Internazionalismo proletario!
Secondo Primo Maggio di guerra imperialista in Europa. Nulla da festeggiare, molto per cui lottare.
Il bilancio degli ultimi 12 mesi per la nostra classe sono decine di migliaia di proletari, ucraini e russi, massacrati tra loro, milioni di sfollati, enormi distruzioni, e per tutti i lavoratori d’Europa e gran parte del mondo salari taglieggiati dall’inflazione con la quale i capitalisti hanno gonfiato i profitti. La guerra per i padroni è un affare, finché i proletari si prestano a fare da carne da cannone e a lavorare per un salario svalutato.
In Francia i lavoratori sono scesi in piazza a milioni contro la riforma delle pensioni di Macron, e in altri paesi tra cui Gran Bretagna, Grecia, Germania ci sono forti segnali di risveglio con scioperi per il recupero del potere d’acquisto dei salari anche se in modo frammentario, categoria per categoria anziché con lotte generalizzate per un problema che è di tutti. Così chi è più debole resta indietro.
Dobbiamo purtroppo constatare che a fronte di questo fermento a difesa degli interessi immediati e di prospettiva (le pensioni), non c’è nessuna opposizione di massa alla partecipazione dei rispettivi governi alla guerra, e al riarmo in corso, come se non fosse affar nostro. La massa dei proletari è cieca di fronte a una guerra che segna l’inizio di scontri sempre più violenti tra le potenze capitaliste, non più solo nel commercio e finanza, ma militari fino a una possibile guerra mondiale, nei quali prima o poi verrà chiesto anche a loro di fare da carne di cannone. L’ascesa della Cina che minaccia il predominio USA non è la soluzione, ma l’acceleratore dello scontro. Manca l’unica forza che può porre fine alla guerra e alle guerre: l’unione internazionale dei lavoratori di tutti i paesi contro i governi del capitale che scatena le guerre.
I lavoratori italiani (a parte settori limitati, come la logistica e il trasporto ferroviario) spiccano per la loro passività anche sul terreno degli interessi immediati, passività ben coltivata da CGIL, CISL e UIL che fanno fronte comune coi padroni a chiedere riduzioni del “cuneo fiscale”, ma stanno bene attenti a non chiedere aumenti di salario a fronte degli aumenti dei prezzi incassati dai padroni. Il Primo Maggio, spudoratamente, il governo intende varare il “decreto lavoro” che oltre a togliere il “reddito di cittadinanza” rende più facile prorogare i contratti a tempo determinato dopo il primo anno: togliere ogni tutela ai lavoratori, soprattutto i giovani, per costringerli ad accettare di lavorare a qualsiasi condizione!
Auspichiamo che le manifestazioni del Primo Maggio a Milano e Napoli, indette da diversi sindacati di base, segnino l’inizio della ripresa del movimento operaio italiano, per la difesa degli interessi immediati e del welfare, contro la guerra e il governo Meloni, governo della guerra interna ai lavoratori ed esterna nel quadro NATO, verso uno sciopero generale che veda ampliarsi la partecipazione a tutti i settori, al di là delle sigle sindacali. E’ importante allo stesso tempo lavorare per formare un fronte comune di lavoratori di diversi paesi contro la guerra e i governi che la conducono, direttamente come Russia e Ucraina, indirettamente con l’invio di armi e le sanzioni come i paesi NATO tra cui l’Italia, contro l’oppressione di regimi come l’Iran e Israele: solo se in ciascun paese combatteremo il “nemico in casa nostra”, potremo costruire una unità internazionale dei proletari che diventi una forza reale contro la guerra, e per una società senza sfruttamento e oppressione. Senza illusione alcuna che vi possa essere un futuro di pace e benessere senza il rovesciamento del sistema capitalistico.
TIR – Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria