Da luglio la rete “Liberi/e di Lottare: Fermiamo il DDL 1660” ha promosso approfondimenti, mobilitazioni, iniziative ed azioni di lotta. Possiamo dirci che un risultato – come Rete – l’abbiamo ottenuto: si è finalmente rotto il silenzio che regnava intorno al DDL 1660, e vediamo con soddisfazione che si stanno prendendo una molteplicità di iniziative in tante città per denunciarne il contenuto e la pericolosità.
Ma nonostante questo risultato; nonostante l’adesione alla Rete, ad oggi, di oltre 130 organismi; nonostante la piena riuscita di quasi tutte le iniziative che abbiamo organizzato; non avrebbe senso fare del trionfalismo. Il nostro obiettivo era, e resta, fermare l’approvazione di questo disegno legge, oppure, in subordine, raccogliere ed organizzare una forza in grado di mettersi di traverso alla sua applicazione, una volta approvato. E siamo ancora molto lontani dall’uno e dall’altro obiettivo.
Stiamo notando anche un inseguimento alla nostra Rete da parte di alcuni settori che erano finora dormienti. Per quanto ci riguarda urge estendere e rafforzare la nostra iniziativa rompendo lo steccato che lo stato e il governo Meloni (con l’aiuto della finta opposizione) stanno costruendo intorno alla mobilitazione contro questa legge liberticida, schiavista, da stato di polizia.
La manifestazione del 5 ottobre, al fianco della resistenza palestinese e del popolo libanese e contro la guerra e il DDL, è stata, per noi, il primo impegnativo banco di prova. Lo sciopero di venerdì 18 ottobre indetto dal SI Cobas e, limitatamente al trasporto locale, da Al Cobas, sarà un altro passaggio-chiave di questa mobilitazione perché scenderà in campo un settore della classe lavoratrice, e il nostro compito – come Rete – è quello di allargarlo il più possibile a settori esterni alla logistica.
La stessa indicazione vale per la manifestazione nazionale del 19 a Roma, e per le manifestazioni già programmate che si terranno in altre città. Non dobbiamo farci chiudere nel ghetto dei soli militanti.
Da parte sua, il governo Meloni appare determinato a proseguire nell’operazione di rapida approvazione del DDL-Sicurezza che è funzionale all’economia di guerra, alla corsa al riarmo e verso una nuova guerra globale che prende sempre più corpo. In questo modo la repressione statale contro ogni forma di conflittualità, e perfino di dissenso, farebbe un salto sia qualitativo che quantitativo rispetto alle misure prese dai precedenti governi che pure gli hanno spianato la strada.
Per queste ragioni è venuto il momento di fare un bilancio della nostra iniziativa, per ragionare insieme sugli ulteriori passaggi della nostra lotta, in particolare su come possiamo espanderla, innalzare i suoi contenuti, renderla più efficace nelle forme di lotta e più coesa di quanto sia stata finora.
Per fare ciò, la Rete “Liberi/e di lottare” lancia una seconda assemblea nazionale in presenza (dopo quella costitutiva dell’8 settembre a Roma) per domenica 27 ottobre a Napoli, a Villa Medusa – con inizio dei lavori alle 10. L’assemblea della Rete sarà aperta a chiunque voglia partecipare, purché si riconosca in queste tre discriminanti:
• Essere per il totale rigetto del DDL, che non è riformabile né emendabile;
• Essere in modo inequivocabile contro le guerre in corso e l’economia di guerra, da cui il DDL nasce;
• Impegnare le proprie forze per lo sviluppo di una mobilitazione unitaria con il ricorso a tutti i mezzi di lotta necessari, inclusi quelli che il DDL vuole a tutti i costi interdire.
Per l’ospitalità, contattate le pagine IG e FB “Villa Medusa – Casa del Popolo”, anche in vista della manifestazione convocata a Napoli il 28 ottobre contro l’inizio del maxi-processo ai 43 aderenti e solidali al movimento di lotta dei disoccupati.
Per dare, o ricevere, comunicazioni, scrivere a fermiamoidecretisicurezza@gmail.com