi non autorizzate dall’Onu. Era altrettanto diffuso il sospetto che un’operazione del genere dovesse richiedere la complicità di un ispettore.
I documenti iracheni, di cui Il Sole 24 Ore e il Financial Times hanno copia, indicano per la prima volta il nome e l’ammontare di una tangente pagata a un dipendente della Saybolt. Da un memorandum della compagnia petrolifera di stato irachena Somo risulta che in due occasioni l’ispettore ha falsificato le lettera di vettura facendo risultare quantitativi inferiori a quelli caricati. Il memorandum identifica l’ispettore con il nome di ” Armando Carlos”, ma grazie a un numero di passaporto incluso in un altro documento, investigatori del Senato Usa hanno stabilito che gli iracheni si riferivano a un portoghese impiegato dalla Saybolt in Irak di nome Armando Carlos Oliveira.
Ulteriori dettagli sono offerti da una lettera datata 5 marzo 2002 e inviata dal ministro del Petrolio al governatore della banca centrale irachena. Con questo messaggio il ministro dà istruzioni alla banca di far avere un pagamento in contanti ad ” Armando Carlos”. « Per i servizi forniti al ministero, siete pregati di consegnargli 19.700 dollari in contanti. Siete inoltre pregati di fornirgli i documenti necessari per facilitargli l’uscita dal paese con quell’ammontare attraverso il punto di confine di al Qadisiyah » .
Il pagamento a cui fa riferimento la lettera sarebbe la seconda di due tranche. La cifra totale della tangente è citata in una lettera « personale e riservata » che il ministro del Petrolio inviò il 12 aprile 2002 al vice premier, oggi in possesso degli investigatori. « L’accordo con l’ispettore era di assegnargli il 2% del valore della quantità aggiuntiva di petrolio a compenso dei servizi resi. Su questa base, l’ispettore Armando Carlos è stato pagato l’ammontare di 105.819 dollari per i due carichi menzionati » .
Gli investigatori hanno inoltre appurato che Oliveira era il team leader degli ispettori della Saybolt a Mina al Bakr, il porto iracheno sul Golfo, e che era in servizio proprio nei giorni di maggio e agosto 2001 quando la petroliera Essex ha caricato quantitativi aggiuntivi non dichiarati di greggio.
La vicenda di Armando Carlos Oliveira sarà al centro di un’udienza sul programma Oil for food che la Commissione d’inchiesta permanente del Senato terrà martedì. In un’anticipazione esclusiva a Il Sole 24 Ore e al Financial Times, il presidente della commissione, senatore Norm Coleman, ha detto: « Le accuse sono gravi perché riguardano una persona affiliata all’Onu, e soprattutto perché la tangente in questione può aver permesso a Saddam Hussein di generare illegalmente milioni di dollari al di fuori del controllo Onu. Nella nostra udienza di martedì, esamineremo attentamente le accuse per stabilirne la veridicità » .
Da parte sua, contattato telefonicamente da Il Sole 24 Ore e l’Ft, Oliveira non ha voluto commentare le accuse ma ammesso di essere stato indagato dalla sua società. Un portavoce della Saybolt ha invece dichiarato che la società olandese « ha investigato e continua a investigare la possibilità che un pagamento illegale sia stato fatto, offerto o ricevuto da un ispettore. Fino a oggi le prove in nostro possesso non ci permettono di confermare la cosa e conseguentemente l’individuo in questione rimane tuttora impiegato » .
Quello che è stato però già provato è che la Essex è stata effettivamente oggetto di top loading in due occasioni proprio nei giorni menzionati dai documenti iracheni. Tant’è che fu intercettata da navi da guerra americane a largo di Curacao prima di poter scaricare il secondo cargo.
È stato inoltre accertato che in entrambe le occasioni la Essex era stata noleggiata da Trafigura, una società di trading fondata da Claude Dauphin and Eric de Turkheim. Quando la vicenda della Essex divenne pubblica, nel 2002, Trafigura decise di far causa alla Ibex, la società che aveva comprato il greggio dagli iracheni e lo aveva poi rivenduto a Trafigura.
« La nostra società non aveva modo di sapere che Ibex aveva caricato petrolio non dichiarato » , disse il suo avvocato, che non esitò a scaricare tutta la responsabilità della vicenda sulla Ibex, una piccola società di trading di Parigi fondata da Jean Paul Cayre.
Messo con le spalle al muro, Cayre rispose depositando al tribunale civile di Londra un memorandum in cui ammetteva di aver commesso una truffa e violato le sanzioni dell’Onu. Spiegava però di averlo fatto su suggerimento e istruzioni di Trafigura. Non solo: accusò anche Dauphin di aver fatto in modo che documenti originali sull’operazione fossero sostituiti con altri falsi.
Di fronte all’aggressiva contromossa legale di Cayre, Trafigura decise di fare una rapida marcia indietro e ritirare la causa. Ancora attivo è invece il procedimento aperto sulla vicenda dal dipartimento della Giustizia americano.

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