PER UNA LOTTA UNITARIA CONTRO LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La riforma della pubblica amministrazione, ancora da completare con i diversi provvedimenti di delega, già è la premessa del riordino prossimo del pubblico impiego mediante un Decreto Legislativo e si tradurrà in maggiore flessibilità nell’impiego dei lavoratori, minori garanzie sul piano normativo (ad es. nei licenziamenti) e retributivo (politica dei premi e degli incentivi a cura delle nuove figure dirigenziali). Il ricatto sul posto di lavoro diventerà la norma a cui sottostare per evitare stipendi sempre più da fame e condizioni di lavoro sempre più precarie e insicure.

A ciò si aggiungono:

il blocco delle assunzioni e la riduzione degli organici,

la riduzione delle aziende partecipate (che scendono da 8000 a 1000) con conseguente riduzione dei servizi territoriali,

i tagli alle spese sanitarie e dell’istruzione a fronte di un relativo aumento delle spese militari, degli sprechi burocratici (altro che “rilancio degli investimenti nei servizi” grazie alle fantastiche “riforme” del governo Renzi –Confindustria! In realtà sono al più autofinanziamenti e storni da un capitolo all’altro di spesa);

la riorganizzazione dei comparti del pubblico impiego per macro-aree (da 11 a 4: sanità, scuola, regioni, ministeri) in base alla riforma Brunetta, tassello fondamentale non per la strombazzata razionalizzazione, ma per favorire il processo di mobilità intercompartimentale dei dipendenti ritenuti in esubero;

il blocco dei contratti da dieci anni spezzato da proposte di rinnovo miserrime e una tantum clientelari (come nella scuola) che non faranno altro che ridurre ulteriormente il potere d’acquisto dei salari già ampiamente decurtato a favore dei profitti, del salvataggio delle banche, della riduzione palese o occulta delle imposte dirette sulle imprese e sulle attività finanziarie.

Per prevenire movimenti di resistenza dei lavoratori contro questo drastico peggioramento delle condizioni di lavoro e di esistenza il governo si sta attrezzando per limitare ancor più diritto di sciopero già fortemente reso inefficace dalla vigente legislazione.

LAVORATORI!

E’ giunta l’ora della mobilitazione. Ogni ulteriore indugio sarebbe inteso dal Governo come un lasciapassare per la sua politica al servizio dei poteri forti dell’industria e della finanza. L’importanza dello sciopero del pubblico impiego di oggi va oltre le pur gravi contingenze del momento ed assume una valenza importante per indicare la nostra capacità di non rinchiudersi in orizzonti angusti e di categoria che – oggi – impediscono di cogliere la visione dell’attacco complessivo alle nostre condizioni materiali economiche e normative. Esso deve essere solo il punto di partenza di un movimento di resistenza che unisca tutti i lavoratori per ripristinare condizioni decenti di lavoro, per un salario che permetta di condurre una esistenza dignitosa, per l’assunzione in ruolo di tutti i precari, per il rigetto di tutte le misure finalizzate alla precarizzazione, alla licenziabilità per “scarso rendimento”, tutti strumenti finalizzati a creare una massa di lavoratori assoggettati e servili, per la difesa e il rafforzamento dei diritti dei lavoratori a cominciare dal diritto di sciopero.

PER UN FRONTE AMPIO DI RESISTENZA DI TUTTI I LAVORATORI,

SUPERIAMO LE DIVISIONI TRA SIGLE SINDACALI, GLI SCIOPERI SEPARATI!

COSTRUIAMO UN MOVIMENTO UNITARIO DI TUTTI I LAVORATORI CHE VOGLIONO LOTTARE!

MOBILITAZIONE PERMANENTE FINO AL RAGGIUNGIMENTO DI TUTTI GLI OBIETTIVI.

 

COORDINAMENTO NO AUSTERITY