Alla Siemens di Pisa accordo per aumentare flessibilità oraria ma anche + salario e – orario, fatto però in concorrenza con la filiale USA. ROMA – La Siemens di Pisa non se n´è andata dall´Italia. Ha scelto di rimanervi per produrre gli iniettori di benzina, sfruttando l´alto livello di know how, facendo lavorare gli impianti per sette giorni alla settimana, ma pagando di più gli operai, 250 euro mensili di indennità. La Siemens lo ha fatto con un accordo firmato da tutti i sindacati, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil. Due mesi di trattativa per un´intesa che potrebbe diventare un nuovo modello italo-tedesco di relazioni industriali.
Da cinque giorni al reparto iniettori della Siemens pisana si lavora a ciclo continuo su tre turni. La fabbrica non si ferma quasi mai e il conseguente risparmio sui costi di gestione ha permesso al management di mettere sul tavolo i soldi per ripagare del disagio i lavoratori coinvolti. È stata questa la chiave di volta dell´intesa, spiega l´amministratore delegato della filiale italiana del gruppo di Monaco, Vittorio Rossi, che ha dovuto sconfiggere anche il concorrente della filiale americana. Alla Siemens funziona così: mantiene la produzione chi dimostra di essere in grado di operare a costi e qualità competitivi. Nei prossimi tre anni arriveranno 45 milioni di nuovi investimenti e il reparto sarà rafforzato con una nuova squadra, una ventina di assunzioni a tempo indeterminato (un incremento del 20 per cento). L´orario complessivo settimanale scenderà a 32,8 ore rispetto alle precedenti 35.
La Siemens fornisce iniettori a tutte le case automobilistiche: dalla Bmw alla Volkswagen, dai marchi francesi a quelli coreani. Non c´è la Fiat ma solo perché ha la “sua” Magneti Marelli. L´80 per cento della produzione è destinata all´Europa, il restante 20 ai paesi asiatici. Per ora il calo del mercato dell´auto non si è ripercosso sui volumi produttivi della Siemens pisana: l´obiettivo per il 2005 sono 1,5 milioni di nuovi iniettori.
«Il perché della scelta italiana è presto detto: è la qualità delle conoscenza tecniche», dice Rossi. Quello di Pisa è uno stabilimento giovane, con un´età media dei 730 dipendenti intorno ai 35 anni. I laureati sono quasi la metà degli addetti. Dal 1990 ad oggi gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno toccato quota 150 milioni. La retribuzione media dei lavoratori che saranno impegnati sui tre turni – secondo i sindacati – si avvicinerà ai 1.400-1.450 euro mensili.
Dice Domenico Contino, segretario della Fiom di Pisa: «Anziché ricercare la strada classica della riduzione dei costi, la Siemens ha scelto una via che rende compatibile le esigenze produttive dell´impresa con quelle dei lavoratori i quali in cambio del disagio (lavoro notturno e domenicale) ricevono una indennità e hanno un po´ più di tempo libero. Questa è davvero un accordo in controtendenza». Che il 76 per cento dei lavoratori ha approvato. «Sono stati decisivi i soldi. Perché per avere 200 euro di aumento sono necessari quattro rinnovi contrattuali nazionali!», secondo Marcello Casati della Uilm. Un accordo esportabile? «Teoricamente sì», risponde Cristiano Colombini della Fim, che aggiunge: «La realtà anche dalle nostre parti è molto diversa». Quest´anno sono a rischio 500 posti di lavoro solo nell´area Pontedera perché la Piaggio si rifornirà dai cinesi. Sono le due facce della globalizzazione.