(Torino, 1892 – Puškino, 1932), elettricista
A vole indicato come “Bernulfo”, ex sergente di Artiglieria, fisico possente, fu guardia del corpo personale di Antonio Gramsci. Partecipò all’occupazione delle fabbriche nel 1920. Comunista dal Ventuno, nell’agosto 1927 venne arrestato e confinato. Approfittò di un permesso per visitare la madre malata ed espatriò in Francia. Con Codevilla ed altri due venne incaricato di eliminare la spia fascista Eros Vecchi; il 25 ottobre 1930 quest’ultimo venne attirato in una stanza a Satrouville, sobborgo di Parigi; probabilmente fu proprio Bernolfo a sparargli, Vecchi rimase solo ferito e riuscì a fuggire. Bernolfo con la moglie Margharita Dettrino venne mandato in URSS, dove frequentò una scuola, situata nei boschi di betulle di Puškino, per specialisti di stazioni ricetrasmittenti clandestine; nella scuola c’erano quattro italiani tra cui il traditore Luigi Tolentino, che denunciava gli ex compagni in cambio del rientro protetto in Italia. Bernolfo venne ucciso a colpi di pistola per ragioni sentimentali da un allievo russo della scuola, amante della moglie.
Il dirigente del Comintern Osip Pjatnickij convocò Giuseppe Berti ordinandogli di occuparsi della faccenda con la massima segretezza e di fare espatriare la Dettrino. Riporta Dante Corneli:
B – “Scusate, come faccio a occuparmi di questi due, se noi del partito italiano non sappiamo in quale scuola studiavano e chi ce li ha mandati? E poi l’Ufficio Passaporti non è mica alle vostre dipendenze?”
P – “Voi non sapete mai niente. Siete capaci soltanto di sbudellarvi e di fare a pistolettate per una p….na! Va bene, me ne occuperò io, e io stesso penserò al passaporto e al visto d’uscita dalla Russia per questa vostra sg……na. Vi chiamerò più tardi”.
FONTI: D. Corneli, Italiani vittime di Togliatti e dello stalinismo, V. II, p. 107.