“Appalti italiani in Iraq pagato funzionario Onu”

LUCA FAZZO

Scandalo "Oil for Food": la procura di Milano
indaga la Cogim

MILANO – Tangenti a un funzionario Onu in cambio di
appalti nell´Iraq di Saddam Hussein: è questa l´accusa che la Procura milanese
muove ad un´azienda piacentina, la Cogim, i cui uffici sono stati perquisiti
ieri
. È l´ultimo sviluppo dell´indagine del pm Alfredo Robledo sullo scandalo
Oil for Food
, il piano di aiuti umanitari delle Nazioni Unite divenuto una
gigantesca macchina per tangenti. Ai due amministratori di Cogim, Leopoldo e
Filippo Braghieri, è stata consegnata una informazione di garanzia per
corruzione internazionale. Insieme a loro sul registro degli indagati della
procura milanese è finito uno dei nomi più in vista dell´affare Oil for Food: Aleksander
Yakovlev, già funzionario Onu addetto al programma di aiuti a Bagdad, che
nell´agosto dell´anno scorso venne arrestato dalla Procura federale degli Stati
Uniti che lo accusava di avere incassato tangenti per un milione di dollari
sulle forniture all´Iraq
.

Il lato italiano delle inchieste su Oil for Food si era concentrato finora
su un altro fronte: il petrolio che Saddam Hussein avrebbe fornito sottocosto
ai suoi amici in Occidente per sdebitarsi del loro sostegno alla causa
irachena. A beneficiare della generosità del rais in Italia fu il braccio
destro di Roberto Formigoni
, presidente della Regione Lombardia, attivo
nella campagna contro le sanzioni all´Iraq: per Marco Mazarino de Petro
– questo il nome del collaboratore di Formigoni – è imminente la richiesta
di rinvio a giudizio, come pure per Fabrizio Rota, segretario del Governatore
lombardo
.
Ma ora si apre un altro versante, che è quello degli affari che con la
benedizione dell´Onu molte aziende italiane realizzarono a Bagdad. La Cogim è
una di queste: tra l´agosto 1999 e l´agosto 2002 vendette prefabbricati al
regime per circa 28 milioni di euro. Secondo l´accusa del pm Robledo, per
ottenere l´appalto i Braghieri avrebbero versato su un conto svizzero di
Yakovlev circa 300mila dollari
. Anche la Cogim è indagata, in base alla
norma sulla responsabilità penale delle società. Perquisiti gli uffici anche a
Roma, dove Cogim è un´azienda assai nota negli ambienti istituzionali: tra i
suoi clienti principali c´è il ministero della Difesa, che utilizza i
prefabbricati Cogim per alloggiare i nostri militari impegnati nelle missioni
all´estero
.
Ma l´inchiesta a carico di Cogim potrebbe essere solo la prima per le tangenti
pagate da aziende italiane per partecipare a Oil for Food. Se Cogim è (per
quanto se ne sa finora) l´unica ad avere versato mazzette a funzionari Onu, ben
più lungo è l´elenco delle società italiane che versarono invece soldi
sottobanco al regime di Bagdad. La commissione d´inchiesta del´Onu ha
individuato 112 aziende del nostro paese: tra queste Iveco, Breda Energia e
Istituto Sierovaccinogeno Italiano.

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